Via alla caratteristica parete nord della Punta Buffanaro (1879 m), aperta il 18 ottobre da Alberto Piazza e Federico Rossetti. Dalla partenza di “Ti vedo tentennare” (2008 G.Simonini, T. Monduzzi), unica via attrezzata sulla stessa parete, abbiamo seguito una linea più verticale lungo le caratteristiche placche seguendo la diretta per la vetta. La via risulterà complessivamente di 7 tiri con uno sviluppo di circa 360 m e un dislivello di 200 che la rendono probabilmente una delle vie più lunghe dell’appennino. L’interesse tecnico alpinistico è modesto, le difficoltà non superano mai il terzo grado ma l’ambiente e l’arrampicata piacevole suggeriscono ripetizioni. La via non è attrezzata, fa eccezione un chiodo per la sosta del quinto tiro, sono necessari pertanto corde da 60 m, chiodi da fessura per attrezzare le soste, dadi e friend piccoli/medi.
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 18 ottobre 2012 | Compagni | Alberto Piazza |
Itinerario | via Diretta Nord | Zona Montuosa | Appennino Settentrionale |
Tempo e distanza | 6.30 h (3 h la via) | Dislivello | 900 m |
Località di Partenza | Succiso Nuovo (RE) | Quota partenza e arrivo | 988 m - 1878 m |
Difficoltà globale | AD- | Difficoltà tecnica | III+ |
Chiodatura | da attrezzare (1 chiodo in tutta la via) | Materiale | Attrezzatura da arrampicata, qualche chiodo e friend medi/piccoli |
Tipologia arrampicata | Placche | Roccia | Arenaria macigno sufficiente |
Segnavia | Sentiero CAI 673 e 673A – Tracce | Libro di vetta | No |
Punti d’appoggio | Bivacco Ghiaccioni | Acqua | Fontana alla partenza |
Cartografia utilizzata | Carta escursionistica - L'Appennino Reggiano (foglio 2) | Bibliografia utilizzata | - |
Giudizio | ![]() ![]() | Consigliata | Ni. Interessante come prima esperienza di via non attrezzata da integrare con protezioni veloci e chiodi (anche se la roccia non si presta più di tanto). |

INDICAZIONI STRADALI
Si raggiunge in auto Succiso Nuovo (RE – 980 m) e si parcheggia presso la chiesa (fontana).
AVVICINAMENTO
Si prende l’evidente carraia, segnavia 673, che conduce alla radura dei Ghiaccioni (1400 – 1 h), da qui si segue il sentiero 673 A per il lago di Monte Acuto e il Rifugio Città di Sarzana che si abbandona presto in corrispondenza del primo rio. Si sale seguendo prima il rio, poi per ripide pietraie incontrando tracce di sentiero e tenendo sempre la verticale verso la base della parete. La via inizia in corrispondenza di un evidente muro sulla destra, 1 chiodo (2 h).
RELAZIONE
1° tiro: Dal chiodo si sale tenendo leggermente la sinistra sotto un muretto con bella arrampicata (III), poi su placche più facili (II) fino alla sosta su un terrazzino erboso (60 m).
2° tiro: Dalla sosta traversare leggermente a sinistra (II+), poi su placche erbose più facili. Traversare quindi su erba a sinistra e risalire quindi sotto un evidente tetto (II). Sosta su spuntone (60 m).
3° tiro: Traversare sotto il tetto a sinistra e tenersi sotto un muro (II), prendere quindi la bella placca (III+ – possibilità di proteggerla a metà con chiodo da fessura), poi sosta (40 m).
4° tiro: Salire verticalmente alla sosta lungo un diedrino (III-), poi su placca più facile. Quindi si attraversa a sinistra un muretto e lo si segue tenendolo sulla destra, ci si sposta sulle placche lavorate a sinistra (II) e si fa sosta su un chiodo alla base e all’estrema destra di un evidente strapiombo che taglia quasi per intero la parete (45 m).
5° tiro: Si prende lo strapiombo nella sua terminazione destra, dove si “addolcisce” pur presentandosi come un muretto verticale, bel passaggio con ottime prese (III), poi placche più facili (I/II), sosta su cengetta erbosa (50 m).
6° tiro: Facili placche con alcuni passaggi di II, tenere la sinistra prima più marcatamente, poi più leggermente mirando a uno strapiombetto sotto cui si fa sosta (55 m).
7° tiro: Verticalmente alla sosta per bel passaggio (II+), poi placche appoggiate fino in cresta dove si sosta (60 m).
Dalla sosta seguire il filo di cresta, prima roccioso poi erboso, fino in cima.
DISCESA
Per il crinale 00 verso il M.Acuto, poi verso il Rifugio Sarzana, quindi per i Ghiaccioni e per il medesimo sentiero dell’andata si giunge a Succiso (1,30 h).
OSSERVAZIONI
Nonostante le difficoltà tecniche dell’arrampicata siano molto basse occorre non sottovalutare troppo l’itinerario: l’avvicinamento è lungo, difficile nell’ultimo tratto e faticoso; la roccia lungo la via non è sempre ottima, inoltre basta un poco di umidità per renderla particolarmente scivolosa; la via è completamente da attrezzare anche nelle soste.







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Non è una via, è uno schifo !!!
qualcuno pensa di fare delle vie simili ?
si sgretola tutto quello che prendi in mano … cade di tutto occhio Ragazzi !
a noi è capitato di far cadere un macigno enorme ed è andata molto bene !
ciao Alessio. Sai il concetto di ”via” è molto relativo e dipende da cosa uno si aspetta. Questa è una via di II/III grado su delle placche appoggiate pure sconsigliata ai più, mica lo Spigolo del Velo!, se pensavate di arrampicare su delle prese di plastica o su una via ripulita non era questo il caso. A meno che non sia cambiato qualcosa non ricordo si muovesse nulla di particolare e una roccia sufficiente che sicuramente non si sgretolava al passaggio… purtroppo oggi si tende a banalizzare tutto e aspettarsi la roccia pronta. Se non si è in grado di muoversi su vie alpinistiche in montagna sarebbe meglio stare a casa o fare altro; di vie a spit lucidate e tirate a lucido c’è pieno il mondo. Comunque complimenti penso siate i primi ad andarci dopo 7 anni 🙂