Il gruppo del Pomagnon, appena a nord di Cortina, rischia di figurare come il tipico vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro: montagne ben più alte e ingombranti, dai nomi evocativi, come Tofane Cristallo Sorapiss e Croda Rossa lo circondano, concedendogli giusto la visuale della splendida conca ampezzana e poco altro. Eppure proprio nel Pomagnon si trova una delle più belle arrampicate di IV/V grado delle Dolomiti: si tratta dello spigolo sud est di Punta Fiames, linea elegantissima ben riconoscibile dalle vie di Cortina, sopra i tetti dei negozi e degli hotel.
Salita nel lontano 1909 dalla guida di Rovereto Francesco Jori, nome non così famoso nell’olimpo degli alpinisti – ma era insieme a Tita Piaz alla prima dello spigolo della Torre Delago e nel 1921 compie la prima salita della parete nord est dell’Agner, senza nemmeno scomodare il VI grado – oggi è una via apprezzata e molto ripetuta, anche grazie alle soste attrezzate con resinati. Sui tiri però la chiodatura è ridotta all’osso, e i gradi sono decisamente “dolomitici”: cioè obbligati e sostenuti. La via Jori è in realtà una variante della via Dimai alla parete sud, che si segue per le prime 4 lunghezze, spostandosi poi per facile cengia sullo spigolo dove l’arrampicata diventa più verticale e sempre in bella esposizione fino in cima.
Prima salita: F. Jori, K. Broske, 1909
PUNTA FIAMES (2240 m) – VIA DIMAI + SPIGOLO JORI

Lo spigolo visto dal bosco
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 16 Giugno 2018 | Compagni | Mario Brunelli, Luca Castellani |
Itinerario | Salita alla Punta Fiames per la via Dimai e lo spigolo Jori | Zona Montuosa | Dolomiti Ampezzane - Pomagnon |
Tempo | 10 h (1,45 h avvicinamento, 6/8 h la via, 2 h discesa) | Dislivello | 1000 m (400 m la via) |
Località di Partenza | SS 51 fra Cortina d'Ampezzo e Fiames | Quota partenza e arrivo | 1290 m - 2240 m |
Difficoltà globale | D+ | Difficoltà tecnica | III con passi di IV la via Dimai; spesso IV e V la via Jori con due tratti di V+ |
Chiodatura | Soste su fittoni cementati (tranne le ultime due); chiodatura essenziale sui tiri | Materiale | Una decina di rinvii, serie di friend |
Tipologia arrampicata | Soprattutto fessure | Roccia | Dolomia ottima |
Periodo consigliato | Tarda primavera e autunno | Libro di vetta | No |
Punti d’appoggio | Nessuno | Acqua | No |
Cartografia utilizzata | Mappa online Kompass | Bibliografia utilizzata | Relazioni online (Sass Baloss e Sergio Ramella) |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Sì, linea bellissima e arrampicata dal gusto di altri tempi |

INDICAZIONI STRADALI
Da Cortina d’Ampezzo seguire le indicazioni per Dobbiaco. All’uscita del paese proseguire lungo la statale 51 per circa un km, trovando uno spiazzo sulla destra con panchine e una sbarra. 100 metri dopo si trova il mobilificio Lacedelli, e poco più avanti un campeggio.
AVVICINAMENTO
Seguire la strada oltre lo sbarramento, immettendosi poco dopo su una pista ciclabile. Seguirla pochi metri in direzione Dobbiaco fino a un bivio con sentiero Cai (indicazioni Punta Fiames e Pomagnon). Seguirlo in salita nel bosco di larici fino a immettersi nel sentiero 208 che sale dal paese di Fiames. Imboccarlo a destra e continuare a risalire il bosco di larici fino a un ghiaione da cui si può osservare la parete ormai vicina e il suo zoccolo.
Raggiunto un boschetto di mughi ormai ai piedi delle pareti, il sentiero piega nettamente a destra: qui si stacca una traccia a sinistra (ometto) che prima attraversa la fitta mugaia poi risale un canale di erba e roccette. Al suo termine si traversa in direzione dello spigolo, di nuovo visibile, senza perdere quota. Ci si ritrova alla base del ripido canale che separa la punta Fiames dalla montagna vicina (cima della Croce): risalirlo pochi metri poi salire a sinistra su una cengia esposta che conduce a uno spiazzo erboso alla base della parete, dove volendo ci si può legare per affrontare in sicurezza il prossimo tratto.
Risalire il camino soprastante (III), o la paretina in parte erbosa a sinistra (più facile ma esposto). Continuare nel camino, con passi di II e III grado (cordino in clessidra), per poi uscire su terreno più facile (fix sulla destra da usare come eventuale sosta.
Continuare a traversare seguendo gli ometti fino a un grande ghiaione: puntare a due camini paralleli sull’estrema sinistra della parete, che si raggiungono per terreno ripido ma poco esposto. La via Dimai attacca alla loro base, terrazzino erboso con grossa clessidra (1.45 h) .
RELAZIONE
1° tiro: salire nel camino di destra, poi spostarsi a destra su placca (III) puntando a una strozzatura: superarla stando a destra (IV, cordone in clessidra), dunque proseguire a sinistra per camino (III) fino a uscire facilmente su un terrazzino con pini mughi dove si sosta (20 m, 1 cordone in clessidra).
2° tiro: traversare a destra per placche (III, chiodo) poi facilmente lungo una cengia con pini mughi fino a doppiare uno spigolo, dove si sosta (40 m, 1 chiodo, 1 sosta intermedia).
3° tiro: salire il camino sopra la sosta (IV) poi proseguire su terreno più facile puntando a un grande diedro. Risalirlo (sosta intermedia), spostandosi a piacimento sulle placche appoggiate a destra (IV-/IV). Raggiunto un secondo fittone vicino al diedro, proseguire ancora 5 metri (III+) incontrandone un terzo in un punto più comodo, dove conviene sostare (45 m, 2 soste intermedie).
4° tiro: ancora lungo il diedro, poi spostarsi più decisamente a destra cercando i punti più deboli dell’ampia placconata fino a uscire su una comoda cengia ai piedi di strapiombi (40 m, III, 1 sosta intermedia).
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