Cima d’Ambiez è una delle vette più alte delle Dolomiti di Brenta. Vista dalla valle che le dà il nome, appare particolarmente possente, rubando la scena alla Cima Tosa. La via normale alla vetta è squisitamente alpinistica, come del resto quasi tutte le altre del gruppo: nonostante la vicinanza al rifugio Agostini, l’itinerario è abbastanza lungo e articolato: se si perde tempo con le manovre di corda o a cercare la via di salita (e soprattutto di discesa!), la giornata può trascorrere molto velocemente.
La relazione sembrerà un po’ vaga rispetto al solito: del resto non si tratta di una via di arrampicata vera e propria, tracciata lungo un percorso ben definito… qui si può salire un po’ a piacimento, su linee diverse, tenendo come riferimento gli ometti e alcuni passaggi fissi che mi sono preoccupato di specificare; il bello di queste vie è proprio la loro ricerca, che aiuta a conoscere meglio le pieghe della montagna e obbliga a valutare alla prima occhiata la difficoltà dei passaggi.
Primi salitori: Gaskell, M. Holzmann, J. Kaufmann per il versante ovest, 1880
CIMA D’AMBIEZ (3102 m) – VIA NORMALE

Cima d’Ambiez con la grande parete est
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 10 giugno 2017 | Compagni | Luca Castellani, Mario Brunelli |
Montagna | Cima d'Ambiez | Itinerario - Via | Via normale |
Esposizione | Est e sud | Periodo consigliato | Estate |
Tempo | 5/7 ore dal rifugio Agostini a seconda della progressione scelta | Dislivello | Dal rifugio Agostini 700, 450 la via |
Difficoltà | PD+ (tratti di III, spesso I/II°). Molti passaggi esposti! | Chiodatura | Alcune soste attrezzate nella prima parte con chiodi e cordoni |
Tipologia arrampicata | Varia | Roccia | Dolomia in genere molto buona, un po' di detrito nei tratti facili |
Materiale | Mezza corda da 60 m per le calate, minima scelta di protezioni veloci | Bibliografia utilizzata | Guida dei Monti d'Italia - Dolomiti di Brenta |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Sì, ascensione completa su una cima bellissima. E si arrampica più di camminare! |

INDICAZIONI STRADALI
Raggiungere San Lorenzo di Banale (da Molveno o dalla strada Sarche – Tione, bivio a Villa Banale). Dal centro del paese seguire le indicazioni per la val d’Ambiez/Albergo Ristoro Dolomiti, e risalire una stretta stradina fino al ristorante, dove si lascia l’auto (la strada prosegue con divieto d’accesso).
AVVICINAMENTO
Dal ristoro Dolomiti si risale la val d’Ambiez, seguendo la carrozzabile o i sentieri, fino al rifugio Cacciatore (2 ore abbondanti). E’ possibile usufruire di un servizio di taxi in jeep a pagamento (circa 10 euro a testa, consigliata la prenotazione). Dal Cacciatore si prosegue sul sentiero a sinistra fino al Rifugio Agostini (1 ora); risalire il sentiero sul lato sinistro del vallone, su terreno sfasciumoso, raggiungendo ciò che resta della Vedretta d’Ambiez. Costeggiare la base della grande parete est di Cima d’Ambiez fino a incontrare dei cavi d’acciaio, grazie ai quali si guadagna la lunga cengia che taglia l’intera parete.


Val d’Ambiez

La cengia sotto la parete est


Il camino sotto la forcella dei Denti

Sosta sulla terza cengia

RELAZIONE
Percorrere tutta l’ampia cengia che taglia la base la parete Est, fino ad intravvedere la bocchetta che separa la Cima dai Denti d’Ambiez. Salire per roccette articolate (I e II, qualche ometto) fino alla base di un camino (III), seguito da una placchetta (III).
Raggiunta la bocchetta (sosta con cordini affacciata sul camino), si svalica sul versante opposto salendo per roccette (II) fino ad una cengia esposta. Seguirla brevemente a sinistra (ometti) poi traversare in salita sempre a sinistra con passi di II e III su roccia stupenda e compatta: si arriva così ad una nuova cengia molto evidente. E’ possibile anche salire direttamente la parete fra le due cenge.
La si segue ora a destra (ometti) raggiungendo una sosta attrezzata. Salire la bella placchetta sovrastante (III) ritrovandosi su un’altra grande cengia detritica (sosta con cordini). Percorrerla a lungo verso sinistra (ometti) fino alla base di un lungo canale che taglia la parete a sud-ovest. Risalirlo lungamente, tenendo come riferimento gli ometti (tratti di II, più vie di salita possibili).
Raggiunta la quarta grande cengia, la si segue a destra fino all’evidente bordo dello spigolo Sud, affacciato sulla parete Est. Risalire dunque la divertente cresta (tratti di II) fino alla vetta.
DISCESA
Sulla via di salita: se si vogliono evitare i tratti di III grado, raggiunta la terza cengia (quella affacciata sulla Bocchetta dei Denti) si possono effettuare 2 calate da 20 e 30 metri sulle soste incontrate salendo. Dalla Bocchetta un’altra calata da 30 metri conduce alla base del camino.
OSSERVAZIONI
E’ stata la nostra prima via normale su roccia così lunga, e la abbiamo trovata molto didattica, oltre che faticosa! Dalla base della parete alla vetta sono infatti circa 500 metri di dislivello, lungo i quali si arrampica più che camminare… e anche se l’arrampicata è facile – mai oltre il terzo grado – la continuità dell’esposizione impone di restare concentrati dall’inizio alla fine, specialmente in discesa. Noi siamo saliti con quattro tiri dalla base del primo camino alla terza cengia, e in discesa abbiamo fatto tre calate nello stesso tratto.
Ci siamo sorpresi di leggere così poche firme sul libro di vetta: circa una decina negli ultimi due anni, quasi tutte di arrampicatori forestieri saliti per le difficili vie della parete Est. Davvero strambo per una montagna così bella, con una via normale varia divertente e su buona roccia… o forse i trentini fanno semplicemente gli snob !
Il giorno successivo abbiamo salito il Diedro Armani alla Torre d’Ambiez.
RELAZIONE PDF


La paretina sopra la forcella
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