Pointes de Burlan, Via Muriabelle: un gioiellino tra le cime del Soreiller

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Pointes-de-Burlan-Via-Mariabelle

Il massiccio del Soreiller è un paradiso per l’alpinista. Il granito che costituisce la quasi totalità delle cime è splendido, cioè solido e di un bel colore che lega bene con il colore del cielo e pur non notandolo non è cosa priva di importanza. In questo massiccio forse non si diventa «uomini di montagna», che importa: qui arrampicare è la cosa più importante, si è felici di essere scalatori ed è assai bello. Le Soreiller ha un fascino straordinario e avvincente: è un giardino di pietre. Si arrampica in un luogo fatto per questo, dato agli uomini a questo scopo e che gli uomini hanno saputo scoprire e amare.

Il massiccio dell’Alto Delfinato. Le 100 più belle ascensioni ed escursioni’, G. Rébuffat, 1974

Cosa definisce una via bella? La roccia, l’arrampicata, la linea, il posto, i racconti di chi l’ha già percorsa, il nome dell’apritore, la chiodatura, la storia, la difficoltà, l’anno della prima salita, i ricordi, le esperienze personali, le fotografie, la logica, la continuità, il nome della via, la popolarità, la lunghezza, la quota, un mix di tutto ???

In discesa dalla via eravamo particolarmente soddisfatti della giornata e come sempre iniziamo a chiacchierare, confrontando gradi e quant’altro con altre vie simili. Il paragone con la salita del giorno prima (la classicissima via Madier all’Aiguille Dibona) viene quasi naturale.

Le opinioni sono contrastanti, abbiamo ancora negli occhi gli splendidi tiri appena saliti (ci siamo proprio divertiti!), mentre la Madier è un ricordo bellissimo ma già un po’ sbiadito… da una parte la grande classica con la sua logicità dal primo all’ultimo metro, la sua linea perfetta che vince con arrampicata a tratti super una splendida parete e arriva direttamente in cima a una punta come si potrebbe solo disegnare, la roccia più che ottima dove non si muove nulla neanche a volerlo, la chiodatura mista che rende la salita un po’ ingaggiosa ma di grande soddisfazione… dall’altra una serie di tiri da ”wow” (parole testuali che ho riportato sul taccuino per la relazione), nessuno in giro, discesa alpinistica il giusto per mettere un po’ di pepe alla cosa, ambiente severo ma non troppo, roccia a tratti veramente magnifica, tiri continui ma con una logica e attrezzatura moderna, difficoltà mai eccessive ma dove ‘si arrampica’ dal primo all’ultimo metro! insomma una gran bella via in montagna con tratti di plaisir, un piccolo gioiellino…

Continuiamo a scendere e a parlare ma non riusciamo a raggiungere un accordo, c’è sempre un ‘ma’ che fa spostare la bilancia da una parte o dall’altra… poi alziamo gli occhi, sopra di noi la forma perfetta della Dibona e siamo tutti (o quasi) d’accordo.

Tutto questo per dire come la via Mariabelle, seppur non ha (a ragione) fama e prestigio di vie più famose e non vale complessivamente il viaggio dall’Italia, sia però una vera e propria via a 5 stelle! da non perdere se si rimane qualche giorno al Rifugio Soreiller.

Prima salita: Eric Allène e Pascal Junique, 1999/2000

POINTES DE BURLAN, CIMA OCCIDENTALE (3299 m) – VIA MARIABELLE

La parete meridionale del Pointes de Burlan, in rosso il tracciato della via Mariabelle

La parete meridionale del Pointes de Burlan, in rosso il tracciato della via Mariabelle

INFO TECNICHE
Data Uscita20 agosto 2018CompagniFederico Rossetti, Luca Castellani, Alberto Piazza, Mariana Zantedeschi
ItinerarioSalita al Pointes de Burlan (Occidentale) per la via MariabelleZona MontuosaAlto Delfinato - Gruppo degli Ecrins
Tempo2.30 h al rifugio, 1 h di avvicinamento 4 h la via, 3.30 h la discesaDislivello1150 m al rifugio, 400 m all'attacco, circa 200 m la via con uno sviluppo di 270 m
Località di Partenzales EtagesQuota partenza e arrivo1597 m - 3299 m
Difficoltà globaleIII/S3,TD-, 5cDifficoltà tecnicaContinua sul quinto grado, un paio di tiri di 5c e 5b
ChiodaturaOttima a spit (distanziati dove più facile). Soste tutte su due spit.MaterialeDa arrampicata. 10 rinvii, qualche friend.
Tipologia arrampicataVaria su roccia molto lavorataRocciaGranito eccellente
Periodo consigliatoEstateLibro di vettaNo
Punti d’appoggioRifugio SoreillerAcquaal rifugio
Cartografia utilizzataIGN - Meije Pelvoux 1:25000Bibliografia utilizzataOisans Nouveau, Oisans Sauvage. Jean-Michel Cambon. 2018 (francese)
Giudizio100100100100100Consigliata, arrampicata molto bella!

INDICAZIONI STRADALI

Dall’Italia il percorso migliore è passare per il Monginevro. Scendere a Briançon e seguire le indicazioni per La Grave che si raggiunge superando il Col du Lautaret. Dopo qualche chilometro dal Lac du Chambon (diga) e il paese di Le Freney-d’Oisan svoltare a sinistra (indicazione la Bérarde). Risalire il selvaggio vallone lungo la strada a tratti molto stretta fino al piccolo villaggio di les Etages (1597 m) e parcheggiare negli stalli dopo le case.

AVVICINAMENTO

Scendere 300 m lungo la strada fino a incontrare il bivio a destra (indicazioni per il rifugio). Seguire il sentiero che sale fino ad incontrare un ampio canalone. Risalirlo lungamente fino ad uscire su terreno più ampio in vista della splendida guglia. Con ripidi tornanti si raggiunge il Rifugio Soreiller (2719 m, 2.30 h). Dal rifugio imboccare il sentiero segnato (ometti) che sale verso Ovest fino a un evidente crinale. Qui abbandonarlo e salire lungamente per tracce (qualche ometto) puntando all’evidente bastionata meridionale del Pontes de Burlan (neve nell’ultimo tratto). La via attacca sotto la verticale della punta occidentale presso un’ampia placconata a sinistra di un evidente diedro che solca da destra a sinistra la parte bassa della parete.

RELAZIONE

1° tiro: salire la placca appoggiata con percorso non obbligato, leggermente verso destra. Al secondo spit in una zona di rocce rosse non spostarsi a destra ma salire dritti a sinistra di uno spigolino e dopo uno spit raggiungere la sosta su due spit alla base di un diedro grigio (50 m, II/III, 3 spit).

2° tiro: salire il diedro con bella arrampicata, quindi in placca. Traversare poi 5 metri a sinistra, poi nuovamente in verticale su splendida roccia. Per placche via via più appoggiate si raggiunge la sosta su due spit alla base di tetti (35 m, 5b, 6 spit).

3° tiro: salire a sinistra fino alla base di un diedro. Salirlo, quindi traversare a sinistra con bella esposizione ed arrampicata sostenuta per una decina di metri. Salire poi in verticale e raggiungere due soste vicine su due spit (25 m, 5c, 7 spit).

4° tiro: superare lo strapiombetto sopra la sosta, quindi spostarsi a sinistra e doppiando uno spigoletto (expo), che poi si sale con bella arrampicata via via più facile fino a raggiungere la sosta su due spit (25 m, 5c, 7 spit).

5° tiro: tiro di collegamento. Superare lo spit sopra la sosta, quindi facilmente verso destra fino alla sosta su due spit (20 m, 1 spit, II/I).

6° tiro: salire lo spigolo di splendida roccia che diventa verticale e lo si supera leggermente a sinistra del filo uscendo poi nuovamente sullo spigolo dove si sosta su due spit (25 m, 6 spit, 5b e p. 5c).

7° tiro: wow. salire sopra la sosta, quindi a sinistra per prendere una splendida placca che si sale fino a  una sosta intermedia. Proseguire a sinistra con un esposto traverso e doppiare uno spigolo. Salirlo con arrampicata sempre molto bella su roccia a cannule rimontando il filo e raggiungendo la sosta su due spit (45 m, 5b continuo, 7 spit e 1 sosta intermedia).

8° tiro: rimanere a destra del filo, quindi scendere sul lato opposto e traversare puntando alla base dell’ultima parete dove si sosta su due spit (30 , 1 spit, II/I).

9° tiro: sopra la sosta per bella parete, prima a scaglie (attenzione!) poi più compatta sostando nelle vicinanze della cima (15 m, 5b, 3 spit).

DISCESA

Dalla cima seguire la cresta di buona roccia, quindi scendere sul lato Nord (I/II) raggiungendo un primo intaglio. Continuare a scendere sul lato Nord, poi seguire una buona cengia che riporta in cresta. Scendere dall’opposto versante e traversare verso destra per cenge che diventano più facili fino a raggiungere un’evidente sella. Scendere per il canale a sinistra (lato Sud) fino a raggiungere il ghiaione sottostante. Per traccia (ometti) si scende e per medesimo percorso dell’avvicinamento si rientra al rifugio (1/1.30 h dalla cima).

OSSERVAZIONI

Via veramente bella con arrampicata mai troppo difficile ma neppure banale su roccia a tratti eccellente in un contesto selvaggio e piacevole.

La chiodatura è ottima! interamente a spit e sufficiente anche se qualche friend può risultare utile. Se la salita, attrezzatura e le difficoltà garantiscono un completo e tranquillo divertimento, la discesa è decisamente più alpinistica anche se tecnicamente facile (può essere consigliabile procedere in conserva, utile qualche friends).

Nell’accesso si incontra quasi sempre un po’ di neve (ad inizio stagione potrebbero risultare utili i ramponi). In discesa si passa vicino all’attacco, dove eventualmente si può lasciare qualcosa.

Sulla stessa parete alla cima centrale e orientale sono presenti altri due itinerari su difficoltà simili: Remise à flo (200 m, 5c) e Clémentine sans pépin (200 m, 5c).

Il rifugio Soreiller è naturale punto di appoggio, l’accoglienza è ottima e il cibo (alla francese) abbondante. Si può anche optare per il solo pernotto e cucinare nell’apposita cucina predisposta.

Il giorno prima all’Aguille Dibona abbiamo salito la via Madier.

METEO INCONTRATO (20 agosto 2018)

Bellissima giornata al mattino. Qualche nuvola verso gli ultimi tiri con nuvolosità in aumento durante la giornata. In discesa invece un temporale ci ha accompagnato per una buona mezzora!

RELAZIONE PDF

 

 

Attacco

Attacco

Sul quarto tiro

Sul quarto tiro

Sul sesto tiro

Sul sesto tiro

Ottavo tiro

Ottavo tiro

Contrasti sull'ottavo tiro

Contrasti sull’ottavo tiro

Our Rating

Salita9.3
Ambiente9
Arrampicata10
Roccia10
9.6
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Scritto da

REDclimber

FEDERICO ROSSETTI: Scalo, fotografo, racconto. Esperto di social media e comunicazione digitale, racconta le sue salite in montagna sul blog redclimber.it che ha fondato nell’autunno del 2012. In montagna muove i primi passi tra le cime dell’Appennino Settentrionale dove ha aperto nuove vie su roccia e ghiaccio. Vive le terre alte spinto dalla voglia di ricerca, riscoperta e avventura. Si dedica a raccontare le montagne dal blog alle pubblicazioni editoriali. Uno dei suoi progetti è « Vie normali Valle d’Aosta », salire tutte le 1226 cime della Valle d’Aosta e pubblicare una collana di 8 guide escursionistiche – alpinistiche. Nel 2020 ha fondato Mountain Communication, un’agenzia di comunicazione che si occupa di valorizzare realtà legate al mondo della montagna.

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