Lo Scudo di Enea: la prima via moderna a Rocca Sbarua

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Rocca Sbarua - Lo Scudo di Enea

Rocca Sbarua: da quasi un secolo palestra prediletta dagli alpinisti torinesi. Su questi appicchi di Gneiss affacciati sul Monviso e la pianura piemontese, hanno lasciato la loro firma personaggi come Giusto Gervasutti, Gabriele Boccalatte, Guido Rossa, Gian Piero Motti, Giancarlo Grassi e tanti altri. Oggi la Rocca Sbarua (“rocca spaventa”), nome con cui i primi rocciatori chiamavano l’impressionante settore delle Placche Gialle che poi si è esteso alla vasta zona di torrioni, è luogo ampiamente frequentato e addomesticato per l’ottima attrezzatura a spit di quasi la totalità delle vie che sono cresciute come funghi su questi bellissimi speroni dalla roccia simil-granito.

Lo Scudo di Enea è la prima via attrezzata dall’alto in ottica moderna della Sbarua e sale al limite sinistro della Parete Centrale lungo una placconata compatta tra le storiche via dei Pinerolesi (De Serventi, F. Burdino e Orbecchi, 1950) e dei Torinesi (sconosciuti, anni ’50). La via conta tre brevi tiri con arrampicata che diventa più interessante salendo, concludendosi in un verticale muro giallastro all’apparenza molto difficile.

Prima salita: Marco de Marchi dall’alto, 1982

ROCCA SBARUA (PARETE CENTRALE) – LO SCUDO DI ENEA

Rocca Sbarua - Lo Scudo di Enea

Le placconate dove sale la via; in alto è evidente la placca gialla del terzo tiro

INFO TECNICHE
Data Uscita8 marzo 2017CompagniFederico Rossetti, Pietro Gaibazzi
SettoreSettore CentraleItinerario - ViaLo Scudo di Enea
Tempo3 h (1 h la via)Sviluppo70 m circa
DifficoltàD+, I/S2, 6aChiodaturaOttima a spit
Tipologia arrampicataPlaccaRocciaGneiss ottimo/eccellente
MaterialeDa arrampicata, 6 rinviiBibliografia utilizzataRocca Sbarua - Climbing Map
Giudizio100100100ConsigliataPer completare la giornata a Sbarua (bello il terzo tiro).

INDICAZIONI STRADALI

Dal centro di Pinerolo seguire le indicazioni per San Pietro in Val Lemina; risalire tutta la valle, seguendo le indicazioni per Talucco, che si supera. Svoltare a sinistra al bivio per il rifugio Casa Canada, seguire una ripidissima strada asfaltata fino a un ampio parcheggio. Nelle giornate affollate conviene fermarsi qui, altrimenti si può proseguire per un chilometro fino alla località Dairin (pochi spiazzi lungo la strada, attenzione ai divieti).

AVVICINAMENTO

Seguire il bel sentiero panoramico e molto frequentato che in circa mezz’ora conduce al rifugio Casa Canada. Dal rifugio individuare il sentiero marcato a bolli rossi che sale ripido nel boschetto appena dietro il rifugio. In circa 10 minuti si raggiunge un bivio in prossimità della base della parete: salire a sinistra costeggiando la parete fino all’estrema sinistra alla base di placche compatte, al centro attacca la via (targhetta, 0.50 h da Dairin).

RELAZIONE

1° tiro: salire sopra la targhetta ‘Scudo di Enea‘ (primo spit molto alto…) tenendo la linea centrale di spit e facendo attenzione a non finire sulla vicina Via dei Pinerolesi a sinistra o sulla Via dei Torinesi a destra che seguono le opposte larghe fessure. Salire per placche appoggiate, quindi sostare al limite destro del tetto (30 m, 5c – 5 spit).

2° tiro: superare il tettino, poi per belle placche a tacche raggiungere la base dell’ultima placca verticale (20 m, 5c – 5 spit).

3° tiro: attaccare la placca giallastra molto verticale ma ben presata, sostare sulla sommità (10 m, 6a – 4 spit).

DISCESA

A sinistra su sentiero segnato con bolli rossi che con qualche tratto attrezzato con catena riporta prima all’attacco, poi al Rifugio Melano, quindi al parcheggio (0.50 h dall’uscita della via).

OSSERVAZIONI

Via breve, nulla di esaltante ma ottima per completare la giornata (bella da metà in su!). Attenzione a non perdersi sulle vie a fianco… tenersi al centro della placca sopra la targhetta e fare attenzione a sostare al limite destro del tetto a metà ‘parete’.

Dal termine della via si può anche raggiungere la ‘vetta’ per sentiero o percorrendo la normale per il Passo del Gatto (per facili risalti, fino ai piedi di un grande tetto: per superarlo occorre infilarsi in un cunicolo che sale leggermente a destra: è il caratteristico Passo del Gatto, dove occorre strisciare e lo zaino è molto scomodo! (III+). Si esce traversando a destra dove si incontra l’ultima sosta. L’ultimo tiro sale a sinistra, poi per rocce facili fino alla vetta dello sperone, dove si attrezza la sosta su spuntoni. Attenzione all’attrito).

Sulla stessa placconata salgono, da sinistra: Prenota la Polenta (120 m, 5L, 5b), Luna Rossa (45 m, 2L, 6b), Via dei Saviglianesi (50 m, 3L, 5c), Via dei Giapponesi (30 m, L1, 5b), Via dei Pinerolesi (70 m, 2L, 5a), Via dei Torinesi (70 m, 3L, 5b – chiodata lunga!).

Il Rifugio Melano/Casa Canada è particolarmente accogliente e permette anche di posizionare le tende in una vicina piazzola (fontana!).

A Rocca Sbarua abbiamo salito anche la Gervasutti-Ronco (V+), lo Sperone Rivero (V), Il gioco delle perle di Granito (6a), L’Armandone (6b), la Motti-Grassi (6c), lo Spigolo Bianciotto (5c) e Bon-Ton (6a+).

Qui è possibile scaricare gratuitamente gli schizzi di alcune delle vie di Rocca Sbarua, o visualizzarli direttamente on-line QUI (by Giulio Scarca & Renato Giustetto).

RELAZIONE PDF

 

 

Rocca Sbarua - Lo Scudo di Enea

La base della placconata

Rocca Sbarua - Lo Scudo di Enea

Primo tiro

Rocca Sbarua - Lo Scudo di Enea

La compatta placca del terzo tiro

Rocca Sbarua - Lo Scudo di Enea

La placca del terzo tiro

 

 

 

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Salita8
Ambiente8
Arrampicata8.5
Roccia9
8.4
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Scritto da

REDclimber

FEDERICO ROSSETTI: Scalo, fotografo, racconto. Esperto di social media e comunicazione digitale, racconta le sue salite in montagna sul blog redclimber.it che ha fondato nell’autunno del 2012. In montagna muove i primi passi tra le cime dell’Appennino Settentrionale dove ha aperto nuove vie su roccia e ghiaccio. Vive le terre alte spinto dalla voglia di ricerca, riscoperta e avventura. Si dedica a raccontare le montagne dal blog alle pubblicazioni editoriali. Uno dei suoi progetti è « Vie normali Valle d’Aosta », salire tutte le 1226 cime della Valle d’Aosta e pubblicare una collana di 8 guide escursionistiche – alpinistiche. Nel 2020 ha fondato Mountain Communication, un’agenzia di comunicazione che si occupa di valorizzare realtà legate al mondo della montagna.

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