Il Cornone di Blumone (2843 m) è il primo “pezzo da novanta” dell’Adamello. Gli manca poco per essere un tremila, ma la sua mole imponente e rocciosa, ben riconoscibile dalla pianura, ne fa una montagna di tutto rispetto. Gli accessi alla montagna, sia in estate sia in inverno, sono tutto sommato comodi, specialmente se confrontati ad altre zone adamelliche; nonostante questo si può stare abbastanza sicuri di non trovare traffico sulle numerose vie, di roccia o di ghiaccio che siano.
Il rifugio Tita Secchi è un ottimo punto di appoggio per le vie sulla parete sud ovest, affacciata sul lago della Vacca. Caratterizzato dalla profonda fenditura del Canale Maffei, questo versante presenta vie per tutte le difficoltà: dal classico Spigolo Maffei (max IV+) a più impegnative vie moderne (si citano Riti magici al chiaro di luna, 6b; Piovra, VII+).
La Via dei pilastri rossi è una delle vie più abbordabili e ripetute, «la classica delle classiche che non può mancare nel curriculum di un adamellista». Seppure spezzata in due parti da una grande cengia detritica, si tratta di una salita logica e molto divertente: cerca infatti le debolezze della parete, caratterizzata da stupenda roccia rossastra, e specialmente nella seconda parte si infila in diedri perfetti, dove l’arrampicata è elegante e di soddisfazione. La chiodatura, abbastanza essenziale, si può facilmente integrare con friend. Ciliegina sulla torta, la cresta finale, esposta e panoramica, che conduce dritto all’antecima nord, di poco più bassa rispetto a quella principale, da cui la discesa al rifugio è comoda e veloce.
Prima salita: Fabio Ercolani, G. P. Messa e Marco Preti il 4 luglio 1976
CORNONE DI BLUMONE (2843 m) – VIA DEI PILASTRI ROSSI

Il versante meridionale del Cornone di Bluomone con il tracciato della via dei Pilastri Rossi
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 8 luglio 2017 | Compagni | Federico Rossetti, Luca Castellani, Alberto Piazza, Achille Coelli |
Itinerario | Salita della Via dei Pilastri Rossi | Zona Montuosa | Alpi Retiche (Gruppo dell'Adamello) |
Tempo | Totale 7/8 h (4/5 h la via) | Dislivello | tot. 1100 m (230 m la via) |
Località di Partenza | Malga Bazena (BS) | Quota partenza e arrivo | 1800 m circa - 2843 m |
Difficoltà globale | D+, II/R3 (qualche chiodo in loco sui tratti più impegnativo IV/IV+ spesso da attrezzare) | Difficoltà tecnica | max V+, IV/V continuo |
Chiodatura | Soste attrezzate, chiodi nei passi più impegnativi | Materiale | Da arrampicata, una serie di friend |
Tipologia arrampicata | Diedro, camino | Roccia | Ottima, tratti eccellenti |
Segnavia | Sentiero CAI | Libro di vetta | Si (sulla cima principale) |
Punti d’appoggio | Rifugio Tita Secchi | Acqua | No |
Cartografia utilizzata | Mappa online Kompass | Bibliografia utilizzata | Arrampicare in Adamello - Edo Balotti (n° 51) |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Si, gran bella arrampicata in ambiente! |

INDICAZIONI STRADALI
Raggiunto Breno in Val Camonica si seguono le indicazioni per il Passo Croce Domini. Superato il valico si prosegue un paio di km fino a Malga Cadino (1800 m, buone possibilità di parcheggio). La località è anche raggiungibile risalendo la val Sabbia e passando per Bagolino. Dalla malga si diparte una buona strada sterrata che risale la valle fino alla base della Corna Bianca (2000 m circa): in questo caso ci si risparmia mezz’ora di avvicinamento, ma bisogna considerare che c’è posto al massimo per 6 o 7 macchine.
AVVICINAMENTO
Lungo il comodo sentiero 19 si raggiunge il Rifugio Tita Secchi (2367 m), dal quale si procede per terreno morenico verso la base della parete, prendendo come riferimento un grande ghiaione a sinistra del canale Maffei. Lo si risale interamente fino al punto più alto, alla base della parete rossastra incisa da un evidente diedro, ometto (0.25 h dal rifugio, 2 h da Malga Cadino).


Il Cornone di Blumone e il Rifugio Tita Secchi


La verdeggiante valle verso il Rifugio Tita Secchi

RELAZIONE
1° tiro: salire la facile rampetta verso sinistra (II) fino alla base del diedro. Attaccarlo direttamente (1 chiodo e 1 friend incastrato) e superarlo con bella arrampicata (IV+) fino ad un riposo. Salire la fessura strapiombante a sinistra piuttosto atletica (V+, 2 chiodi) ed uscire sul ripiano. Proseguire per facili gradoni (II/III) leggermente verso sinistra fino alla sosta alla base di un diedro-camino su due chiodi e cordini con maglia rapida (50 m, IV+/V+ e II/III – 3 chiodi e 1 friend incastrato). Attenzione all’attrito, il tratto di V+ è probabilmente evitabile salendo a destra.
2° tiro: salire il diedro (2 chiodi) che poi diventa un camino vero e proprio. Scalarlo prima esternamente, poi sulla parete interna quindi uscirne verso sinistra (IV+). Salire un metro e sostare su comodo ripiano. Sosta da attrezzare su spuntone e friend (45 m, IV/IV+ – 4 chiodi).
3° tiro: salire il breve diedro sopra la sosta (V-) ed uscire sulla cengia detritica. Sosta su spuntone e 1 chiodo uniti da cordini con maglia rapida (10 m, V- – 2 chiodi).
Slegarsi e proseguire per la cengia detritica mediana. Salire fino a una selletta, quindi seguire la cengia a destra fino a un primo canale. Proseguire e doppiare una crestina, quindi salire su percorso non obbligato (I) puntando alla base di un evidente diedro a sinistra del secondo pilastro (dove sale la seconda parte della Via dei diedri). La nostra via attacca circa 5/10 metri più a destra, in corrispondenza di una ‘rampa’ a scaglie (chiodo alla base). Al medesimo punto si può arrivare anche dalla selletta sopracitata proseguendo per la cresta, quindi traversando più in alto.
4° tiro: salire per lame leggermente verso destra facendo un po’ attenzione alla roccia (IV), quindi doppiare lo spigolo con passo delicato (V) ed uscire su placche. Salirle per bella roccia (IV/IV+, 2 chiodi) fino a raggiungere la base di un bel diedro dove si sosta su un fix con anello e un chiodo (35 m, IV/V – 3 chiodi).
5° tiro: salire il diedro con bella arrampicata continua (1 chiodo alla base, poi da proteggere). Raggiunto un ripiano sostare su due chiodi bassi con cordino 2 metri a sinistra (20 m, 1 chiodo).
6° tiro: altro bel tiro. Rientrare nel diedro e salirlo sempre con bell’arrampicata, superando poi uno strapiombetto tenendosi a destra (V+, 2 chiodi). Proseguire per placchette fino a una sosta evitabile (fix con anello e chiodi), quindi rientrare nel diedro e salirlo con piacevole arrampicata (IV/IV+, chiodo). Continuare, quindi superare uno strapiombetto bene presato verso sinistra (IV+) ed uscire su comodo terrazzo dove si sosta su grande spuntone o 2 chiodi bassi (50 m, 3 chiodi e 1 sosta intermedia).
Da qui procedere lungo la panoramica cresta a tratti esposta che conduce con qualche passaggio divertente (I/II) sull’antecima Nord (4/5 h dall’attacco).
DISCESA
Dalla vetta seguendo gli ometti verso Nord su un ampio crestone si va ad intercettare il sentiero per la vetta (bolli rossi). Lo si segue scendendo nel vallone verso il lago della Vacca, senza raggiungere il Passo del Termine, e in un’ora dalla cima si raggiunge il rifugio Tita Secchi, da dove per medesimo percorso dell’avvicinamento si rientra a Malga Cadino (1.30 h dal rifugio).


Il diedro del primo tiro

Verso la seconda parte della via

6° tiro


Il diedro della quinta lunghezza


6° tiro

OSSERVAZIONI
Arrampicata veramente bella a tratti quasi entusiasmante su roccia più che ottima. Se non ci fosse un mega cengione ad interrompere la continuità della salita sarebbe una via super. Purtroppo c’è, e ci si lamenta soprattutto mentre lo si sale, poi gli ultimi tiri per stupendi diedri tendono a farlo dimenticare.
La chiodatura è essenziale, presente nei passaggi più impegnativi, ma latitante altrove, spesso assente: via alpinistica a tutti gli effetti.
La via non raggiunge la cima principale e quest’ultima è distante 1 h tra salita e discesa, ma merita se non ci si è mai stati.
Il Rifugio Tita Secchi: www.rifugiotitasecchi.it
RELAZIONE PDF

Webcam Lago della Vacca verso i pendii orientali di Cima Terre Fredde (2644 m) e di Cima Galliner (2573 m).

Sulla panoramica cresta terminale
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