Il Campanile Basso è circondato da una così vasta fama come poche vette possono vantare, non solo nelle Alpi ma anche fuori di esse. Questo superbo obelisco di roccia del gruppo del Brenta costituì e costituisce un richiamo imperioso per generazioni di alpinisti e la singolare eleganza e l’arditezza dei suoi profili esercitano un fascino così intenso da indurre i più celebri alpinisti a tentarne le sue verticali pareti ed i suoi affilati spigoli.

‘Il Campanile Basso. Storia di una Montagna’, M. Stenico e G. Callin, 1976
Splendida cima delle Dolomiti di Brenta, il Basso non ha certo bisogno di particolari presentazioni ed oggi che sono passati più di 100 anni dalla prima salita di Ampferer e Berger (18 agosto 1899) conserva ancora intatta tutta la sua fama e bellezza di gigantesco pezzo di dolomia, continuando a regalare emozioni a generazioni di alpinisti che sognano di salirne le ripide pareti e di suonare la storica campanella.
Negli anni sessanta il campanile contava già più di 3000 salite e tutte le grandi linee erano state tracciate. Solo la sezione di parete tra la linea del Diedro Fehrmann e lo Spigolo Graffer era ancora vergine. E proprio qui Cesare Maestri, il ragno delle Dolomiti, lasciò la sua firma migliore sul campanile. Dopo un tentativo infruttuoso, nell’agosto del 1969 realizzo in 14 h la prima salita di questa via con il forte compagno Ezio Alimonta, quasi interamente in libera.
La via è un bel viaggio che si è soliti iniziare percorrendo i primi tre tiri del Diedro Fehrmann e che, con logica esemplare, cerca sempre la linea di maggior debolezza della parete tra tetti gialli, traversi e diedri verticali sempre in grande esposizione ed arrampicata sostenuta.
Prima salita: E. Alimonta e C. Maestri il 9 e 10 agosto 1969
CAMPANILE BASSO (2883 m) – VIA MAESTRI ALIMONTA

La parete Sud dello Spallone e del Campanile Basso. in rosso il tracciato della via
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 9 agosto 2018 | Compagni | Federico Rossetti, Pietro Gaibazzi |
Itinerario | Salita al Campanile Basso per la via Maestri-Alimonta | Zona Montuosa | Dolomiti di Brenta |
Tempo | 2.45 h all'attacco, 5/7 h la via, 4/5 h la discesa | Dislivello | 1350 m (la via ha uno sviluppo di 435 m + 90 m della via Preuss) |
Località di Partenza | Vallesinella (TN) | Quota partenza e arrivo | 1513 m - 2883 m |
Difficoltà globale | III/R3,TD, VI+ | Difficoltà tecnica | VI+, spesso V (tratti di V+ e VI, passi di VI-) |
Chiodatura | A chiodi abbondante nei tiri difficili, scarsa altrove | Materiale | Da arrampicata, 14 rinvii, una serie di friends e dadi |
Tipologia arrampicata | Varia spesso atletica | Roccia | Dolomia buona/ottima (2 brevi tratti friabili) |
Periodo consigliato | Estate | Libro di vetta | No |
Punti d’appoggio | Rifugio Brentei | Acqua | fonte al Brentei (poca acqua) |
Cartografia utilizzata | Tabacco - Dolomiti di Brenta 1:25000 | Bibliografia utilizzata | emozionidolomitiche, Stefano Michelazzi, Idea Montagna 2010 |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Sì, via di soddisfazione! |

INDICAZIONI STRADALI
Raggiunta Madonna di Campiglio, dal centro si seguono le indicazioni per Vallesinella (parcheggio a pagamento); in estate la strada è chiusa dopo le 9,30 e si può salire solo con una navetta.
AVVICINAMENTO
Dal parcheggio si seguono le indicazioni per i Rifugi Casinei e Brentei. Scendere qualche metro e attraversare il torrente su ponticello di legno, quindi iniziare a salire ripidamente nel bosco per comodo sentiero. Dopo circa 40 minuti si raggiunge il Rifugio Casinei (1850 m) dove si prosegue seguendo le indicazioni per il Rifugio Brentei (dx al bivio). Si sale ancora nel bosco, quindi se ne esce nei pressi della Valle del Fridolin (2043 m) dove al bivio si tiene la destra e si prosegue a mezzacosta con qualche saliscendi. Superata una galleria e qualche tratto esposto con catena e procedendo a mezzacosta in leggera salita si raggiunge il Rifugio Brentei (2182 m – 2 h).
Dal rifugio proseguire per la Bocchetta di Brenta fino a raggiungere la parete meridionale del Campanile Basso. Salire una traccia e raggiungere l’attacco dell’evidentissimo diedro Fehrmann (2.45 h).
RELAZIONE
1° tiro: via Fehrmann (primi 3 tiri). Dall’attacco (ometto) salire verticalmente seguendo l’andamento del diedro con arrampicata sempre ben presata (III+) fino a raggiungere un chiodo. Salire poi il diedro a sinistra (IV) che diventa più facile salendo ed uscire su un terrazzino. Traversando a destra si raggiunge la sosta su 4 chiodi, cordini e anello (50 m, 1 chiodo).
2° tiro: seguire sempre il diedro (IV/IV+). Dopo un primo diedrino salirne un secondo dove conviene spostarsi a destra in placca. Ritornati nel diedro seguirlo fino alla comoda sosta a chiodi (35 m, 1 chiodo).
3° tiro: traversare a destra 3 metri oltrepassando un diedro giallastro (altra possibilità) e, oltre lo spigoletto, entrare nel successivo diedro. Salirlo con bella arrampicata (IV+) fino al secondo chiodo. Qui spostarsi sulla placca a destra, quindi rientrare nel diedro poco più in alto e proseguire verticalmente ancora nel diedro (IV) fino ad uscire su ampia cengia (sosta su due chiodi, cordini e anello). Ignorare la sosta e traversare a sinistra una decina di metri sotto i tetti e sostare su due chiodi (45 m, 3 chiodi).
4° tiro: via Maestri-Alimonta. Dalla sosta alzarsi su roccia chiara e difficoltà subito sostenute (V+/VI, il primo chiodo è un po’ a destra) fino a raggiungere il tetto. Uscirne a sinistra su prese rovesce (VI+) e proseguire per un diedro/fessura con arrampicata esposta, sostenuta e faticosa ma sempre su buone prese (V+). Oltrepassare un passo più difficile (VI-) e raggiungere la sosta appesa su tre chiodi (30 m, 14 chiodi).
5° tiro: dalla sosta traversare a destra (delicato, V), quindi abbassarsi e continuare a traversare per circa 5 metri fino a un diedro che si sale verticalmente (IV, chiodo) fino a una zona di rocce friabili. Non salire le rocce rotte ma spostarsi a sinistra e in breve raggiungere la sosta su tre chiodi (15 m, 2 chiodo).
6° tiro: dalla sosta salire traversando a sinistra (V), poi verticalmente (non spostarsi a sinistra verso lo ‘spigolo’) al limite sinistro del tetto (chiodo poco visibile sulla placca a destra sopra il tetto) dove inizia un evidente diedro-fessura. Salirlo con bella arrampicata continua (V, fessura molto larga e poco proteggibile). Il diedro diventa poi più liscio (cordone su clessidra sul fondo) e dopo qualche metro salirne il lato destro e uscire su comodissimo terrazzino piuttosto ampio dove si sosta su chiodi (30 m, 1 chiodo e un cordone in clessidra).
7° tiro: salire il diedro a destra con bell’arrampicata (IV+), quindi proseguire verticalmente con percorso meno obbligato su roccia verticale e sempre ben appigliata (IV). Ignorare una sosta a destra e tramite una fessura/diedro uscire a sinistra a un nuovo terrazzino dove si sosta su due chiodi (40 m, 1 sosta intermedia).
8° tiro: salire la rampa a sinistra verso uno spuntone con cordone, quindi salire la placca lavorata con ascesa verso destra (V) fino a quando la parete si impenna. Continuare verticalmente su buone prese con arrampicata sostenuta ed esposta superando uno strapiombetto (VI-), quindi per bel diedro verticale (V+) uscire su un piccolo terrazzino dove si sosta su due chiodi (35 m, 4 chiodi).
9° tiro: salire puntando a un grosso chiodo in placca, quindi traversare a sinistra a due chiodi uniti a sandwich (!). Ancora in traverso a sinistra qualche metro (IV+, esposto), poi alzarsi su bella roccia e superare uno strapiombetto ben presato (V). Proseguire verticalmente su percorso poco obbligato per placche di ottima roccia (IV) puntando alla base di tetti giallastri (40 m, 3 chiodi). Sotto i tetti ci sono due soste a chiodi, conviene usare quella di destra presente in un diedrino (meno visibile ma più vicino al traverso del successivo tiro).
10° tiro: dalla sosta traversare a destra fino al diedro. Salirlo su roccia un po’ rotta (V+) fino alla fessura sotto il tetto. Seguirla a destra con arrampicata esposta (VI) e faticosa oltrepassando lo spigolo (molti chiodi) fino a raggiungere la sosta in una nicchia (20 m, 8 chiodi).
11° tiro: salire sopra la sosta per un diedro (IV+) ed uscire su terreno più facile. Salire verticalmente su terreno meno obbligato (IV) fino a raggiungere dei tetti (chiodo con cordino). Traversare a destra e salire la placca a destra del diedro (IV) fino a raggiungere la sosta (40 m, 1 chiodo).
12° tiro: dalla sosta salire il diedro a sinistra (chiodo alla base, V-) rispetto a quello a destra chiuso da un sasso. Uscirne sullo spigoletto a sinistra, quindi proseguire verticalmente per diedri di ottima roccia (IV) con arrampicata divertente puntando alla cresta sommitale, sosta sulla sommità su grandi massi (55 m). La relazione segna una sosta intermedia, noi non l’abbiamo vista ma consigliabile usarla o attrezzarla (molto attrito se si prosegue fino in ‘cima’).
La via termina qui, ma è certamente consigliabile proseguire fino in vetta tramite una delle altre vie. Consigliabile la via Preuss che si raggiunge percorrendo facilmente lo ‘stradone provinciale’ verso sinistra fino a un evidente anellone (da cui eventualmente si può iniziare invece la discesa).
13° tiro: via Preuss. Salire la placca con magnifica roccia lavorata, spostandosi un po’ a destra rispetto alla sosta, fino a incontrare un primo chiodo. Da qui si sale dritti fino a una fessura con altri due chiodi abbastanza vicini. Dopo il secondo ci si alza con passo delicato raggiungendo di nuovo buoni appigli, dunque si traversa in massima esposizione a sinistra (vari chiodi, uno con un lungo cordone), fino alla sosta su due chiodi alla base di uno strapiombino (30 m, V, 6 chiodi).
14° tiro: vincere lo strapiombo sfruttando un buon masso incastrato (passo azzerabile), dunque proseguire verticalmente per il diedro sovrastante, su roccia sempre perfetta e generosa. Non sostare sul terrazzino sopra il diedro, ma spostarsi un poco a destra alla base di una fessura, 2 chiodi da collegare (20 m, V, IV+).
15° tiro: salire a sinistra della fessura (2 chiodi vicini), dunque spostarsi a destra verso uno strapiombino con roccia lavorata (1 chiodo); proseguire di nuovo dritto per lame e saltini verticali fino a un terrazzino (cordone su spuntone). Appena sopra, leggermente a sinistra, si trova una sosta su tre chiodi (probabilmente dello Spigolo Fox); conviene però spostarsi ancora un poco a destra lungo lo stesso terrazzo/cengia e sostare su due chiodi da collegare (40 m, V, IV+).
16° tiro: continuare dritti puntando a un diedro/camino sulla sommità della parete. Salirlo con bellissima arrampicata esposta (1 chiodo) e sostare su spuntone appena sotto la vetta (40 m, IV+, V, 1 chiodo).
DISCESA
Dalla vetta spostarsi in direzione ovest (verso il Crozzon di Brenta) fino a raggiungere una sosta di calata sul filo dello spigolo. Con due calate da 40 e 55 m oppure tre da 30, 40 e 25 metri lungo la Parete Ampferer, si raggiunge lo “stradone provinciale”.
Questo si segue verso destra (faccia a valle) fino alla sosta al termine del camino Scotoni. Calarsi con due doppie fino alla cengia sottostante. Seguirla a destra fino alla sosta con anellone sullo spigolo. Nuova calata da 40 metri (strapiombante) lungo la parete Pooli, fino a un terrazzino con due soste; di nuovo giù per 40 metri fino a una sosta con anellone. Facilmente per gradoni (eventuale breve doppia sui gradoni) si scende fino al ghiaione e si raggiunge il sentiero delle Bocchette. Qui si può seguire quest’ultimo a destra verso la Bocca di Brenta, scendendo poi al Brentei o scendere nel canale (2/3 doppie e raggiungere in maniera più comoda e rapida l’attacco). Per sentiero poi si fa ritorno a Vallesinella (4/5 h dalla cima).
OSSERVAZIONI
Gran bella via. Non la più frequentata al Basso ma che merita certamente una salita. Le difficoltà sono molto sostenute e continue sul quinto grado con numerosi passaggi più impegnativi (max VI+). L’arrampicata è esposta e spesso piuttosto atletica su roccia quasi sempre buona/ottima, con qualche brevissimo tratto più rotto.
Il tiro chiave e il traverso del decimo tiro sono molto chiodati (possibile A0), altrove le protezioni sono invece distanti e seguire la via corretta non è sempre facile, anche se, se si segue la logica della salita non ci si sbaglia mai. Le soste sono buone a chiodi, quasi tutte comode ad eccezione di quella in uscita dal tiro difficile che è appesa.
I gradi sono dolomitici e non regalano mai nulla. La via complessivamente è il giusto mix tra impegno, ingaggio, esposizione e difficoltà risultando certamente di soddisfazione.
La via arriva sullo Spallone ma la prosecuzione per la via Preuss è la splendida e logica continuazione di questa bella salita.
- Campanile Basso, Normale e Preuss: un'arrampicata a picco sulla storia September 12, 2017
Salita effettuata in giornata partendo da Vallesinella, è però consigliabile fermarsi e partire dal Brentei.
METEO INCONTRATO (9 agosto 2018)
Bello e sereno al mattino ma si è annuvolato presto. Nei tiri centrali ci hanno accompagnato i tuoni e sull’undicesimo tiro ha iniziato a grandinare. Temporale breve ma che ci ha bagnato e che ci ha fatto rinunciare a malincuore alla vetta.


La parete Sud del Basso, a sinistra lo Spigolo Graffer, al centro la linea del Diedro Fehrmann, tra le due la parete della Maestri (in basso la cengia della partenza ‘vera’ della via)

Sul secondo tiro

La partenza del tiro chiave

6° tiro

Il traverso del 10° tiro

Ultime doppie

L’esposto traverso del 10° tiro

In uscita dal tetto del quarto tiro
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