Il Mangart dal Rifugio Zacchi per la Ferrata Italiana

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Mongart-Ferrata-Italiana

Il Mangart è la quarta cima in ordine di altezza delle Alpi Giulie. Montagna possente che si staglia tra Italia e Slovenia e precipita con la sua incredibile muraglia sul circolo dei Laghi di Fusine. La cima sulla cresta spartiacque di confine è meta molto frequentata soprattutto dagli sloveni favoriti dall’accesso comodo tramite la strada a pagamento che parte dal Passo del Predil.

Sul lato italiano negli anni 1955-56, per dare la possibilità di raggiungere la cima del Mangart, evitando lo sconfinamento in terra jugoslava (all’epoca piuttosto pericoloso), fu costruita la cosiddetta Ferrata Italiana che supera la parete a sinistra del Piccolo Mangart con percorso ardito, molto esposto e l’abbondante uso di pioli metallici. Oggi la ferrata che costituisce uno stupendo punto panoramico su tutto l’anfiteatro di cime circostanti viene percorsa spesso partendo dalla Slovenia passando dalla forcella Mangart. Se ne propone comunque l’itinerario che salendo dal Rifugio Zacchi ripercorre quello che era l’intento originale degli alpinisti di Cave Predil che costruirono la ferrata, salire al Mangart restando unicamente in territorio italiano.

MANGART (2677 m) – FERRATA ITALIANA

Il versante settentrionale del Mangart con l'itinerario di salita in rosso, in blu la discesa

Il versante settentrionale del Mangart con l’itinerario di salita in rosso, in blu la discesa

INFO TECNICHE
DifficoltàEEA. Ferrata spesso molto esposta.
Durata10 h (1.30/2 h la ferrata)
Dislivello+1800 m (da Fusine)
Punti d'AppoggioRifugio Zacchi, Bivacco Nogara
Periodo consigliatoDa giugno a inizio novembre

INDICAZIONI STRADALI

Da Tarvisio (ultima uscita in Italia), seguire la statale per Kranjska Gora (Slovenia); raggiunto il paese di Fusine, girare a destra in direzione degli omonimi laghi, che si raggiungono brevemente. Parcheggiare appena sopra il secondo lago (ampio spiazzo, bar).

AVVICINAMENTO

Dal parcheggio (937 m) seguire la sterrata oltre la sbarra per 5 minuti, dunque imboccare a sinistra il sentiero per il Rifugio Zacchi, che si raggiunge in poco più di un’ora.

Dal rifugio seguire la comoda strada in discesa per circa cinque minuti, quindi imboccare il sentiero a sinistra (indicazioni Strugova, Via della Vita, Biv. Nogara, Mangart) e seguirlo in discesa nel bosco fino a una radura dove la vista si apre sullo splendido anfiteatro di montagne. Qui a un bivio tenersi a sinistra (indicazioni ferrata Mangart) e si inizia a salire uscendo gradualmente dal bosco. Ad un primo ghiaione proseguire seguendo con attenzione dal bosco, quindi uscire definitivamente dal bosco sotto la parete settentrionale del Mangart. Seguire il sentiero meno evidente salendo per pratini e ghiaioni (ometti) puntando al bosso erboso che chiude il grande vallone a destra. Nei pressi di un grande masso si raggiunge un bivio (1 h) dove si tiene a sinistra e si sale ripidamente tra i prati. Raggiunta la base della scarpata costeggiarla verso sinistra, quindi salirla per cenge e roccette. Oltrepassato un canale attrezzato con il cavo metallico uscire a sinistra per una cengia un poco esposta (cavo). Continuare a salire sempre ripidamente con bella vista sui Laghi di Fusine fino a raggiungere una fontana e poi il piccolo bivacco Nogara in legno (2 h). Dal bivacco seguire le indicazioni per la ferrata e per tracce raggiungere l’attacco (targa) sotto l’imponente parete (2.15 h).

RELAZIONE

Seguire il cavo per una rampa ascendente verso sinistra senza difficoltà fino ad entrare in un piccolo antro da cui si esce per un suggestivo foro. Continuare poi a seguire il cavo con progressiva ascesa verso sinistra alternando cenge a canaletti più ripidi (pioli) fino ad uscire su sentiero sempre attrezzato che porta alla base del secondo tratto, quello più impegnativo (0.30 h dall’attacco). Seguire il cavo subito verticale con passaggio difficile, quindi si sale verso sinistra con l’aiuto di pioli e si traversa su una barra metallica (esposto) doppiando uno spigolo.

Si prosegue verticalmente (doppio cavo e pioli), quindi per terreno più abbattuto fino ad iniziare una traversata verso sinistra molto esposta e panoramica sulla valle (campanella). Continuare a traversare, poi salire verticalmente per un diedro (pioli) che porta a un nuovo traverso esposto su una barra metallica. Proseguire l’ascesa verso sinistra fino ad uscire per un canaletto sulla cresta che si segue facilmente verso sinistra mantenendosi quasi sempre sul lato italiano fino a scendere sull’opposto versante per una rampa sempre attrezzata e confluendo sul sentiero che sale dalla Slovenia (1.30/2 h dall’attacco). Seguire il sentiero, sempre molto affollato, che sale con qualche tratto attrezzato in ambiente maestoso con progressiva ascesa verso sinistra sul versante italiano del Mangart. Per ghiaioni si raggiunge la cresta e tenendosi ora sul lato sloveno sempre su sentiero si raggiunge la croce di vetta (3 h dall’attacco).

DISCESA

La prima parte della discesa avviene per il medesimo percorso della salita. Poi, oltrepassato l’arrivo della Ferrata Italiana, si continua su sentiero che, costeggiando prima il baratro dove saliva la ferrata (bel punto panoramico), rimane sul lato sloveno e scende con qualche tratto attrezzato. Si torna poi a salire e si raggiunge la Forcella Mangart, oltre la quale si torna a scendere per prati fino al Bivacco Nogara. Da qui per medesimo percorso dell’avvicinamento si rientra al Rifugio Zacchi, quindi al parcheggio (4 h dalla cima).

Se non si vuole ripassare dal rifugio è conveniente al bivio con il grosso masso seguire il sentiero 517a verso l’Alpe Tamer che riporta in maniera più rapida e veloce ai Laghi di Fusine.

OSSERVAZIONI

Lunga salita dal dislivello notevole (1800 m dal parcheggio, 1400 m da Rifugio Zacchi) e dall’impegno complessivo importante ma che merita soprattutto per la bellezza dell’ambiente attraversato. La ferrata, sebbene tecnicamente non offra passaggi particolarmente impegnativi e la progressione è spesso facilitata dall’abbondante uso di sbarre e pioli metallici, è particolarmente esposta e richiede una buona esperienza.

La seconda parte verso la cima del Mangart richiede attenzione perchè spesso molto trafficata e ad inizio stagione in presenza di neve. Si può anche abbinare la salita della Ferrata Italiana a quella Slovena, meno impegnativa.

Può essere consigliabile pernottare al Bivacco Nogara, 9 posti con coperte (e fontana nelle vicinanze).

La salita rientra nella rassegna #Rifugidariscoprire 2017.

RELAZIONE PDF

 

 

Il bivacco Nogaro e il Piccolo Mangart

Il bivacco Nogara e il Piccolo Mangart

Passaggio aereo nella seconda parte della ferrata

Passaggio aereo nella seconda parte della ferrata

Esposizione sulla ferrata

Esposizione sulla ferrata

La cima dello Jalovec tra le nuvole

La cima dello Jalovec tra le nuvole

Panoramica dalla Ferrata Italiana: a destra sulle cenge del secondo tratto, al centro le Ponze e il Rifugio Zacchi, a sinistra i Laghi di Fusine

Panoramica dalla Ferrata Italiana: a destra sulle cenge del secondo tratto, al centro le Ponze e il Rifugio Zacchi, a sinistra i Laghi di Fusine

Panoramica verso Est dalla cima

Panoramica verso Est dalla cima

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Salita9
Ambiente9.5
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REDclimber

FEDERICO ROSSETTI: Scalo, fotografo, racconto. Esperto di social media e comunicazione digitale, racconta le sue salite in montagna sul blog redclimber.it che ha fondato nell’autunno del 2012. In montagna muove i primi passi tra le cime dell’Appennino Settentrionale dove ha aperto nuove vie su roccia e ghiaccio. Vive le terre alte spinto dalla voglia di ricerca, riscoperta e avventura. Si dedica a raccontare le montagne dal blog alle pubblicazioni editoriali. Uno dei suoi progetti è « Vie normali Valle d’Aosta », salire tutte le 1226 cime della Valle d’Aosta e pubblicare una collana di 8 guide escursionistiche – alpinistiche. Nel 2020 ha fondato Mountain Communication, un’agenzia di comunicazione che si occupa di valorizzare realtà legate al mondo della montagna.

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