L’Argentera (3297 m) è la cima più alta delle Alpi Marittime e presenta un interessante e imponente versante Ovest solcato tra tre marcati speroni: lo sperone Promontoire, lo sperone Campia e lo sperone Salesi, che offrono salite dal sapore classico con difficoltà contenute, pochi chiodi e ambiente severo. Lo Sperone Campia è una lunga arrampicata al centro del versante che si sviluppa interamente lungo una cresta – sperone e regala una lunga ascensione dove la ricerca della via migliore si fonde con il piacere di arrampicare e raggiungere la cima. Le difficoltà sono relativamente contenute (passi di IV/IV+/V-) con lunghi tratti di II e III grado. La chiodatura è essenziale, solo qualche chiodo e cordone, utile una scelta di friend, qualche chiodo e martello.
Prima salita: M. Campia, N. Gandolfo, A. Quaranta l’8 agosto 1937
CIMA SUD DELL’ARGENTERA (3297 m) – SPERONE CAMPIA
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 19 agosto 2015 | Compagni | Federico Rossetti, Alberto Piazza |
Itinerario | Salita alla Cima Sud dell'Argentera per lo Sperone Campia | Zona Montuosa | Alpi Marittime – Argentera |
Tempo | 10/12 h (4/5 h la via) | Dislivello | 1700 m |
Località di Partenza | Gias delle Mosche (CU) | Quota partenza e arrivo | 1569 m - 3297 m |
Difficoltà globale | D | Difficoltà tecnica | Passo di V-, tiro di IV e IV+ spesso III |
Chiodatura | Qualche chiodo e cordone | Materiale | Da arrampicata (alpinistica), friend, utile qualche chiodo e martello per emergenza |
Tipologia arrampicata | Cresta, varia | Roccia | Granito buono |
Segnavia | Sentiero N10, tracce | Libro di vetta | Si |
Punti d’appoggio | Rifugio Bozano, Rifugio Remondino | Acqua | No |
Cartografia utilizzata | - | Bibliografia utilizzata | Corno Stella – Vie Classiche e Moderne nel vallone dell’Argentera – Valle Gesso (pag. 277) |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Si! Per gli amanti dell'alpinismo classico d'avventura. |

INDICAZIONI STRADALI
In Piemonte raggiungere Cuneo prima e Borgo San Dalmazzo poi, quindi seguire per Valderi. Continuare lungo la valle fino a Terme di Valderi e parcheggiare in località Gias delle Mosche (1569 m).
AVVICINAMENTO
Imboccare il sentiero (N10) in salita che risale lungamente il vallone dell’Argentera (il versante Ovest dell’Argentera con lo Sperone Campia si vedono mentre si sale). Ignorare tutti i bivi e seguire le indicazioni per il Rifugio Bozano (2458 m) che si raggiunge in poco più di due ore (2.30 h).


RELAZIONE
Dal rifugio seguire la presa dell’acqua, quindi continuare a traversare su pietraie fino a un nevaio. Salire per roccette per terreno delicato (II/III) fino a una cengia che si segue a destra fino a un colletto (ometto). Seguire le tracce fino a scendere in un canale, risalire l’opposta paretina (II/III), quindi scendere lungo la cengia bianca fino all’attacco dello sperone, il secondo (1/1.30 dal rifugio).
Seguire lo sperone senza via obbligata, salendo leggermente verso destra per paretine appoggiate e tratti con erba con qualche sezione più verticale e roccia lichenosa fino a quando la cresta diventa sottile. Si sale fino a un gendarmino ‘arancione’ dove conviene procedere a tiri (0.40 h dall’attacco – II con passi di III).
1° tiro: traversare a destra (III), poi salire per fessure (III+) e sostare a una sella su cordone sotto un gendarme (40 m).
2° tiro: salire sul filo (III), quindi spostarsi a sinistra e salire una rampa (III) per rimontare in cresta. Salire l’affilata cresta (IV), poi abbassarsi e sostare su spuntone due metri prima di una forcelletta (50 m).
3° tiro: portarsi al colletto e salire la parete (chiodo alla base), superare un passo delicato a sinistra, poi verticalmente (IV sostenuto) per una quindicina di metri, quindi spostarsi a sinistra e traversare, esposto (passi di IV) su roccia delicata in uscita (2 chiodi) fino a un masso incastrato dove si sosta (45 m – 3 chiodi).
4° tiro: spostarsi nel versante opposto, traversare scendendo leggermente verso destra un paio di metri, quindi salire verticalmente per diedrino non molto definito con bell’arrampicata su ottima roccia (IV+) fino a una grossa lama staccata. Poi ci si sposta a destra e si entra nel diedro che si segue, quindi più facile, ed uscire in opposizione (IV) per caminetto dalla roccia rosso scura (chiodo alla base). Al suo termine traversare due metri a sinistra e sostare su terrazzo, chiodo (50 m allungare le protezioni!)
5° tiro: salire a destra della sosta verso lame strapiombanti (III), superarle con passo atletico (III+) e proseguire per placca appoggiata. Salire poi verso il diedro a destra e scalarlo con arrampicata verticale (IV-/IV), sosta su spuntone (50 m).
6° tiro: salire sopra la sosta la cresta affilata (III) fino alla sua sommità (ometto) e sostare su spuntone (15 m).
Calarsi in doppia dall’estremità su abbondanti cordini. Scendere inizialmente sul lato destro fino al terrazzo, poi verticalmente alla sella (5 m).
7° tiro: scalare la placca sul lato destro con passi delicati (V- – 2 chiodi), poi via via più facile per placche appoggiate (III+/III) fino a sostare sulla sommità su spuntone (40 m – 4 chiodi).
Slegarsi e scendere nel diedro, quindi salire senza via obbligata per l’ampio catino (passi I/II), poi per cresta fino in vetta (3297 m – 4/5 h dall’attacco).
DISCESA
Per la normale della Cima Sud. Scendere lungo la cresta Est fino a una spalla dove si segue un canalino (tratti attrezzati) che porta alla cengia che taglia la parete SE. Si segue tutta la cengia, tratti esposti attrezzati con corde fisse fino al Passo dei Detriti (3120 m) dal quale per sentiero si scende tra pietraie e sfasciumi al Rifugio Remondino (1.30/2 h). Per sentiero si rientra poi al Gias delle Mosche (3/4 h dalla cima).
OSSERVAZIONI
Salita di ampio respiro in ambiente severo. Le difficoltà tecniche sono abbastanza contenute ma si sale lungamente per terreno d’avventura dove occorre sempre ricercare la via migliore e i giusti passaggi. Per intraprendere la salita è consigliabile una buona dimestichezza a procedere slegati sul II/III grado (procedere a tiri lungo la prima parte ne allungherebbe notevolmente i tempi).
La relazione l’avevo scritta durante la salita dell’estate 2015 ma l’avevo ‘persa’. Avvicinamento e discesa pertanto non sono molto dettagliati e la relazione è riportata come avevo annotato.

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