Lo Zucco delle Marzoline poteva rimanere uno dei tanti campanili senza nome delle Alpi Apuane, relegato all’ombra delle montagne più grandi e famose; neppure le ruspe dei cavatori lo avrebbero calcolato, per via della sua roccia scistosa (metadiorite), più antica del calcare da cui viene estratto il prezioso marmo di Carrara. E invece questa roccia ruvida e scura, tanto simile allo gneiss, ha attratto arrampicatori amanti dell’esplorazione, che recentemente vi hanno attrezzato questa bella via.
Minima Immoralia si può dividere in due sezioni, unite da una calata in corda doppia: la prima più facile, prevalentemente su placche appoggiate; la seconda più esposta e verticale. Ambiente assolato e panoramico, roccia generalmente compatta e aderentissima, spit vicini nei tratti più impegnativi, avvicinamento breve… insomma ci sono tutti gli ingredienti per godersi una bella e tranquilla giornata di arrampicata in una delle valli più maestose delle Apuane.
Prima salita: D. Fruzzetti, G. Lazzini, 2007
ZUCCO DELLE MARZOLINE (800 m) – VIA MINIMA IMMORALIA

Vista dello Zucco delle Marzoline dalla strada: si riconoscono i due distinti pilastri su cui sale Minima Immoralia
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 30 aprile 2017 | Compagni | Luca Castellani, Alberto Piazza |
Itinerario | Salita allo Zucco delle Marzoline per la via Minima Immoralia | Zona Montuosa | Alpi Apuane |
Tempo | Totale 6/6,30 h (5h circa la via) | Dislivello | 300 m la via |
Località di Partenza | Nei pressi di Forno (MS) | Quota partenza e arrivo | 450 m - 800 m circa |
Difficoltà globale | D+ | Difficoltà tecnica | Max 5c, spesso IV |
Chiodatura | Ottima a spit ravvicinati. Soste su due spit da collegare | Materiale | 15 rinvii, cordini per le soste |
Tipologia arrampicata | Placca | Roccia | Scisti (metadiorite) |
Punti d’appoggio | Nessuno | Acqua | Alla partenza e lungo la strada del rientro |
Cartografia utilizzata | Alpi Apuane - Carta dei sentieri e rifugi 1:25000 | Bibliografia utilizzata | M. Franceschini, F. Recchia, Toscana e Isola d'Elba, ed. Versante sud |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Sì, arrampicata divertente e roccia magnifica |

INDICAZIONI STRADALI
Dal centro di Massa si seguono le indicazioni per Forno; superato lo strettissimo paese, si prosegue per un paio di km fino a un bivio, dove si svolta a sinistra con un tornante. Usciti dal bosco, si apre un vallone, e già si nota a destra lo Zucco delle Marzoline, con la sua roccia scura. Ai piedi della montagna c’è una capanna piuttosto fatiscente dove vive un pastore. Parcheggiare poco oltre in uno degli spiazzi lato valle.
AVVICINAMENTO
Poco dopo la capanna del pastore c’è una curva con una sorgente: da qui imboccare una traccia ripida che si inerpica sopra la strada, superando un canale. Non arrivare fino alla capanna del pastore, ma salire alla meglio sui prati verso la parete, fino a incontrare una traccia con qualche ometto. Ci si inoltra nel castagneto, lasciandosi a sinistra il canale: presso uno dei tanti muri a secco, un cartello indica l’attacco della via, con un comodo spiazzo (0,15 h).


Terzo tiro

RELAZIONE
1° tiro: salire in obliquo a destra con un passo un po’ delicato, dunque dritto per la placca fino alla comoda sosta (10 m, 5a – 3 spit).
2° tiro: traversare a sinistra fino a un vago diedrino, dunque proseguire sulle belle placche sovrastanti, tendendo verso destra. La sosta è su un terrazzino erboso ai piedi di uno strapiombino (40 m, 4c – 1 chiodo, 10 spit)
3° tiro: superare l’umida strozzatura (attenzione a qualche scaglia ballerina), dunque proseguire in aderenza fino alla vicina sosta (10 m, 4b – 3 spit).
4° tiro: risalire dritti tutta la bella placca a risalti, con roccia magnifica. Dopo un passaggio più tecnico, la pendenza si addolcisce, e bisogna puntare una cengia alberata sulla destra, prima della quale si trova la sosta (50 m, 5a (passi) – 10 spit, 2 chiodi).
5° tiro: superare la cengetta erbosa e puntare ad un tratto di parete verticale, che si affronta sfruttando gli ottimi appigli. Dopo una fessura e un altro risalto ci si sposta un poco a sinistra e poi più facilmente alla sosta (35 m, 5b – 8 spit)
6° tiro: traversare a sinistra verso una pianta, dunque dritti per placche appoggiate e risalti seguite da un canale in parte erboso (attenzione ai sassi). La sosta è su un ampio terrazzo ai piedi dell’ultima sezione di parete (20 m, 2 spit – III).
7° tiro: in obliquo a sinistra sulla bella placca a scivolo fino a un passaggio verticale che conduce su un terrazzino roccioso. Dritto ancora qualche metro oltre l’erba, dunque traversare a sinistra facendo attenzione ad alcuni blocchi instabili fino alla sosta con catena e anello di calata, appena sotto la cima del primo torrione (30 m, 4a – 4 spit).
Con una doppia da 60 m ci si cala sul fondo del canale a sinistra (verso il mare), ai piedi della parete su cui sale la seconda parte della via. Il tracciato originale affronta un tiro di 6a+ (azzerabile), mentre sulla sinistra è stata attrezzata una variante più facile (5c), da noi seguita. Entrambi i tiri sono seguiti da una lunghezza di raccordo più facile. E’ anche possibile abbandonare qui dalla via salendo il boschetto a sinistra verso un evidente gendarme (vedi DISCESA)
8° tiro (variante): salire i risalti sulla sinistra, molto muschiosi, uscendo su un’ampia cengia erbosa. Proseguire sulla bella paretina soprastante, obliquando leggermente a sinistra, dunque dritti fino al piccolo terrazzo con la sosta (30 m, 5c – 6 spit).
9° tiro: doppiare lo spigolo a destra, poi salire dritti nel ripido boschetto fino alla base della parete principale, dove salgono gli ultimi tre tiri, i più belli della via (30 m, II).
10° tiro: dritto su per la placca “granitica”, inizialmente verticale, poi un poco più appoggiata. Dopo un terrazzino, si prosegue a destra per un vago diedro, su roccia meravigliosa, e al suo termine si traversa un metro a destra fino alla sosta. Spit vicinissimi, tiro tutto da godere (35 m, 5c – 13 spit).
11° tiro: a destra lungo il diedro incurvato fino allo spigolo, che si supera in divertente esposizione. Dunque dritti per terreno più appoggiato, poi un poco più delicatamente a destra fino al piccolo terrazzo con la sosta (20 m, 5b – 5 spit).
12° tiro: traversare a sinistra fino a un tettino, che si supera con ottimi appigli. Dunque dritto per placche e risalti più facili fino alla piccola e panoramica vetta (piccola campanella), nei cui pressi si trova la sosta. Attenzione a due grossi massi ballerini sotto l’ultimo spit (35 m, 5a – 6 spit).
DISCESA
Seguire la breve cresta verso monte (attenzione, terreno apuanico!) dunque discendere il canale a sinistra, via via più ripido. Si può attrezzare una prima doppia su pianta qualche metro sotto la cresta: dopo circa 60 m si raggiunge una grande quercia isolata in mezzo al canale; un’altra doppia da 60 deposita su terreno più facile (bolli rossi sugli alberi). Seguendo i bolli si traversa a sinistra faccia a monte (corda fissa) fino a un’evidente gendarme roccioso sul crinale. Una volta svalicato si scende con attenzione una placchetta poi si imbocca una buona traccia a destra; superata una capanna in legno con alcune arnie, si raggiunge la strada asfaltata, che comodamente con alcuni tornanti riporta all’auto (1.15 h dalla vetta).
OSSERVAZIONI
Via di stampo decisamente plaisir, ideale nelle mezze stagioni e possibilmente in periodi secchi, vista la natura un po’ muschiosa di alcuni passaggi. Ci aspettavamo di non incontrare nessuno, invece al nostro arrivo c’erano ben 5 cordate, un po’ improvvisate, alle prese con Minima Immoralia… che hanno abbandonato sul più bello – per nostra fortuna! L’ultima parte è sicuramente la più continua e meritevole.


Panorama dalla vetta: da sinistra Grondilice, Contrario, Cavallo e Tambura
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