Jacopo Merizzi e Giuseppe “Popi” Miotti sono due figure storiche dell’arrampicata in val di Mello. Insieme agli altri “sassisti”, negli anni ’70, innalzarono i limiti dell’arrampicata libera sulle placche e le fessure di fondovalle, ma non si dimenticarono le grandi montagne vicine al confine con la Svizzera, dove qualche decennio prima il sesto grado era stato raggiunto sul granito da altri grandi come Cassin e Gervasutti.
Lo spigolo in questione termina ben lontano dalla vetta del Pizzo Torrone, è una via fine a se stessa, proprio nello spirito dei sassisti, che arrampicavano per il puro piacere di arrampicare, alla ricerca delle linee più belle e divertenti. In questo caso non si può dire che cercassero la difficoltà: lo spigolo è decisamente più abbordabile rispetto alle grandi classiche sulle montagne vicine (Gervasutti, Parravicini…), tuttavia è una salita logica, in ambiente straordinario, che non manca di un certo ingaggio. La chiodatura è veramente all’osso: in parte si può rivivere quello spirito di avventura e ricerca che deve avere mosso i primi salitori che, a quanto pare, si divertivano lo stesso a scalare tre gradi sotto al loro livello!
Prima salita: J. Merizzi e G. Miotti nel giugno 1975
AVANCORPO PIZZO TORRONE OCCIDENTALE (2900 m) – SPIGOLO SUD (VIA MERIZZI MIOTTI)

L’avancorpo meridionale del Pizzo Torrone Occidentale con i primi cinque tiri della Merizzi Miotti
INFO TECNICHE | |||
---|---|---|---|
Data Uscita | 16 luglio 2017 | Compagni | Luca Castellani, Alberto Piazza, Federico Rossetti |
Itinerario | Avancorpo Meridionale del Pizzo Torrone Occidentale - Spigolo Sud o Via Merizzi Miotti | Zona Montuosa | Masino-Bregaglia – Val di Zocca |
Tempo | Dal Rifugio Allievi circa 6/7 ore (3/5 ore la via) | Dislivello | 300 circa la via (in totale da San Martino circa 2000 +) |
Località di Partenza | San Martino (SO) | Quota partenza e arrivo | 900 - 2900 m circa |
Difficoltà globale | D-, III/R3 (da attrezzare) | Difficoltà tecnica | Passi di V, spesso III e IV |
Chiodatura | 3 chiodi di passaggio su tutta la via, alcune soste attrezzate con chiodi e cordini | Materiale | Una serie di friend, qualche chiodo |
Tipologia arrampicata | Diedri e lame, cresta facile esposta | Roccia | Granito complessivamente buono. A tratti ottimo talvolta un po' lichenoso e disturbato dall'erba. |
Periodo consigliato | Giugno/Settembre (la via prende il sole al mattino inoltrato) | Libro di vetta | No |
Punti d’appoggio | Rifugio Allievi Bonacossa, rifugi a fondovalle (Mello, Luna Nascente, Rasega...) | Acqua | Fontana al Rifugio Allievi e a Cascina Piana |
Cartografia utilizzata | Mappa Meridiani Montagne - Val di Mello | Bibliografia utilizzata | Andrea Gaddi, Nel regno del granito, Alpine Studio (n°49) Dal Pizzo Badile al Berina - Le 100 più belle ascensioni (n° 59) |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Sì! Salita logica e non banale in ambiente grandioso! |


L’avvicinamento sul sentiero Roma
AVVICINAMENTO
Da San Martino si sale verso la val di Mello con la strada asfaltata o un sentiero che inizia proprio nei pressi del campo sportivo, vicino al fiume. Restando sulla carrozzabile di fondovalle, si supera la Locanda del Gatto Rosso e la località Cascina Piana (coi rifugi Mello e Luna Nascente), dunque si raggiunge il bivio per il rifugio Allievi (1 ora circa da San Martino, 30 minuti da dove si ferma il bus).
Risalire il ripido sentiero della Val di Zocca, tutto nel bosco; superato un ponte e una casera, il bosco inizia a diradarsi e per panoramici pascoli in quota si raggiunge la Croce Parravicini; poco oltre si entra in un’affascinante conca glaciale, proprio ai piedi del rifugio, che si raggiunge con un ultimo strappo (4 ore da San Martino).
Dal Rifugio Allievi si imbocca a destra il sentiero Roma, puntando al massiccio versante ovest del Pizzo Torrone. Lo Spigolo Merizzi Miotti affronta il primo avancorpo, quello che si spinge più a valle; a sinistra vi è un secondo bastione, più alto, sul cui versante ovest salgono vie sportive.
Quasi sotto la verticale dello spigolo si abbandona il sentiero Roma e si sale per via non obbligata fino alla base dello spigolo. La via attacca alla base di una rampa un po’ erbosa ascendente da sinistra a destra (0.45 h dal rifugio).

INDICAZIONI STRADALI
Dalla statale della Valtellina, superato Morbegno, si risale la Val Masino fino al paese di San Martino. La strada che risale la Val di Mello è chiusa in estate, quindi occorre parcheggiare in paese. Presso il campo sportivo ci sono alcuni posti auto liberi, altrimenti occorre pagare 5 euro al giorno. Dal parcheggio principale parte ogni mezzora un pulmino che permette di risparmiare i 30 minuti di avvicinamento (costo 2 euro, ultima partenza alle 18).

Vene di quarzo!

L’attacco della via e le pareti occidentali degli avancorpi del Pizzo Torrone Occidentale, a sinistra sullo sfondo Punta Rasica.

RELAZIONE
1° tiro: attaccare la rampa che sale verso destra, superare un muretto (III-), poi seguire la rampa appoggiata via via più facile (II). Aggirare uno spigolo a destra e proseguire per erba fino alla sosta su due chiodi, cordini e anello di calata (50 m).
2° tiro: salire verticalmente sopra la sosta per rampette erbose più verticali (II/III) puntando a un diedro con un chiodo alla base. Attaccare il diedro leggermente verso destra con un passaggio iniziale non banale (V), poi per bella lama in dülfer (IV) fino ad entrare in un diedro che si segue più facilmente (IV-). Continuare per rampetta erbosa (I/II) fino alla sosta su un chiodo, spuntone e anello di calata (45 m – 1 chiodo).
3° tiro: salire sopra la sosta il canalino erboso (I), poi più verticalmente per caminetto poco accennato (III) fino ad uscire sulla cresta dove si prosegue mantenendosi a destra del filo fino a sostare su spuntone (50 m).
4° tiro: dalla sosta traversare un paio di metri a destra fino a reperire una rampetta erbosa che si sale con attenzione. Al suo termine salire verticalmente leggermente verso sinistra per sistema di lame verticali (IV+/V), uscendo verso destra su roccia delicata piuttosto muschiosa. Sosta su un chiodo e spuntone (45 m). In alternativa dalla sosta si può salire direttamente sul filo (1 spit), quindi per placche a lame ricongiungersi all’itinerario descritto.
5° tiro: salire sopra la sosta leggermente verso destra per sistema di lame (V, 1 chiodo), superare poi uno strapiombetto su ottime prese ed entrare in un diedro. Salirlo (IV) ed uscire in prossimità del filo dello spigolo. Attaccare una fessura ben presata (IV) e proseguire sullo spigolo un poco aereo fino a sostare su comodo ripiano su fettuccia (50 m, 1 chiodo non sicuro!).
6° tiro: traversare a sinistra in leggera discesa fino alla base di un diedro erboso. Salirlo (III) fino a quando diventa più verticale, passo delicato (IV-). Proseguire per rampette erbose verso sinistra fino a una comoda sosta su un chiodo e un cordone incastrato alla base di un diedro (40 m, 1 chiodo).
7° tiro: salire un metro sopra la sosta, quindi traversare a destra per evidenti lame bianche, un poco strapiombanti (IV+). Uscire sullo spigolo e seguire il filo per placche appoggiate, quindi superare un salto per fessura a destra (IV) e una piccola trincea porta alla comoda sosta su spuntone (40 m).
8° tiro: tenersi a sinistra in leggera discesa, quindi nuovamente in cresta in piano fino a sostare su spuntoni prima di un’evidente placca (30 m).
9° tiro: attaccare lo spigolo per la placca seguendo prima la fessura a destra (IV+), poi sul filo fino a un piccolo terrazzino sul lato sinistro. Proseguire mantenendosi sul lato destro (IV) fino a un secondo terrazzino. Proseguire a destra per esile cengia, superare dei blocchi e sostare su una selletta su cordoni (40 m).
10° tiro: seguire lo spigolo con facile arrampicata molto bella (III), poi più facile fino alla sommità dove si sosta su spuntoni e cordini vecchi (30 m).
DISCESA
Proseguire sulla cresta fino a un’evidente cengia sul lato destro, seguirla pochi metri fino a una prima calata attrezzata, 1 spit e un chiodo con cordini e anello di calata. Scendere in doppia o proseguire con attenzione a piedi; si scende bene per erba fino a una prima ulteriore calata (ometto), poi per un diedrino (III) fino a una seconda calata dove è obbligatorio scendere in doppia seguendo un evidente diedro. Con due calate la prima da 50 m su spuntoni, cordini e anello di calata; la seconda da 60 m su tre chiodi, cordini e anello di calata, si raggiunge la base della parete. Scendere senza via obbligata (ometti) traversando decisamente a sinistra sul bordo della scarpata. Quando il terreno lo permette scendere, quindi costeggiare le pareti a destra fino a raggiungere l’attacco, qui per medesimo percorso dell’andata si rientra al Rifugio Allievi (1.30 h dall’uscita della via).


In uscita dal quarto tiro

Bella esposizione sul settimo tiro

La bellissima scala verso il cielo del decimo tiro

Ambientoni granitici


L’ultima doppia

OSSERVAZIONI
Bella salita in ambiente notevole. Via logica che seppur aperta negli anni settanta ricorda per percorso e gradi le classiche di cinquant’anni prima. La prima parte ne risente abbastanza ed è molto erbosa!, ma salendo l’arrampicata si fa più piacevole, soprattutto quando si esce in cresta dove la vista si apre sulle cime circostanti e si salgono un paio di tiri non difficili ma particolarmente estetici e dall’arrampicata piacevole su ottima roccia compatta.
Le difficoltà non superano mai il quinto grado (il 4° e il 5° tiro sono quelli più impegnativi), ma la via è totalmente da proteggere (3 chiodi di passaggio: uno buono, uno ballerino e uno rosso fiamma di utilità nulla). Le soste sono sempre comode, per la maggior parte attrezzate a chiodi o su spuntone.
La via inoltre è sempre da cercare e spesso si è portati a deviare sulla bella roccia, testimonianza lo spit sul quarto tiro, ma l’erba dei diedri è sempre la giusta via da seguire! Se amate arrampicare per arrampicare andate altrove, se vi piacciono le classiche ‘facili’ la salita complessivamente è meritevole e da accoppiare con qualche altra via in Val di Zocca.
Non attaccare presto, la via non è lunga e prende il sole tardi. Le doppie sono rapide.
Dal Rifugio Allievi abbiamo salito anche la via normale al Picco Luigi Amedeo.
La salita rientra nella rassegna #Rifugidariscoprire 2017.
RELAZIONE PDF

Vista sulla Cima di Zocca e in basso, in piccolo, il Rifugio Allievi Bonaccossa
Nessun commento