In val di Cembra lo chiamavano “Campanile delle Strie“: alla luce del tramonto si vedeva svettare, bizzarro in mezzo ad altre guglie bizzarre pure loro, con le nuvole che giocavano a nasconderlo, a farlo sembrare ora più grande ora più piccolo. Soltanto alla fine dell’Ottocento qualcuno pensò seriamente di arrampicarsi lassù, e scoprire se c’erano davvero le streghe.
Carlo Garbari, Nino Pooli e Antonio Tavernaro, tutti trentini, ce la stavano per fare: dopo avere superato gran parte delle difficoltà, lungo un percorso tortuoso ma logico, si arrestarono su un terrazzino a 20 metri dalla cima, di fronte a una parete che sembrava insormontabile. Nino Pooli, che guidava la cordata, lasciò sulla parete un biglietto in una bottiglia, per chi sarebbe stato più forte o fortunato in futuro.
Passarono due anni, e nell’agosto 1899 due giovani austriaci – Otto Ampferer e Karl Berger – si avventurarono di nuovo sul Campanile Basso: recuperarono la bottiglia, e soprattutto trovarono la via giusta per la vetta. La “conquista” avvenne in un’epoca segnata dal nazionalismo, su una delle montagne simbolo di una regione – il Trentino – di cultura italiana, ma ancora sotto il governo sempre più impopolare dell’Austria. E come se non bastasse, un copione quasi identico si sarebbe svolto sul Campanile di val Montanaia tre anni dopo!
Nel 1911 arriva sul Basso un altro ragazzo austriaco, poco interessato alla politica. Si chiama Paul Preuss, ha 25 anni e il suo modo di fare alpinismo risponde a un’etica severissima: rifiuta l’uso di mezzi artificiali se non nell’emergenza, arrampica soltanto dove è sicuro di passare – e soprattutto scendere. La sicurezza per Preuss è tutta interiore, consiste nella perfetta conoscenza del proprio corpo e nel riconoscimento dei limiti.
Il risultato è che Paul Preuss scala (spesso da solo e senza corda, in salita e in discesa) un’enorme quantità di vie, dalle Alpi austriache alle Dolomiti fino al monte Bianco. E sul Campanile compie una delle sue imprese più famose e sconcertanti: una volta raggiunto lo Stradone Provinciale, la grande cengia che taglia quasi tutta la parete, si separa dai compagni e scala l’inviolata Parete Est fino in cima, con un itinerario sostenuto sul IV+/V e in piena esposizione.
La via fu ripetuta soltanto 17 anni dopo, trovando un biglietto che Preuss aveva nascosto fra le rocce per fugare ogni dubbio. L’alpinista era già morto da tempo, caduto su una montagna in Austria nel 1913. Negli anni 30 la sua figura fu volontariamente cancellata nel mondo germanico, attento a celebrare i suoi campioni sportivi anche in montagna ma allo stesso infervorato dall’antisemitismo – e Preuss era ebreo; ma il mondo alpinistico non lo dimenticò, la sua lezione fu recuperata e fatta propria dai migliori (Buhl, Messner), e oggi si può ben dire che Paul Preuss è stato in assoluto uno degli scalatori più forti e proiettati verso il futuro.
Prima salita: Via normale, O. Ampferer, K. Berger, 18 agosto 1899; Camino Scotoni: G. Nones e M. Scotoni, 8 settembre 1905; via Preuss, P. Preuss, 28 luglio 1911
CAMPANILE BASSO (2883 m) – VIA NORMALE + CAMINO SCOTONI + VIA PREUSS

Brenta Alta, Campanile Basso e Sfulmini visti dalla valle delle Seghe
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 21 agosto 2017 | Compagni | Alberto Piazza, Luca Castellani |
Itinerario | Salita al Campanile Basso per via normale, camino Scotoni e via Preuss | Zona Montuosa | Dolomiti di Brenta |
Tempo | 3/4 ore per arrivare al Pedrotti; 1 h dal rifugio all'attacco; 5/6 ore la via; 2/3 ore discesa | Dislivello | 250 la via, 200 dal Pedrotti all'attacco. 1000/1200 per raggiungere il Pedrotti |
Località di Partenza | Rifugio Pedrotti (2491) | Quota partenza e arrivo | 2491 - 2883 |
Difficoltà globale | D | Difficoltà tecnica | IV+/V continuo sulla Preuss e il Camino Scotoni; spesso III e IV |
Chiodatura | Soste cementate sulla normale; a chiodi sulla variante Scotoni e la Preuss | Materiale | Una decina di rinvii, friend medi e nut, cordini |
Tipologia arrampicata | Varia | Roccia | Dolomia ottima |
Periodo consigliato | Estate | Libro di vetta | No |
Punti d’appoggio | Rifugio Pedrotti, rifugio Brentei | Acqua | Fontanella all'inizio della via delle Bocchette centrali |
Cartografia utilizzata | Tabacco - Dolomiti di Brenta 1:25000 | Bibliografia utilizzata | Franco Nicolini, Le Perle del Brenta, ed Alpine Studio; relazione Sass Baloss |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Sì, combinazione fantastica su una cima simbolo delle Dolomiti |

INDICAZIONI STRADALI
Il Rifugio Pedrotti – punto di partenza ideale per sul Campanile Basso – non è il più alto del Gruppo di Brenta, ma sicuramente il più remoto e faticoso da raggiungere! Ci sono almeno due possibilità:
- Dalla Val Rendena: raggiungere Madonna di Campiglio e salire la strada per Vallesinella (in estate chiusa al traffico dalle 9,45 alle 18), raggiungibile anche con un bus navetta a pagamento dal centro di Madonna. Si può anche parcheggiare l’auto al Vivaio di Brenta, sotto S. Antonio di Mavigliola (calcolare un’ora in più).
- Da Andalo: dal centro del paese (cartelli poco visibili) seguire le indicazioni per i Rifugi del Brenta, e imboccare una stretta stradina. All’unico bivio tenere la sinistra (indicazioni Pradel) e lasciare l’auto dopo un paio di km in località Valbiole (ampio parcheggio gratuito). E’ anche possibile lasciare l’auto a Molveno e salire in cabinovia al Pradel, risparmiando circa mezzora di avvicinamento.
AVVICINAMENTO
Da Vallesinella (1513 m): oltrepassare il ponticello e seguire il sentiero 318 verso il Rifugio Brentei, superando il Rifugio Casinei. Se si parte dal Vivaio del Brenta (1100), risalire il sentiero 323 della bassa val Brenta, raggiungendo il Brentei dal basso. Proseguire dunque lungo il faticoso sentiero che risale la testata della val Brenta fino alla Bocca di Brenta (2552). Da qui con una breve discesa si raggiunge il Rifugio Pedrotti (3,30 h da Vallesinella, 4,30 h dal Vivaio).
Da Valbione (1180 m): seguire la strada sterrata fino alla località Pradel (1367); proseguire lungo il comodo sentiero 340 (indicazioni rifugio Pedrotti) che compie un lungo e spettacolare traverso sotto la parete ovest del Croz Altissimo. Raggiunto il rifugio omonimo (1430 m), si attraversa la valle salendo al Rifugio Selvata (1657 m). Qui si risale con molti tornanti il vallone soprastante, superando il Baito dei Massodi (1994 m), e con un ultimo strappo si è al rifugio (4,15 h da Valbione, 3.45 h da Pradel).
Dal Rifugio Pedrotti si risale alla vicina Bocca di Brenta, dunque si scende 50 metri per il ripido ghiaione (neve a inizio stagione) fino a imboccare la cengia dove comincia la via delle Bocchette centrali (targa commemorativa). Salire un paio di scale, poi imboccare la cengia principale che taglia tutto il lato nord della Cima Brenta Alta (presente fontanella), fino ad affacciarsi sul Campanile Basso, con lo sbalorditivo Diedro Fehrmann in bella vista. Raggiunta la Bocchetta del Campanile Basso, scendere pochi metri e traversare a sinistra appena sopra il ghiaione, fin dove è facile risalire per rocce a gradoni (I, II). Da uno spiazzo con grande sosta di calata inizia la via normale.


Campanile Alto

Vista da Cima Margherita: il Basso sbuca dalla nebbia
RELAZIONE
1° tiro: via normale. Dritto sopra la sosta per gradoni e fessure (II, III) fino a una sosta intermedia. Da qui più decisamente a destra per bella lama che nella parte finale diventa camino (III+, chiodo). Sosta su comodo terrazzo con due calate su resinati, meglio quella più in alto (50 m, III, 1 chiodo e una sosta intermedia).
2° tiro: salire la parete Pooli, sfruttando fessure e appigli un po’ unti e spioventi (2 chiodi, IV+). Raggiunto un terrazzo con sosta intermedia, proseguire per lama a destra, uscendo su una stretta ed esposta cengia (anellone di calata cementato); proseguire sul traverso e sostare su chiodo e spuntone appena prima dello spigolo (30 m, IV+, IV, 3 chiodi, 1 sosta intermedia e 1 anello cementato).
3° tiro: aggirare lo spigolo, dunque dritto per caminetto ben appigliato. Usciti su un’ampia cengia, fermarsi alla sosta di calata con l’anellone, proprio sullo spigolo (20 m, III). La via normale prosegue a destra.
4° tiro: risalire l’ampio spigolo, all’inizio abbastanza facile, senza via obbligata; noi siamo saliti abbastanza a destra, superando tre salti verticali (il secondo è un’evidente diedro-fessura). Prendere come riferimento l’evidente camino a destra. Sosta su chiodi e cordini su un terrazzino appena a destra del filo dello spigolo (45 m, III, IV, IV+).
5° tiro: dritti sopra la sosta per belle lame. Raggiunto un chiodo, non traversare subito a destra (molto esposto) ma salire ancora dritti fino a una facile cengetta, che si segue a destra. Con un passo in discesa si raggiunge la sosta (chiodi e vecchi cordini) alla base del camino (25 m, IV+, 1 chiodo).
6° tiro: scalare l’impressionante Camino Scotoni, in crescente esposizione. Verso metà si supera una strozzatura piuttosto ostica (passaggio da proteggere con friend medio), dunque la pendenza diminuisce e si può salire anche per le placche a sinistra del camino. Sosta su anellone di calata sullo “stradone provinciale” (35 m, IV+, passo V-, 2 chiodi).
7° tiro: via Preuss. Salire la placca con magnifica roccia lavorata, spostandosi un po’ a destra rispetto alla sosta, fino a incontrare un primo chiodo. Da qui si sale dritti fino a una fessura con altri due chiodi abbastanza vicini. Dopo il secondo ci si alza con passo delicato raggiungendo di nuovo buoni appigli, dunque si traversa in massima esposizione a sinistra (vari chiodi, uno con un lungo cordone), fino alla sosta su due chiodi alla base di uno strapiombino (30 m, V, 6 chiodi).
8° tiro: vincere lo strapiombo sfruttando un buon masso incastrato (passo azzerabile), dunque proseguire verticalmente per il diedro sovrastante, su roccia sempre perfetta e generosa. Non sostare sul terrazzino sopra il diedro, ma spostarsi un poco a destra alla base di una fessura, 2 chiodi da collegare (20 m, V, IV+).
9° tiro: salire a sinistra della fessura (2 chiodi vicini), dunque spostarsi a destra verso uno strapiombino con roccia lavorata (1 chiodo); proseguire di nuovo dritto per lame e saltini verticali fino a un terrazzino (cordone su spuntone). Appena sopra, leggermente a sinistra, si trova una sosta su tre chiodi (probabilmente dello Spigolo Fox); conviene però spostarsi ancora un poco a destra lungo lo stesso terrazzo/cengia e sostare su due chiodi da collegare (40 m, V, IV+).
10° tiro: continuare dritti puntando a un diedro/camino sulla sommità della parete. Salirlo con bellissima arrampicata esposta (1 chiodo) e sostare su spuntone appena sotto la vetta (40 m, IV+, V, 1 chiodo).
DISCESA
Dalla vetta spostarsi in direzione ovest (verso il Crozzon di Brenta) fino a raggiungere una sosta di calata sul filo dello spigolo. Con due calate da 40 e 55 m oppure tre da 30, 40 e 25 metri lungo la Parete Ampferer, si raggiunge lo “stradone provinciale”.
Questo si segue verso destra (faccia a valle) fino alla sosta al termine del camino Scotoni. Calarsi per 40 metri dentro il camino, superando la sosta su chiodi e cordini usata in salita. Pochi metri sotto si trova un’altra sosta cementata con anellone. Con un’altra doppia da 45 m si raggiunge la prima cengia. Seguirla a destra fino alla sosta con anellone sullo spigolo usata in salita.

Calata “gambe per aria” dalla Parete Pooli
Nuova calata da 40 metri (strapiombante) lungo la parete Pooli, fino al terrazzino con due soste; di nuovo giù per 40 metri fino alla prima sosta con anellone dell’attacco (eventuale breve doppia sui gradoni fino al ghiaione o poco sopra). Calcolare circa 2 ore per le doppie, e altri 40 minuti per tornare al rifugio Pedrotti lungo le Bocchette.
OSSERVAZIONI
Oggi salire e soprattutto scendere dal Campanile Basso è molto più semplice rispetto ai tempi di Pooli, Ampferer e Preuss. I passaggi difficili sono ben protetti a chiodi, le soste di calata numerose e sicure… ma la montagna non è diventata più bassa, e per tutte le vie che vi salgono occorre una certa esperienza nella ricerca del percorso e velocità di progressione.
Noi abbiamo avuto la sfortuna di trovarci davanti un nutrito gruppo Cai avanzato (comunque non abbastanza avanzato da non tirare il cordino sul secondo tiro della Preuss…), che ci ha fatto perdere due buone orette. Ma su montagne così belle, in stagione fare un po’ di coda è nella norma: bisogna portare pazienza e salire in giornate col meteo stabile!
Il Camino Scotoni è consigliabile per raddrizzare un po’ la salita!
RELAZIONE PDF

CAMPANILE BASSO – VIA NORMALE + CAMINO SCOTONI + VIA PREUSS RELAZIONE PDF


Sulla parete Pooli (secondo tiro)

Quinto tiro

Sesto tiro (il camino Scotoni)

Via Preuss, secondo tiro

Indicazioni sulle calate
Com’e difficile. Far capire agli alpinisti la grandezza di Paul Preuss. Nessuno ha raggiunto i suoi ideali …