Alverà-Pompanin, il Primo Spigolo della Tofana di Rozes

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La conca di Cortina è circondata da montagne meravigliose, ma ce n’è una che spicca su tutte ed è la Tofana di Rozes. La sua parete sud, massiccia ed elegante al tempo stesso, è un libro di storia dell’alpinismo dolomitico spalancato verso il sole. Raccoglie non solo le imprese degli Scoiattoli, ma pure le firme di grandi nomi come Attilio Tissi e Walter Bonatti, che qui ha salito la sua unica via in Dolomiti (la Tridentina). La pagina da cui conviene iniziare la lettura, è forse il Primo Spigolo: non è la prima via aperta sulla parete, ma sicuramente la più ripetuta ed abbordabile, grazie alla buona roccia, le difficoltà abbastanza contenute, e l’oggettiva bellezza della linea. Durante la scalata, oltre al panorama sulle famose cime ampezzane, si potrà apprezzare la vertiginosità del vicino secondo pilastro, IL Pilastro di Rozes, sul quale un domani potrebbe proseguire lo studio del libro-Tofana!

Prima salita: A. Alverà, U. Pompanin, 4 agosto 1946

TOFANA DI ROZES, PRIMO SPIGOLO (2700 m) – VIA ALVERÀ-POMPANIN

La Tofana di Rozes e il primo spigolo a destra (tracciato in rosso)

La parete sud della Tofana di Rozes e il primo spigolo a destra (tracciato in rosso)

INFO TECNICHE
Data Uscita30 settembre 2018CompagniLuca Castellani, Federico Rossetti
ItinerarioSalita al Primo Pilastro della Tofana per la via Alverà-PompaninZona MontuosaDolomiti
Tempo7 h circa (5 h la via)Dislivello650 m, 400 m la via
Località di PartenzaRifugio Dibona (2083 m)Quota partenza e arrivo2083 m - 2700 m
Difficoltà globaleD+, II/RS2 (da attrezzare), V+Difficoltà tecnicatiro di V/V+, passi di V, spesso IV°
ChiodaturaSoste a spit. Chiodi nei passi più impegnativi.Materialeda arrampicata, serie di friends
Tipologia arrampicataVaria lungo uno spigolo, spesso diedriRocciaDolomia molto buona, qualche passo unto
Periodo consigliatoTarda primavera - AutunnoLibro di vettaNo
Punti d’appoggioRifugio Dibona, GiussaniAcqua-
Cartografia utilizzataTabacco 1:25000Bibliografia utilizzataRelazioni sul web
Giudizio100100100100ConsigliataSì, grande ambiente, linea e arrampicata!!

INDICAZIONI STRADALI

Da Cortina d’Ampezzo si seguono le indicazioni per il Passo Falzarego. Superato Pocol, in vista della grande parete, si imbocca a destra la strada per il Rifugio Dibona, sterrata nell’ultima parte.

AVVICINAMENTO

Dall’ampio parcheggio (2083 m) salire la strada verso il rifugio Giussani. Alla partenza di una teleferica imboccare a sinistra il sentiero per la Ferrata Lipella e seguirlo fino ai piedi della parete. Proseguire a destra lungo sentiero 404 che traversa sui ghiaioni quindi salire per tracce puntando alla base dell’evidente primo spigolo e raggiungendo brevemente il grande diedro alla base del primo spigolo, dove attacca la via (0.45 h).

RELAZIONE

1° tiro: salire verso il diedro (rocce un po’ rotte, III). Quando il diedro si stringe superare un passaggio più difficile (IV). Spostarsi poi a destra pochi metri e salire (p. IV-) e salire più facilmente (III) e rientrare poi nel diedro. Salirlo (p. IV) e proseguire nel diedro canale superando una sosta intermedia (III) puntando all’evidente diedro sovrastante. La sosta, due spit, su comoda cengia si raggiunge traversando a sinistra (55 m, 1 chiodo, qualche clessidra e una sosta intermedia).

2° tiro: bel tiro continuo e sostenuto. Rientrare nel diedro e salirlo (IV/IV+). L’arrampicata diventa più impegnativa salendo (V) e si supera uno strapiombino (V+). Quando il diedro si biforca si può uscire da entrambi i lati, a destra con bell’arrampicata (V). Si prosegue poi più facilmente, oltrepassando una sosta a chiodi e sostando poi comodamente su due spit (55 m, 5 chiodi, 3 soste intermedie).

La via classica qui rimaneva probabilmente a sinistra del filo, noi invece ci siamo riportati sullo spigolo e lo abbiamo salito direttamente (consigliabile). Il percorso comunque non è obbligato.

3° tiro: sopra la sosta leggermente verso sinistra (III/III+), quindi puntare allo spigolo verso destra (II/III) e salirlo fino a una comoda sosta a chiodi (50 m, 1 clessidra con cordone).

4° tiro: salire lungo lo spigolo per bella roccia molto lavorata (III+/IV-), fino a un terrazzino con una sosta a chiodi. Proseguire sempre sul filo, o per un diedrino a sinistra, e raggiungere un piccolo pulpito dove si sosta su due spit, sotto il filo verticale dello spigolo (50 m, 1 sosta intermedia).

5° tiro: proseguire ancora sul filo (IV) ma abbandonarlo subito (non seguire lo spit sopra) e traversare a destra fino a un chiodo e poi (IV, esposto) a una sosta con 4 chiodi. Salire verticalmente il diedro sovrastante con arrampicata sostenuta e roccia piuttosto unta (V+). Uscire su una rampa e seguirla più facilmente a destra fino a una cengia dove si sosta su due spit (40 m, 3 chiodi e una sosta intermedia).

6° tiro: salire lungo una fessura poi verso destra (IV), raggiungere un’altra cengia (clessidra alla base) e salire un camino con passaggio iniziale non semplice (V-) uscendo sulla grande cengia detritica (ometto). Attraversarla verso la successiva parete verticale e sostare su due spit poco a sinistra del filo (50 m).

7° tiro: salire sopra la sosta lungo per un diedro verticale (IV+/V-), poi verso sinistra su buone prese (IV) tra piccoli strapiombi. Nuovamente in verticale per fessure (IV+) e superato uno strapiombino su buona lama a sinistra (V-) uscire su comodo terrazzino sul filo dove si sosta su due spit (40 m, 5 chiodi).

8° tiro: salire a destra dello spigolo, quindi proseguire a destra del filo (IV/IV+) fino a un terrazzo dove si sosta su due spit (30 m, 1 chiodo).

9° tiro: salire verso sinistra, lungo una lama fessura a destra di un camino inizialmente facile (III/III+), poi più impegnativa uscendo con un passo più difficile (IV/V-) uscendo sul filo dove si sosta su grande spuntone o clessidra (20 m, 3 chiodi).

10° tiro: seguire senza difficoltà il filo, rimanendo a destra di un gendarmino e proseguire per la cengia a destra (0) fino a quando è possibile salire la parete a sinistra. Senza via obbligata per rocce grigie (II/III) raggiungere la sosta su due spit poco a destra del filo (30 m).

11° tiro: salire sopra la sosta, superando poi un passaggio strapiombante (IV+), proseguire per bel diedro quindi per rocce articolate (IV) fino a sostare sul filo dello spigolo (40 m, 2 chiodi, 1 clessidra con cordone).

Senza difficoltà seguire il filo fino a raggiungere il caratteristico gendarmino dove termina la via.

DISCESA

Seguire l’evidentissima traccia che taglia a destra e attraversa i ghiaioni inizialmente comoda, poi per stretta e panoramica cengia (numerosi fittoni) doppiando uno spigoletto. Il percorso diventa più agevole e si continua per sempre evidente traccia, attraversando una zona di massi (ometti) e puntando al sottostante sentiero (rimanendo più alti a sinistra per tracce si raggiunge il Rifugio Giussani). Incontrato il sentiero lo si segue comodo e ampio fino al parcheggio (1 h).

OSSERVAZIONI

Prima volta in Tofane e giusto per non saper dove andare partiamo dal Primo Spigolo, probabilmente il più facile e il meno lungo dei tre, ideale per la nostra salita in una bella giornata di fine settembre.

La via merita certamente per linea, ambiente fantastico con vista sul Pilastro di Rozes e arrampicata che non scende quasi mai sotto il quarto grado. La chiodatura è giusta ma per nulla eccessiva (il passo di V+ sul secondo tiro si può azzerare per il resto è tutto sempre piuttosto obbligato con le sole protezioni a chiodi in loco).

Le soste sono quasi tutte (probabilmente tutte, 2 non le abbiamo trovate) a spit e conviene utilizzarle e fare sempre dei tiri lunghi facendo bene attenzione ad allungare le protezioni. In questo modo si riduce il numero di tiri e si risparmia anche un po’ di tempo.

L’attrezzatura delle soste a spit ha certamente snaturato la via, riducendone ingaggio e soddisfazione e porta a qualche riflessione se sia giusto modificare una via a beneficio della sicurezza. Ai ripetitori si consiglia comunque di usarli sperando sempre che non si arrivi al giorno di vedere dei buchi sul tiri! Per questo la difficoltà complessiva che potrebbe essere TD-, è stata ridotta a D+.

La roccia è sempre ottima ma piuttosto unta in alcuni dei passaggi più obbligati e in particolare nel quinto tiro, oggi certamente valutabile (almeno) V+.

L’arrampicata con qualche eccezione comunque non è mai troppo obbligata ed i tiri sono stati descritti come da noi percorsi (il secondo tiro è una variante rispetto alla via originare che stava più a sinistra, molto consigliabile e abitualmente sempre preferita).

Il giorno prima alle 5 Torri abbiamo salito la via Dibona – Apollonio (Torre del Barancio) e la via delle Guide alla Torre Ovest.

METEO INCONTRATO (30 settembre 2018)

Giornata perfetta, con mare di nubi sulla valle alla mattina e ottima visibilità in alto. Scalato quasi sempre in maglietta!

RELAZIONE PDF

 

La bella linea del Primo Spigolo

Il bel diedro del secondo tiro

L’esposto 5° tiro

Il settimo tiro

In discesa verso il Rifugio Giussani

Alba sull’Antelao

Our Rating

Salita9.5
Ambiente9.8
Arrampicata9
Roccia8.5
9.2
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Scritto da

REDclimber

FEDERICO ROSSETTI: Scalo, fotografo, racconto. Esperto di social media e comunicazione digitale, racconta le sue salite in montagna sul blog redclimber.it che ha fondato nell’autunno del 2012. In montagna muove i primi passi tra le cime dell’Appennino Settentrionale dove ha aperto nuove vie su roccia e ghiaccio. Vive le terre alte spinto dalla voglia di ricerca, riscoperta e avventura. Si dedica a raccontare le montagne dal blog alle pubblicazioni editoriali. Uno dei suoi progetti è « Vie normali Valle d’Aosta », salire tutte le 1226 cime della Valle d’Aosta e pubblicare una collana di 8 guide escursionistiche – alpinistiche. Nel 2020 ha fondato Mountain Communication, un’agenzia di comunicazione che si occupa di valorizzare realtà legate al mondo della montagna.

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