Il Re del Lago è una via alpinistica di più tiri che sale il vago spigolo meridionale di Cima Capi, al di sopra delle falesie note come Regina del Lago o Pareti della strada del Ponale. Itinerario di natura esplorativa, aperto dal basso usando solo protezioni tradizionali, presenta tra un tiro e l’altro tratti più o meno brevi di bosco, che rendono l’arrampicata un po’ discontinua e mai obbligata; le singole lunghezze però sono quasi tutte godibilissime, su calcare lavorato e ben proteggibile che migliora mano a mano che si sale. Scarso affollamento, colpo d’occhio sorprendente sull’alto Garda, possibilità di finire la giornata sulle vie vicine oppure di proseguire fino a Cima Capi con una ferrata facile e divertente: sono tutti validi motivi per ripetere Il re del Lago.
Prima salita: Mattia Bonanome, Fabio Della Casa, agosto 2014
CIMA CAPI/PARETE STRADA DEL PONALE – VIA RE DEL LAGO

Le pareti della Strada vecchia del Ponale (con la strada nuova). Sul crestone a destra sale la via del Re
INFO TECNICHE | |||
---|---|---|---|
Data Uscita | 31 dicembre 2017 | Compagni | Luca Castellani, Alberto Piazza |
Settore | Pareti della vecchia strada del Ponale , 700 m circa, Biascesa di Ledro | Itinerario - Via | Via Re del Lago e salita a Cima Capi (907 m) |
Esposizione | SE | Peridio consigliato | Tutto l'anno tranne i mesi più caldi |
Tempo | 2/3 h la via, 45 minuti avvicinamento, 1 ora scarsa discesa. Se si sale a Cima Capi contare almeno altre 2 ore | Sviluppo | 200 m la via |
Difficoltà | D, max V+ | Chiodatura | Chiodi e cordini in via nei tratti difficili. Soste su cordini |
Tipologia arrampicata | Placca | Roccia | Calcare molto buono |
Materiale | Cordini, scelta di friends | Bibliografia utilizzata | Relazione sul web (Planetmountain) |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Sì, ambiente panoramico e arrampicata piacevole |

INDICAZIONI STRADALI
Da Riva del Garda seguire le indicazioni per la val di Ledro: superata una galleria lunga 3 chilometri, si posteggia in uno spiazzo sulla destra, poco prima del bivio per Pregasina.
Se si intende salire su Cima Capi dopo la via, parcheggiare in paese a Biascesa di Ledro (vedi Avvicinamento alternativo).
AVVICINAMENTO
Dallo spiazzo tornare indietro lungo la strada fino all’imbocco della vecchia strada del Ponale (indicazioni). Poco dopo una galleria, salire a sinistra per una scala, dunque a destra al primo bivio (seguire ometti e segni CAI). Ignorare prima una traccia a sinistra, poi una a destra e continuare a salire fino a che il sentiero traversa decisamente a destra.
Poco dopo un tratto esposto si incontra un cartello PARK e alcuni ometti: imboccare la traccia in salita a sinistra. Ormai a ridosso delle pareti, una nuova traccia si stacca a sinistra per roccette (indicazioni settore A). In breve si raggiunge la falesia, che va interamente costeggiata verso destra fino al filo dello spigolo. Qui si trova l’attacco (nome).
AVVICINAMENTO ALTERNATIVO (CIMA CAPI)
Se si è parcheggiato a Biascesa, salire per la strada verso il centro del paese (segni CAI) fino a un bivio: qui seguire a destra il sentiero 472 (indicazioni Strada del Ponale) che in leggera discesa conduce al primo bivio appena sopra la vecchia strada. Da qui come da descrizione precedente.


L’attacco della via

Su Cima Capi

RELAZIONE
1° tiro: dritti per la placca appoggiata, un po’ avara di buoni appigli. Superare una fessura verticale (V, cordino consumato) e spostarsi un poco a destra. Altro passaggio un po’ delicato (V, chiodo con cordone) dunque su placca via via più appoggiata fino alla sosta su albero (30 m, IV, V, 2 chiodi, cordini in clessidre).
2° tiro: spostarsi a sinistra superando un vago diedrino con pianta (IV) dunque piegare a destra più facilmente. Sosta su albero (15 m, IV, III, cordino in clessidra). I due tiri sono eventualmente concatenabili.
Salire nel bosco fino a un sentiero CAI. Pochi metri a sinistra, una sorta di scaletta porta alla base di un nuovo risalto roccioso (disegno con la corona).
3°tiro: per facili risalti puntare a uno strapiombino, che si supera a destra (V, chiodo con cordone). Seguire poi una bella lama a sinistra fino a un alberello, poi riportarsi a destra sulla placca, ora più facile, fino alla sosta su pianta (35 m, III, V, IV, 2 chiodi, cordini in clessidre).
Nuovo breve trasferimento nel boschetto, leggermente a sinistra.
4° tiro: salire la paretina strapiombante da destra verso sinistra, sfruttando buone maniglie (V). Dunque piegare a destra più facilmente (attenzione a due grosse scaglie, evitabili a destra) fino a una divertente lama obliqua a destra (IV+). Poi di nuovo a sinistra per placca (III+) fino al terrazzino di sosta (25 m, V, IV+, III+, 2/3 chiodi, cordini in clessidre).
5° tiro: spostarsi un poco a destra fino alla base di una parete compatta e un po’ strapiombante: salire sfruttando una buona presa rovescia , poi per diedro portarsi all’inizio di una grande fessura, e uscire per rocce strapiombanti ben ammanigliate a sinistra (V+ continuo). Ultimo passo delicato su placca a sinistra, poi le difficoltà calano. Seguire la placconata in obliquo a destra fin quando la parete si abbatte. Proseguire ancora facendo attenzione ai sassi smossi e sostare su una cengetta con cordone in clessidra, si nota una vecchia scritta CERVASONI sulla roccia (45 m, V+, IV, I, 5 chiodi, cordini in clessidre).
NOTA: Ci sono due varianti più facili a sinistra, raggiungibili con un breve tratto di sentiero: quella più a sinistra max V+, l’altra V.
6° tiro: superare a destra la breve placca e portarsi alla base del risaltino finale, costeggiarlo a destra e risalirlo con un bel diedro ascendente a sinistra (IV). Sosta su clessidra e libro di via (20 m, III, IV, 1 chiodo, cordino in clessidra).
DISCESA
Salire per traccia fino a incontrare poco dopo il sentiero CAI di accesso alla ferrata Susatti: scendere a destra e a un bivio seguire ancora destra per Biascesa. Si raggiunge così il raccordo tra il secondo e il terzo tiro, e con due corde doppie sulle soste (maglie rapide presenti) si torna all’attacco. Se non si vuole ripassare dall’attacco, continuare lungo il sentiero 472 (sentiero dei Bech) fino a Biascesa (1 ora scarsa).
PER CIMA CAPI
Seguire il sentiero in salita fino all’inizio della via ferrata: con percorso panoramico e ben attrezzato a pioli, incontrando molte postazioni della Grande Guerra, si raggiunge l’aerea Cima Capi (909 m). Scendere fino a una selletta con piattaforma d’atterraggio, e al seguente bivio svoltare a sinistra (sentiero 460). Con un traverso esposto (la ferrata Foletti), si raggiunge l’ameno bivacco Arcioni, dal quale una ripidissima discesa su stradello a tratti cementato riporta in circa mezzora a Biascesa. Preventivare almeno un paio d’ore dalla fine della via, procedendo slegati.
OSSERVAZIONI
Ci aspettavamo una via più semplice, invece ogni tiro si è rivelato una piacevole sorpresa. I tratti di bosco rendono un po’ discontinua l’arrampicata, ma la via ha una sua logica, specialmente se poi si prosegue fino in vetta a Cima Capi. Per chi invece preferisse arrampicare ancora, ci sono varie possibilità (sia vie lunghe sia monotiri di falesia) in tutta la zona detta Regina del Lago.

Dal Bivacco Arcioni: ultimo sole del 2017 sul monte Baldo!
[signinlocker id=”15967″]
RELAZIONE PDF

[/signinlocker]
Della Casa Fabio tutto maiuscolo, grazie.
aggiornato, grazie per la correzione!