Il Bric di Pianarella è la più grande parete del ricco comprensorio di Finale Ligure. Ben visibile dall’autostrada dei Fiori, è caratterizzata da enormi erosioni rossastre. Le vie che la solcano, lunghe fino a 300 metri, garantiscono forte esposizione e difficoltà mediamente alte. La roccia è la quintessenza del fantastico calcare che rende tanto apprezzata Finale in Italia e non solo.
La via Fivy non affronta al centro il “paretone”: si mantiene nello spicchio più a sinistra, con una linea comunque di grande intuito ed eleganza, degna del suo più noto apritore: Gianni Calcagno, tra i primi a scovare su queste pareti itinerari di grande difficoltà. Nel caso di Fivy, chiodatura sicura, limitato ingaggio e difficoltà abbordabili ne fanno una via molto frequentata. Si tratta comunque di una salita da affrontare con il dovuto rispetto: i VI sono pieni, e i fittoni presenti solo dove necessario.
Prima salita: Gianni e Lino Calcagno, S. Ghislione e S. Sismondini, 1 giugno 1975
BRIC DI PIANARELLA (350 m) – VIA FIVY

Il Bric di Pianarella. La via Fivy sale sulla parte sinistra
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 6 novembre 2016 | Compagni | Luca Castellani, Paolo Bernardi |
Settore | Bric Pianarella | Itinerario - Via | Via Fivy |
Esposizione | Ovest | Periodo consigliato | Tutto l'anno (d'estate meglio al mattino, d'inverno al pomeriggio) |
Tempo | 5 h scarse (10 min avvicinamento, 3.45 h la via, 40 min la discesa) | Sviluppo | 150 m circa |
Difficoltà | Max 6a+ | Chiodatura | Fittoni resinati (presenti nelle difficoltà), qualche chiodo, clessidre con cordino. Soste attrezzate in via (tranne l'ultima su pianta e la penultima su due fittoni da collegare) |
Tipologia arrampicata | Varia: diedro, camino, placca, strapiombetti | Roccia | Calcare eccellente |
Materiale | Attrezzatura da arrampicata (10/12 rinvii, anche lunghi), minima scelta di nut e friend se si vuole integrare nei tiri più facili | Bibliografia | Relazioni sul web, A. Gallo, Finale 007, Rock Climbing a Finale Ligure |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Si! grande esposizione e roccia fantastica. |

INDICAZIONI STRADALI
L’accesso è comodissimo: uscire dall’A10 a Orco – Feglino, dunque prendere a destra per Finalborgo. Il Bric di Pianarella è già ben visibile a sinistra. Parcheggiare dopo un paio di chilometri in prossimità di un ponticello con indicazione per l’Agriturismo Ca’ di Alice. Vari spiazzi lungo la strada.
AVVICINAMENTO
Il sentiero parte di fianco a una cappelletta votiva (tabella CAI), e si inoltra nel bosco raggiungendo brevemente la base della parete. Seguire i segnali CAI in salita a sinistra, e dopo un paio di tornanti individuare un ometto con due triangoli rossi: una traccia abbastanza evidente sale a destra e porta in pochi minuti all’attacco della via, ancora dentro il bosco (scritta alla base).
RELAZIONE
1° tiro: salire la placca ben ammanigliata (IV, chiodo) dunque traversare a destra e uscire camminando su un terrazzo boscoso. La sosta è sotto un evidente diedro. 15 m, un chiodo
2° tiro: affrontare il diedro verticale sfruttando le fessure al centro (6a, fittoni). Superare lo strapiombo che lo chiude da sinistra, sfruttando due mono-diti (6a+); dunque riprendere a salire al centro del diedro, ora un poco più facile e “disturbato” da qualche solido albero… che però può fare comodo! Dopo una clessidra con cordone ci si può spostare sulla parete sinistra, con bella roccia lavoratissima e ottime maniglie (V-), poi si esce a destra sostando in un comodo grottino, grande clessidra con catena, (35 m, 6a+, 5 fix, due clessidre con cordino).
3° tiro: salire sopra la sosta con passo un po’ sbilanciante (V-, fix), dunque proseguire facilmente lungo la linea principale del diedro, qui un po’ sporco, che tende leggermente a destra. Superare uno stretto camino (V, fix e clessidra) dal quale si esce su un terrazzino a destra (vecchio cordone su pianta). Proseguire sulla placchetta lavorata soprastante (IV+) che porta a passare sotto un grande masso presso il quale si trova la comodissima sosta (35 m, V (due passaggi), 2 fix, una clessidra con cordino, un cordino su pianta).
4° tiro: superato uno strapiombetto ben ammanigliato, si traversa a destra con passo delicato in spaccata (6a, clessidra e fix). Si sale dunque verticalmente lasciandosi a destra la grande erosione rossastra. La roccia è semplicemente magnifica: ricca di buchi, cristallizzazioni, clessidre, che fanno quasi passare in secondo piano la crescente esposizione e le difficoltà sempre sostenute sul 5c/6a! Dopo un passo verticale (clessidra con cordino) si inizia a traversare a sinistra puntando a un grande tetto rosso sotto il quale si trova la sosta, un po’ appesa ma non troppo scomoda (35 m, 6a, 9 fix, 3 clessidre con cordone).
5° tiro: si continua a traversare a sinistra, sotto lo strapiombo, sempre in piena esposizione ma più facilmente (V, 1 fix, 1 clessidra e 1 chiodo un po’ basso), fino a uno spiazzo ai piedi di un’erosione – possibile uscire ora dalla via per il boschetto adiacente. Salire sul lato sinistro della “caverna”, dunque traversare a sinistra sotto lo strapiombo sfruttando ottime maniglie (V+, 1 fix e un chiodo inutile). Con un ultimo passo atletico si esce presso una comoda grotta e si attrezza la sosta su pianta (30 m, 5b, 3 fittoni, 2 chiodi, 1 clessidra con fettuccia).
DISCESA
Traversare a sinistra sotto le rocce, fino a quando è possibile oltrepassarle in salita entrando in un boschetto piuttosto sporco. Salire per una decina di minuti fino a quando si incontra un sentiero, che si prende a sinistra. Raggiunto un ometto, si segue un’altra traccia più debole (segnata a bolli blu), che scende senza tanti complimenti. Tenere la sinistra a un paio di bivi finché non si incontra il sentiero marcato CAI; imboccare anche lui a sinistra tornando in breve all’auto (40 minuti scarsi dalla fine della via).
OSSERVAZIONI
Via che merita una ripetizione per la roccia fantastica e l’ardimento della linea. I primi tre tiri sono un po’ disturbati dalla vegetazione e hanno qualche tratto sporco; ma gli ultimi due ripagano pienamente l’intera salita. Qualche presa importante si presenta un po’ unta per i tanti passaggi.


Il diedro del secondo tiro

Quarto tiro, attacco

Inizio del quinto tiro

Lo scenario grandioso del quarto tiro
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