Via classica del gruppo dei Monti Sibillini, lo spigolo sud della Quinta Piccola non spicca certo per qualità della roccia e continuità dell’arrampicata. Ciononostante si tratta di un’ascensione, seppur breve, a una cima panoramica di prim’ordine, immersa in un ambiente notevole: purtroppo non incontaminato, siccome il circo glaciale dell’alta val di Bove è sfregiato dai ruderi di una mastodontica funivia mai entrata in funzione.
L’accesso alla Quinta Piccola è regolamentato dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini: siccome l’area del Monte Bove è soggetta al ripopolamento da parte del camoscio appenninico, qui si può arrampicare solo da aprile a ottobre, periodo nel quale si suppone che i camosci si spostino nel versante all’ombra del Bove: cioè la grande parete nord, molto più interessante a livello alpinistico, che di conseguenza rimane inaccessibile (pena multa) nei mesi caldi, restando appannaggio dei fortissimi per l’inverno!
Prima salita: M. Moretti, G. Mainini, P. Perucci, 13 ottobre 1957
CROCE DI MONTE BOVE (1904 m) – CRESTA SUD DELLA QUINTA PICCOLA

INDICAZIONI STRADALI
Raggiungere Visso da Foligno o da Macerata: qui seguire le indicazioni per Ussita, dunque per Frontignano. Proseguire verso la partenza degli impianti e parcheggiare presso l’hotel Felycita (numerosi posti auto).
AVVICINAMENTO
Imboccare il sentiero 272, appena a sinistra dell’hotel, e seguire le indicazioni per la Val di Bove. Il sentiero è una piacevole passeggiata nel bosco fino ai piedi delle pareti di Quinta Grande e Piccola, che si tengono a sinistra, poi inizia a salire con più decisione. Raggiunta una grande fonte – la Sorgente di val Bove – dove il bosco lascia spazio ai pascoli, individuare una traccia che traversa a sinistra, prima tra i faggi poi su ghiaione, puntando direttamente alle pareti. La cresta sud della Quinta Piccola è riconoscibile per una croce posta su un terrazzo circa a metà; aggirarne il primo salto per una cengia erbosa a destra dello spigolo e raggiungere l’attacco, targa del CAI e sosta su due chiodi all’attacco.
RELAZIONE
1° tiro: salire sulla destra del filo (III, roccia delicata), seguire dunque la cresta più abbattuta superando una paretina (III, chiodo). Sostare vicino a una pianta, nel caso usandola insieme a uno spuntone (30 m).
2° tiro: traversare a destra sotto le pareti verticali (II), finché queste si abbattono. Salire dunque a sinistra per massi abbattuti (III, chiodo e pini mughi) fino a raggiungere una croce su un pulpito, che si sfrutta come sosta (25 m).
3° tiro: salire in diedro sulla destra dello spigolo (III, due chiodi vicini); superato un cavo di ferro (eventuale via di fuga a destra) proseguire per bella placca lavorata (III, passo di IV, due chiodi) fino al terrazzino con la sosta su due chiodi (40 m).
4° tiro: affrontare il camino-canale sopra la sosta (III), dunque prendere la lama che permette di riguadagnare il filo dello spigolo con piacevole esposizione (IV, due chiodi). Sostare su spuntoni (25 m).
Proseguire sulla cresta via via più semplice (qualche vecchio segno CAI nella seconda parte) fino all’evidente Croce di Monte Bove (1905 m, 30 minuti dalla fine della via).
DISCESA
Dalla cima per sentiero segnato si scende verso Nord, tenendo la destra al bivio per il Monte Bove Nord, e raggiungendo in breve la fonte di val di Bove, dove si torna al punto di partenza. E’ possibile evitare di salire alla vetta tagliando per tracce a destra sotto l’ultimo bastione che sorregge la croce (probabilmente anche prima).
OSSERVAZIONI
Una classica facile, adatta anche a muovere i primi passi da capocordata in ambiente: l’attacco è un po’ da cercare, le soste sono da attrezzare (trovati spit martellati) e la roccia non è sempre affidabile. Peccato per il divieto da novembre ad aprile: se a inizio primavera è facile ci sia ancora troppa neve in zona, la via vista l’esposizione sarebbe perfetta nel tardo autunno.
Nei Sibillini abbiamo salito anche il Pizzo del Diavolo per la Direttissima e lo Spigolo Bafile.
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