Spigolo Vernet alla Nasta: un elegante spigolo nel cuore delle Marittime

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Cima-di-Nasta-Spigolo-Vernet

La Cima di Nasta domina imponente nel magnifico anfiteatro di cime che circonda il Rifugio Remondino nelle Alpi Marittime. La via dei fratelli Vernet risale il più prominente ed elegante degli speroni che caratterizzano la Nasta e conduce direttamente in vetta. Si tratta di una via varia nei passaggi ed elegante nella linea, non semplicemente uno spigolo. Dall’attacco alla cima vi troverete ad arrampicare dapprima in un tetro canalone, quindi su un grande sperone e solo negli ultimi tiri su un affilato ed aereo spigolo. Se si decide di percorrere le varianti, ben chiodate e su ottima roccia, proposte in questa relazione, la via risulta interessante anche dal punto di vista dei passaggi di arrampicata. In più si tratta di una via alpinistica di alta montagna, ma con un avvicinamento ed un rientro comodi e relativamente semplici.

Prima salita: fratelli Vernet 1929

CIMA DI NASTA (3108 m) – SPIGOLO VERNET

La nasta, lo spigolo Vernet è il più alto a sinistra

La Nasta, lo spigolo Vernet è il più alto a sinistra

INFO TECNICHE
Data Uscita12-13 agosto 2017CompagniPaolo Bernardi, Alberto Piazza
ItinerarioSalita alla Cima di Nasta dallo Spigolo VernetZona MontuosaAlpi Marittime
Tempo8/9 h (5/6 h la via)Dislivello1350 m (400 m la via)
Località di PartenzaPiano della Casa del Re (1762 m)Quota partenza e arrivo1762 - 3108 m
Difficoltà globaleD (D+ con le varianti)Difficoltà tecnicaIV° ( con le varianti)
ChiodaturaSoste a chiodi da verificare e trovare! Chiodi sui passi più impegnativi.MaterialeDa arrampicata, una serie di friend
Tipologia arrampicataVariaRocciaGneiss
Periodo consigliatoEstateLibro di vettaSi
Punti d’appoggioRifugio Remondino (2430 m)AcquaPresso il rifugio Remondino
Giudizio100100100100100ConsigliataSi!

INDICAZIONI STRADALI

Da Cuneo seguire le indicazioni per Borgo San Dalmazzo, qui imboccare la valle del Gesso tenendo prima per Valdieri poi per Terme di Valdieri. In prossimità di questa località imboccare a sinistra una piccola strada che risale la valle del Gesso della Valletta. Si segue la strada, prima asfaltata poi ghiaiata, per circa 4-5 chilometri, oltrepassando l’imbocco del sentiero per il Rifugio Bozano, fino a giungere al Piano della Casa del Re (1762 m) dove la strada termina ed inizia il sentiero per il rifugio Remondino.

AVVICINAMENTO

Al Rifugio Remondino si sale per il comodo e panoramico sentiero n.11 (1,30-2 h). Dal rifugio si punta allo sperone salendo dapprima lungo il sentiero segnalato che porta al lago di Nasta che si lascia ben presto per risalire verso sinistra il pendio di sfasciumi. Si risale il pendio fin sotto la parete alla base del caratteristico canalone che la divide nel mezzo. Alla base del canalone è presente un nevaio perenne, spesso ghiacciato, che occorre salire prestando molta attenzione. L’attacco si trova sulle placche a sinistra del canale ed è segnalato da un chiodo con cordone.

RELAZIONE

1° tiro: si segue una rampa camino che sale leggermente da sinistra verso destra fino a sostare su due chiodi (40 m, 3 chiodi, II-III con passaggi di III+).

2° tiro: dalla sosta salire verticalmente lungo il diedro-canale con un piccolo strapiombetto (1 chiodo, IV) fino a raggiungere una sosta su chiodo e spit con anelli di calata (20 m, II con passaggi di IV).

3° tiro: dalla sosta si sale leggermente verso destra ad un chiodo, qui conviene abbandonare il diedro spostandosi verso destra sul più facile. Quindi rientrare nel diedro più in alto dove si sosta su due spit (30 m, II-III, delicata per l’erba e i licheni).

4° tiro: salire a sinistra della sosta per un canaletto con lame staccate (2 chiodi, III), poi risalire lo spigolo stando sulla destra (III e IV) fino a raggiungere una sosta con 2 chiodi con cordone su comodo terrazzino (50 m).

5° tiro: traversare a sinistra in orizzontale per 3-4 m sino ad intercettare un’altra sosta (III+, 2 chiodi), da qui salire il diedro con blocchi instabili (1 chiodo) e proseguire sul filo dello spigolo tenendo leggermente la sinistra (II-III+) fino a sostare su due chiodi con fettuccia e cordone (35 m).

6° tiro: salire una placca tenendosi alla sua sinistra verso un diedrino con fessura (IV, 2 chiodi). Dopo il diedrino traversare a destra in placca fino ad una sosta su 3 chiodi da controllare (40m, III+, IV)

7° tiro: dalla sosta salire verticalmente, con piccole ma buone prese, puntando ad un caratteristico spuntone con terrazzino, quindi risalire la fessura verticale con passaggi ad incastro (1 chiodo e 1 fettuccia, IV+/V-). Sbucare su un terrazzo e risalire il diedro sovrastante fino ad una sosta su tre chiodi (40 m). N.B. Quella da noi seguita potrebbe essere una variante, lo stesso tiro può essere salito nel seguente modo: dalla sosta salire traversando a destra per placca delicata IV+ (1 chiodo) e poi per lo spigolo più facile (2 chiodi) fino alla sosta.

8° tiro: salire il diedro verticale (3 chiodi, V) poi proseguire per lo spigolo più facile (IV, 1 chiodo). Si sosta su un terrazzino posto al termine del tratto verticale. Sosta su 2 chiodi che salendo si trovano sulla sinistra. (35-40 m). N.B. La via originaria passa a sinistra del diedro iniziale ed è più facile, ma il diedro è molto bello e ben chiodato!

9° tiro : si prosegue per lo spigolo qui appoggiato e pieno di detriti (I-II). Lo spigolo si verticalizza nuovamente ed occorre seguirne fedelmente il filo (2 chiodi, IV aereo, bello!) per circa 30m fino a sostare su un pulpito ricco di spuntoni da cui si può vedere il successivo torrione (40-50 m).

10° tiro: si prosegue qualche metro sullo spigolo, ora quasi orizzontale, prestando attenzione ai blocchi instabili, quindi si traversa a destra sotto la cima del torrione fino alla sosta su 2 chiodi posta alla base del pilastro terminale. (40 m, II delicato, blocchi instabili).

11° tiro: si sale a destra della caratteristica ampia fessura verso uno spuntone con cordini, si rimonta a fianco dello spuntone e si sale verticalmente seguendo i chiodi (3). A questo punto si può scegliere se salire a sinistra per la bella fessura (chiodo blu) o a destra (chiodo rosso). Noi siamo saliti per il chiodo rosso, qui all’uscita del tratto verticale occorre prestare attenzione alla roccia instabile. Sosta su spuntoni. (30-40 m, V) Note: il tiro è bellissimo e la bella fessura si può risalire anche nella prima parte evitando lo spuntone con cordini, spit in loco ma difficoltà sconosciuta.

Ora le difficoltà della via sono finite ma, per giungere in vetta, occorre proseguire sulla cresta orizzontale, esposta ma facile, per circa 100-150 metri. La cresta si può percorrere in conserva (II con passaggi di III) fino alla prima croce (vetta ovest) dove è presente il libro di vetta.

DISCESA 

Dalla vetta ovest portarsi, scendendo qualche metro, all’intaglio tra le due vette. Da qui si scende nel versante nord per sentiero esposto e segnalato con frecce e bolli rossi. Dopo circa 15 minuti si giunge al Colletto della Forchetta. Dal Colle della Forchetta si scende lungo il canalone detritico verso sud puntando al Lago di Nasta, da qui verso ovest per tracce di sentiero segnalato si ritorna al Rifugio Remondino (1.30 h dalla vetta).

OSSERVAZIONI 

Prestare attenzione al piccolo nevaio all’attacco che può risultare molto insidioso se ghiacciato.

La via è ben attrezzata ma i chiodi risultano spesso poco evidenti a causa del colore molto simile a quello della roccia. Occorre un certo fiuto nella ricerca della migliore linea di salita.

Relazione e fotografie di Alberto Piazza.

RELAZIONE PDF

 

 

Verso il Rifugio Remondino

Verso il Rifugio Remondino

La rampa percorsa dai primi tiri

La rampa percorsa dai primi tiri

Il bel diedro dell'ottavo tiro

Il bel diedro dell’ottavo tiro

Il Rifugio Remondino e la Cima di Nasta

Il Rifugio Remondino e la Cima di Nasta

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Salita9
Ambiente10
Arrampicata7
Roccia8
8.5
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Scritto da

REDclimber

FEDERICO ROSSETTI: Scalo, fotografo, racconto. Esperto di social media e comunicazione digitale, racconta le sue salite in montagna sul blog redclimber.it che ha fondato nell’autunno del 2012. In montagna muove i primi passi tra le cime dell’Appennino Settentrionale dove ha aperto nuove vie su roccia e ghiaccio. Vive le terre alte spinto dalla voglia di ricerca, riscoperta e avventura. Si dedica a raccontare le montagne dal blog alle pubblicazioni editoriali. Uno dei suoi progetti è « Vie normali Valle d’Aosta », salire tutte le 1226 cime della Valle d’Aosta e pubblicare una collana di 8 guide escursionistiche – alpinistiche. Nel 2020 ha fondato Mountain Communication, un’agenzia di comunicazione che si occupa di valorizzare realtà legate al mondo della montagna.

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