Le pareti di Montesordo sono pagine di storia dell’arrampicata a Finale Ligure: all’Alveare, nel 1985, Andrea Gallo si lanciava in libera sulla sua via Hjanea, 8b+, una pietra miliare dell’alta difficoltà. “Solo” 12 anni prima, nel settore principale, Gianni Calcagno e Alessandro Grillo salivano con chiodi e scarpette da tennis un’evidentissima fessura, che nella parte alta formava come un arco: la battezzarono via della Marcia, ma oggi quasi tutti la conoscono come l’Arco dei Guaitechi, nome suggerito da Alessandro Gogna e con il quale la via compare fra i suoi 100 Nuovi Mattini. Nonostante sia affiancata da numerosi monotiri, e la richiodatura a resinati ne abbia notevolmente ridimensionato l’impegno, la via conserva ancora tutto il fascino della linea perfetta, logica, esposta e su roccia eccezionale: ormai un po’ consumata nel primo tiro, il più duro, ma ancora commovente sul secondo.
Prima salita: G. Calcagno, A. Grillo, giugno 1973
MONTE SORDO – SETTORE CENTRALE (250 m) – VIA ARCO DEI GUAITECHI

Il settore Centrale di Monte Sordo, in rosso L’arco dei Guaitechi (Via della marcia) in blu Sipario di Pietra
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 17 novembre 2018 | Compagni | Luca Castellani, Federico Rossetti |
Settore | Monte Sordo - Settore Centrale | Itinerario - Via | L'arco dei Guaitechi (via della Marcia) |
Esposizione | Ovest | Periodo consigliato | Tutto l'anno, consigliabile in inverno |
Tempo | 2 h (0.40 h la via) | Sviluppo | 60 m |
Difficoltà | D+, I/S1, 6a | Chiodatura | Ottima a fittoni resinati |
Tipologia arrampicata | Diedro | Roccia | Calcare ottimo/eccellente |
Materiale | Da arrampicata (10 rinvii) | Bibliografia | Finale climbing |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | 'Breve ma buona'. Da non perdere. |

INDICAZIONI STRADALI
Usciti dal casello di Finale Ligure seguire la strada direzione Finale. Dopo poco più di un chilometro, a una rotatoria, svoltare a sinistra, attraversare il ponte e proseguire (a sinistra) verso Calice Ligure. Dopo un altro chilometro svoltare a destra (indicazioni Perti Alto) e seguire la piccola strada asfaltata che sale fino a una chiesa. Proseguire sulla stradina (ignorando il divieto…) fino a un primo parcheggio in vicinanza di alcune case (Park Scimarco, pochi posti). Da qui è già possibile raggiungere la via (ACCESSO 1, consigliabile se si vuole salire anche la via Capriccio Diagonale.) Si può anche proseguire e raggiungere un secondo parcheggio (Park Monte Sordo). In questo caso l’accesso è più diretto ma un po’ più contorto (ACCESSO 2).
AVVICINAMENTO
ACCESSO 1: dal parcheggio Scimarco, imboccare la strada a destra (indicazioni ‘Contrada Valle”) che scende a destra. Attraversare un gruppetto di case, quindi imboccare il sentiero (indicazioni Sant’Antonio e Sentiero Ermanno Fossati). Seguirlo nel bosco in salita fino a un bivio dove si tiene la sinistra (indicazioni Giro delle chiese). Seguire il sentiero fino a raggiungere il settore ‘Parete dimenticata‘. Proseguire costeggiando le pareti con qualche saliscendi fino a raggiungere il ‘Settore Centrale‘. La via attacca alla base dell’evidente diedro (0.20 h).
ACCESSO 2: dal parcheggio Monte Sordo scendere qualche metro sulla strada, quindi imboccare il sentiero a sinistra (accesso non percorso/non verificato).
RELAZIONE
1° tiro: seguire la bella fessura diedro subito verticale (incastro di mano), poi aiutandosi con un alberello si raggiunge la lama. Salirla con stupenda dülfer esterna, quindi rientrare nel diedro che diventa più impegnativo e con passi più tecnici si raggiunge la sosta appesa su due fittoni (30 m, 6a, 9 fittoni e 1 chiodo).
2° tiro: seguire il diedro su roccia splendida fino a quando l’arco piega a destra. Assecondarlo con arrampicata più esposta su buone prese (fittone in alto sul bordo del tetto) uscendo poi direttamente per strapiombetto o a destra (più facile). Superata una placchetta su abbondanti fittoni e catena per calata (30 m, 5c, 7 fittoni e 2 chiodi).
DISCESA
Con una doppia da circa 50 m (attenzione a non incastrare le corde sull’albero a metà parete) o con due doppie più brevi sulla verticale della seconda sosta.
OSSERVAZIONI
Via storica, dalla linea e arrampicata splendida!
La via oggi si perde nella selva di monotiri e alla base troverete più falesisti che cacciatori di vie lunghe ma, superato il primo e più impegnativo tiro, che a tratti soffre delle miriadi di ripetizione, la roccia tornerà ruvida e forse tra un ‘urletto’ e l’altro vi abbandonerete solo all’arrampicata. Alla seconda sosta poi vi calerete, ma prima fermatevi un attimo, volgete uno sguardo all’insù e ricordatevi che la via proseguiva nella giungla di arbusti. Riflettete dunque se avete salito una via o semplicemente masticato due tiri sulla meravigliosa roccia finalese.
Può essere consigliabile per chi non ama troppo la falesia (sulle stesse difficoltà) combinare la salita con Capriccio Diagonale alla Grotta dell’Edera e la vicina Sipario di Pietra. In zona poi ci sono altre possibilità di brevi salite di più tiri al Pilastro di Mu e nello stesso Settore Centrale.
Nell’avvicinamento e soprattutto nella discesa ci siamo persi più volte nel labirinto di tracce e sentieri, la descrizione pertanto non è particolarmente accurata!
METEO INCONTRATO (17 novembre 2018)
Giornata fredda e ventosa. L’idea era salire una via lunga al Pianarella ma il meteo ci ha fatto propendere per il più soleggiato Monte Sordo.
RELAZIONE PDF


1° tiro

Il diedro del secondo tiro

Ultimo tratto verso la prima sosta
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