La Pala di San Martino, 2987 m, una delle costruzioni rocciose più grandiose delle Dolomiti, si impone al viandante come un poderoso pilastro roccioso, erto da tutti i lati. La via sale con mirabile direttura dall’attacco alla vetta senza la benché minima deviazione. L’inclinazione è notevole, l’esposizione forte. La ripidità del pilastro è continua, e non interrotta da strapiombi; si arrampica sempre per paretine, camini, fessure e placche, e non si abbandona mai il pilastro. Ogni passaggio è un puro esempio di arrampicata dolomitica fatto apposta per la gioia dell’arrampicatore.
(Walter Pause – 100 Scalate Classiche)
Descrizione perfetta per questa salita lungo una linea stupenda per eleganza e piacevolezza dell’arrampicata. Le difficoltà tecniche sono contenute ma molto omegenee sul III/IV°. In quasi tutti i tiri c’è almeno un passaggio di quarto e pochissimi sono i tratti facili, nessuno più difficilele a patto di non uscire dalla linea di salita. L’attrezzatura presente è buona: quasi tutte le soste sono a chiodi, mentre lungo i tiri sono presenti solo nei passi più impegnativi, oltre che qualche cordino nelle clessidre. Utile una serie di friend, cordini vari e qualche chiodo con martello per emergenza o se si perde la via.
Prima salita: G. Langes e E. Merlet il 24 luglio 1920 attaccando nel canale nevoso, G. Langes e compagni la variante dei camini nel 1926.
PALA DI SAN MARTINO (2982 m) – GRAN PILASTRO (VIA LANGES)
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 5 agosto 2015 | Compagni | Alberto Piazza |
Itinerario | Pala di San Martino per il Pilastro SO (Via Langes) | Zona Montuosa | Dolomiti – Pale di San Martino |
Tempo | 10/12 h (7 h la via) | Dislivello | 600 m la via – 20 tiri |
Località di Partenza | Rifugio Rosetta (TN) | Quota partenza e arrivo | 2581 m – 2982 m |
Difficoltà globale | D | Difficoltà tecnica | Max IV+, spesso III e IV |
Chiodatura | Soste generalmente attrezzate a chiodi, qualche chiodo di passaggio | Materiale | Due mezze corde, serie di friend, cordini, qualche chiodo e martello |
Tipologia arrampicata | Varia, placche, camini, fessure | Roccia | Dolomia ottima |
Segnavia | Sentiero CAI 702 – 715 – tracce | Libro di vetta | Si, al bivacco |
Punti d’appoggio | Rifugio Rosetta alla partenza, Bivacco in cima (4 posti) | Acqua | No |
Cartografia utilizzata | Pale di San Martino 1:25000 Tabacco | Bibliografia utilizzata | Le Dolomiti Occidentali. Le 100 più belle Ascensioni ed Escursioni (Itinerario 51) |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Si, meravigliosa salita al “pilastro ideale”. |

INDICAZIONI STRADALI
Si raggiunge il Paese di San Martino di Castrozza nelle Dolomiti dove si lascia la macchina nel parcheggio della funivia Col Verde – Rosetta (2 Euro – gratis con il biglietto della funivia).
AVVICINAMENTO
Si sale al Rifugio Rosetta in funivia (20 Euro A/R) o a piedi per sentiero ben segnato (breve e facile tratto attrezzato 2/3 h). Dal Rifugio si raggiunge il Passo di Roda e si seguono le indicazioni per il Rifugio Pradidali. Con molti tornanti si raggiunge la base del vallone e si prosegue a mezzacosta ignorando il sentiero che scende ripido verso San Martino. Si sale per sentiero ma lo si deve presto abbandonare sotto la verticale del pilastro. Per ghiaioni si raggiunge la parete. La via (variante dei camini) attacca una decina di metri a destra di una targa nei pressi di una rampa ascendente verso destra (1 h).


Panoramica dal Rifugio Rosetta alla Pala (notare la cresta seghettata dove scende la via normale a dx)

RELAZIONE
1° tiro: salire l’evidente rampetta verso destra, prima per caminetto – diedro (II), poi su terreno appoggiato (I) fino a un cordone su clessidra. Traversare decisamente a destra in parete con qualche passaggio delicato (III+) fino a una nicchia dove si sosta su due chiodi.
2° tiro: salire sopra la sosta per canaletto (III-) fino a un ripiano con evidente cordone su clessidra dove si sosta (15/20 m).
3° tiro: traversare a sinistra per esile cengetta, roccia a tratti delicata (II/III) fino a sostare su due chiodi (20 m).
4° tiro: salire a destra sopra la sosta fino a un chiodo con maglia rapida, poi a sinistra, quindi nuovamente a destra (IV-). E’ possibile salire direttamente (IV/IV+). Proseguire in un caminetto – canale e sostare su due chiodi (1 chiodo, 1 cordino).
5° tiro: uscire dal canale e seguire l’ampia cengia verso destra fino alla base dell’evidente camino, sosta da attrezzare a friend alla base della parete o su cordone poco più in basso.
6° tiro: salire direttamente la compatta parete a destra del camino, verticale ma su buone prese (IV molto sostenuto, probabilmente IV+/V-), non proteggibile. Dopo una decina di metri spostarsi a sinistra per rampetta-diedro più facile, al chiodo, superare un passo in verticale (IV) e rientrare nel camino dove si sosta su terrazzino (1 chiodo). Probabilmente è possibile salire più a destra, non attaccando direttamente la parete e rientrare nel camino con rampa ascendente verso sinistra su difficoltà inferiori. Se si attacca la parete direttamente è il tratto più impegnativo della via e i primi metri sono improteggibili con protezioni veloci!
7° tiro: salire il camino sopra la sosta con arrampicata sostenuta, spesso in opposizione (IV-/IV) fino alla sosta su due chiodi (3 chiodi).
8° tiro: ancora nel camino, qui meno continuo, con qualche passo più impegnativo specie nella seconda metà dove si prende il ramo sinistro. Sosta su due chiodi (II e III con passi di IV-).
9° tiro: salire sopra la sosta la paretina verticale (IV-), percorrere un tratto prima appoggiato poi più verticale ed uscire su una “selletta”. Sostare sul pilastrino a destra, tre chiodi.
10° tiro: salire la parete a gradoni senza via obbligata fino a una cengetta con un diedro a destra e sostare su un chiodo (III).
11° tiro: salire verso lo spigolo a sinistra e seguirlo con bella arrampicata fino a sostare su clessidre.
12° tiro: traversare salendo verso sinistra (per lasciarsi a destra gli strapiombi gialli), con arrampicata esposta su roccia eccellente (III+/IV-, friend incastrato) fino a un “piccolo pulpito” dove si sosta su spuntone (30 m).
13° tiro: salire verso sinsitra senza via obbligata, poi verticalemente (III con passo di IV-), superare una sosta a chiodi e proseguire fino alla base di un bel diedro dove si sosta su due chiodi.
14° tiro: salire il diedro con bella arrampicata (IV-/IV, 1 chiodo) fino ad uscire sullo spigolo che si segue con divertente arrampicata fino a sostare in una piccola nicchia su un chiodo e piccola clessidra (2 chiodi).
15° tiro: salire a destra della sosta, poi verticalmente sempre su ottima roccia (IV-/III+), poi via via più facile fino alla base dell’evidente diedro giallastro. Sosta a piacere su clessidre.
16° tiro: salire qualche metro facile (II/III) fino alla base del diedro. Salire il bel diedro su ottime prese (IV, 1 friend incastrato) fino a una clessidra sotto uno strapiombetto. Uscire a sinistra con passo delicato (IV) e sostare su terrazzino, 2 chiodi.
17° tiro: salire verticalmente leggermente a destra della sosta (IV), poi verso lo spigolo a sinistra. Doppiare lo spigolo e seguirlo fino a una cengetta, proseguire pochi metri e sostare su un chido.
18° tiro: salire verticalmente (III) poi rimontare lo spigolo per un diedro a sinistra (III). Seguire lo spigolo (chiodo) e per lame (III) uscire su terreno più appoggiato dove si sosta su spuntone.
19° tiro: facilmente fino alla sommità (I/II).
Slegarsi e seguire la traccia a sinistra (ometti) in discesa. Superare il gendarme a destra per cengetta poi in discesa (I/II) e raggiungere una selletta. Seguire la traccia e gli ometti verso sinistra fino a una zona più appoggiata. Salire verticalmente senza via obbligata (passi I/II) e raggiungere il pianoro sommitale e per facile cresta il bivacco (7 h circa dall’attacco)
DISCESA
Per nulla banale, esposta e complessa lungo l’accidentata cresta NE (PD). Dal bivacco procedere verso nord – est prima in piano poi lungo la “parete” seguendo gli ometti e la traccia (passi di I) che scende a tornanti fino alla sella tra la Pala e le torri della cresta NE.
Qui bisogna fare particolare attenzione a seguire sempre gli ometti, i bolli e le frecce rosse (a tratti poco evidenti ma sempre presenti). Le torri numerate da 1 a 5, dalla base alla cima, si aggirano tutte a sinistra per cengie e passaggi esposti ad esclusione di un piccolissimo gendarmino tra la quarta e la terza torre. L’arrampicata seppur mai difficile risulta spesso delicata e “impressionante a vedersi” con passaggi di secondo e terzo grado. E’ consigliabile in condizioni ottimali (asciutto) procedere slegati e compiere una sola doppia dove descritto. Sono presenti altri ancoraggi per le doppie nella prima parte, mentre nella seconda è presente qualche spit di passaggio. Dalla forcella aggirare la quinta torre a sinistra per cenge, scendere alla sella con la quarta. Qui inizia il tratto più impegnativo. Traversare sempre sul lato sinistro con quealche saliscendi fino ad un gruppo di cordini, ignorarli e scendere verticalmente, molto esposto, poi verso destra (impressionante a vedersi ma poi facile a farsi) fino a una sosta a spit e anello di calata. Calarsi in doppia una quindicina di metri fino a una cengia. Seguire la cengia a destra e superare il pinnacolo dal lato destro. Scendere nel canale a sinistra poi risalire l’opposta paretina. Seguire le cengie sul lato sinistro costeggiando le torri (qualche spit qua e là) non perdendo di vista ometti e frecce. Risalire infine sul pianoro dove terminano le difficoltà della cresta NE (grossi ometti).
Seguire gli ometti e le tracce e raggiungere verso nord il Rifugio Rosetta con percorso non obbligato su varie tracce (attenzione con nebbia!!!! – 2.30 h dalla cima, procedendo spediti).
OSSERVAZIONI
Salita magnifica, arrampicata stupenda in ambiente super. Una delle più belle salite delle Pale. Complessivamente è un bel vione di una ventina di tiri con arrampicata sostenuta ma mai impegnativa. Le difficoltà, seppur contenute, sono comunque continue e non singoli passaggi: non si scende mai sotto il terzo grado! La chiodatura presente è essenziale, soste a chiodi, spesso belli vecchiotti o piegati, utili più ad indicare la via che a proteggere. La via, a parte i camini centrali e il diedro finale, non è particolarmente obbligata, anzi si può salire un po’ dove si vuole: questo personalmente ha rappresentato la maggiore difficoltà specie lungo i primi cinque tiri dove ci siamo “persi” e siamo saliti un po’ randomicamente fino alla prima grossa cengia, trovando comunque abbondanti segni di passaggio, soste e qualche chiodo. Voglio infine sottolineare che la relazione è stata scritta a posteriori (la sera in Rifugio) e non tiro per tiro come faccio di solito: per questo non sono quasi mai presenti le lunghezze dei tiri o grossi dettagli. La relazione è comunque precisa soprattutto dalla base delle 4 lunghezze in camino dove abbiamo sempre imbroccato la via giusta e il percorso migliore. I tiri precedenti (i primi 5): ho descritto dove siamo saliti noi, sono sicuramente presenti altre possibilità. Non sottovalutare la discesa, complessivamente bella impegnativa: l’ambiente è selvaggio e severo, spesso in grande esposizione e richiedere la massima e costante attenzione e concentrazione sia nel non perdere la giusta via sia nel non scivolare di sotto. In caso di brutto tempo o ritardi nella salita fermarsi al bivacco (4 posti con coperte). Non scendere con pioggia o buio!!

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