Alla fine degli anni 60 la Pietra di Bismantova somigliava a una montagna più che una palestra: l’ambiente era brullo, con molti meno alberi rispetto ad oggi, e le pareti si innalzavano direttamente sopra i pascoli; le tre grandi vie classiche salite negli anni precedenti – Svizzeri, Oppio e soprattutto Pincelli Corradini – erano temute, ripetute molto di rado e da pochi. Nel 1968 un alpinista forte e innovativo visita la Pietra: è Alessandro Gogna, e lo accompagna uno dei monumenti dell’alpinismo parmigiano, Antonio Bernard.
Questa cordata d’eccezione sale una linea repulsiva appena a sinistra della Pincelli Corradini, innalzando i limiti dell’arrampicata artificiale e libera sull’arenaria di Bismantova: la via del Gab (Gruppo Amici Bismantova) è tuttora considerata una delle più impegnative della Pietra, ripetuta di rado anche per la qualità scadente della roccia e l’esposizione a picco sul piazzale dell’eremo. Ma per quei tempi fu una scossa notevole! Una piccola folla assistette alla salita – qualcuno prese anche in testa uno dei cunei di legno di Gogna! – e fra il pubblico c’era anche Gino Montipò, destinato a diventare un autentico “custode” della Pietra.
L’arrampicata artificiale in realtà era già stata introdotta da un gruppo di alpinisti bolognesi, che trasferì l’esperienza maturata in ambito speleologico sulle pareti di arenaria. Già nel 1960 Luigi Zuffa e Benito Modoni avevano salito un’impressionante fessura tutta in strapiombo a sinistra del Pilone Giallo, che oggi in libera presenta difficoltà fino al 7a.
Il più prolifico apritore della Pietra, insieme al già citato Montipò, è stato però il fratello minore di Luigi (morto giovane), Gian Carlo Zuffa. Con vari compagni, fece un’autentica “collezione” di vie di fessura, alternando l’arrampicata libera a quella artificiale, con protezioni artigianali ed aleatorie. Oggi diverse vie di Zuffa, riattrezzate e percorribili in sicurezza, sono diventate vere e proprie classiche: prima tra tutte la Zuffa Ruggiero sulla parete sud, probabilmente la più bella via di IV/V di Bismantova; altre invece sono puro terreno di avventura, pressoché irripetute se non da qualche appassionato con molto pelo sullo stomaco.
Un’altra bella realizzazione di Gian Carlo Zuffa è Maria, a destra del Pilone Giallo. La via è stata riattrezzata, anche se il tiro più caratteristico – quello nel camino – ha mantenuto un pizzico di sapore alpinistico, con vecchie piastrine e chiodi a pressione arrugginiti. Seppur breve, non è dunque una via dal carattere sportivo. La roccia è in genere buona per le ripetizioni, ma in certi passaggi bisogna controllare un po’ quello che si prende… siamo comunque a Bismantova!
Prima salita classica: G. C. Zuffa, N. Stagni, 1 maggio 1972
PIETRA DI BISMANTOVA (1041 m), SPIGOLO DEI NASI – VIA MARIA

La Pietra di Bismantova
INFO TECNICHE | |||
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Data salita | 20 giugno 2018 | Compagni | Luca Castellani, Marco Barbieri |
Settore | Pietra di Bismantova - Spigolo dei Nasi | Itinerario - Via | Via Maria |
Esposizione | Nord-Est | Periodo consigliato | Tutto l'anno, d'estate meglio il pomeriggio, d'inverno il mattino. Evitare dopo periodi di pioggia |
Tempo | 3 h circa (0,30 avvicinamento, 2 h la via, 0,20 discesa) | Sviluppo | 115 metri circa |
Difficoltà | I/S2, TD-, max VI/5c, passo A0/6b | Chiodatura | Spit nel primo, nel terzo e all'inizio del secondo tiro. Vecchi chiodi a pressione e piastrine nel camino del secondo tiro |
Tipologia arrampicata | Diedro e camino | Roccia | Arenaria buona/ottima |
Materiale | Materiale d’arrampicata. 15 rinvii, un paio di friend medi se si vuole integrare nel camino | Bibliografia utilizzata | D. Filippi e M. Bortolotti: "Pietra di Bismantova. Vie e Falesie", ed Versante sud (2015) |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() | Consigliata | sì! |

INDICAZIONI STRADALI
Raggiungere Castelnuovo Monti da Parma, Reggio Emilia o La Spezia; qui seguire le indicazioni per la Pietra di Bismantova fino all’ampio parcheggio (Piazzale Dante) dove la strada termina. Se il parcheggio è pieno – molto probabile nei festivi – si può lasciare l’auto negli spiazzi a destra (lato valle) della strada, o nel campo davanti al bar Foresteria.
AVVICINAMENTO
Appena sotto il rifugio della Pietra, dopo la scalinata, scendere a destra sul sentiero CAI e seguire le indicazioni per la via ferrata degli Alpini, costeggiando le pareti con le varie falesie. Si supera un tratto attrezzato, prima in salita poi in discesa (pioli). A questo punto abbandonare il sentiero per la ferrata (che scende in una galleria) e continuare a costeggiare le pareti fino alla base di un evidente diedro dove la traccia termina. A sinistra sono presenti i monotiri del settore Pornografie, mentre sulla placca a destra sale la Via di Mezzo (artificiale, bruttina).
RELAZIONE
1° tiro: salire lungo il diedro sfruttando la buona fessura al centro, un po’ disturbata dall’erba. Superata una strozzatura la chiodatura si allunga un po’. Dopo una pianta si esce su una grande terrazza: seguire la placca appoggiata a destra e andare a sostare alla base di uno strapiombo su 2 fittoni (45 m, 5c poi III, 13 spit). A sinistra sale la bella variante Carlotti (6a/6b).
2° tiro: superare lo strapiombo con l’aiuto di un buon cordone su chiodo (A0, in libera 6b), e proseguire su un diedro rampa fino a una sosta intermedia, ai piedi del grande camino. Risalirlo per una decina di metri poi spostarsi un po’ a sinistra, superando una prima strozzatura. Proseguire su un tratto ben appigliato sfruttando un pilastrino con roccia a tratti da controllare, dunque superare una seconda strozzatura più difficile (buona fessura in uscita). A questo punto il camino è sbarrato da uno strapiombo e occorre uscire in parete, superando un passaggio più difficile ed esposto. A sinistra ci sono i fittoni della variante Carlotti, ma conviene seguire la linea del camino di destra, più facile, fino al terrazzino erboso con la sosta (45 m, passo A0, poi 5a fino alla sosta intermedia. Il camino V con passi di V+, 1 passo VI, poi IV+. 6/7 spit e 4 chiodi fino alla sosta intermedia, poi chiodi a pressione e piastrine, fitti all’inizio poi via via più radi). Sfalsare le corde.
3° tiro: seguire il divertente diedro fino al pianoro finale, sosta su grosso fittone (2 5m, 5a, 5 spit).
DISCESA
Dall’uscita della via in pochi minuti a sinistra si raggiunge la cima dello Spigolo dei Nasi, punto più alto della Pietra. Se invece si vuole scendere direttamente, proseguire a destra nel bosco fino a intercettare l’evidente sentiero CAI 697 che seguito a sinistra riporta al parcheggio (20 minuti).
OSSERVAZIONI
La via è bella e un po’ meno ripetuta rispetto alle altre classiche dell’Anfiteatro e della parete sud, forse anche per l’accesso più lungo. Siamo saliti nel tardo pomeriggio, uscendo al tramonto, poi abbiamo percorso ormai a notte fatta il caratteristico Camino del Diavolo (IV+).
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