La Tambura è la seconda elevazione delle Alpi Apuane: meno slanciata rispetto a molte colleghe, si sviluppa più in orizzontale, con un altopiano carsico unico nel suo genere e tre lunghe creste che si uniscono esattamente in cima. Quella nord-est è la più articolata e interessante: separa la valle dell’Acqua Bianca da quella di Arnetola, e ha come prolungamento naturale il gruppo della Roccandagia, con le alte pareti affacciate su Campocatino.
La cresta è percorribile solo in parte o integralmente partendo dal Passo della Tombaccia: il tratto più delicato è quello tra il rilievo chiamato Grondalpo e la Roccandagia, dove l’esposizione si fa sentire e c’è da affrontare qualche passo in arrampicata. Il terreno è tipicamente apuanico, richiede piede fermo e attenzione costante… dalla cima, nel cuore della catena, il panorama è notevole!
MONTE TAMBURA (1895 m) – CRESTA NORD EST INTEGRALE
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 14 luglio 2018 | Compagni | Luca Castellani |
Itinerario | Salita al Monte Tambura per la cresta integrale dal Passo della Tombaccia | Zona Montuosa | Alpi Apuane |
Tempo e distanza | 3 ore da Campocatino alla Tambura (calcolarne di più procedendo assicurati); 2 ore discesa | Dislivello | + 1100 m circa |
Località di Partenza | Campocatino (Vagli di Sotto, LU) | Quota partenza e arrivo | 1000 m – 1895 m circa |
Difficoltà globale | PD+ | Difficoltà tecnica | 1 passo III, tratti di I e II, spesso esposta |
Chiodatura | Qualche chiodo e cordone. Calata ben attrezzata | Materiale | Sufficiente una corda da 30/40 m e qualche rinvio. Se si è abituati al terreno apuanico si può percorrere slegati |
Tipologia arrampicata | Cresta | Roccia | Discreta |
Segnavia | Sentieri CAI 177, 35 e 146; tracce in cresta | Libro di vetta | No |
Punti d’appoggio | Bar – Ristorante a Campocatino | Acqua | Fontana nel paese alla partenza |
Cartografia utilizzata | Alpi Apuane - Carta dei sentieri e rifugi 1:25000 | Bibliografia utilizzata | Info su forum sul web per la cresta Grondalpo e la NE della Tambura; per la parte di cresta sulla Roccandagia Apuane 80 itinerari classici e di avventura |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Sì, cresta lunga e divertente, una bella "apuanata" |
INDICAZIONI STRADALI
Raggiungere Campocatino (1003 m), passando per Vagli se si arriva dalla Garfagnana, per Gramolazzo – Gorfigliano se si sale dalla Lunigiana.

Campocatino
RELAZIONE
Dal centro di Campocatino (fontana) si imbocca a destra il sentiero 177 verso il passo della Tombaccia (1360 m), che sale prima per prati poi nel bosco. Dal valico si apre la vista su Pisanino e Cavallo. Prima che il sentiero inizi a scendere con tratti attrezzati, si individua una debole traccia (ometto) che risale a sinistra verso la cresta. Si raggiunge il filo, camminabile ma fin da subito esposto, e lo si segue fedelmente, aggirando qualche tratto sul lato destro. La traccia si perde un po’ in prossimità di un’impennata: conviene seguire sempre il filo, in questo tratto con affioramenti di roccia scistosa, fino a un rilievo più dolce e pratoso, da cui si può ammirare il proseguimento della cresta.
Scendere sempre stando sul filo, ora più rotto, fino a un intaglio; per paretina di paleo/sassi, si guadagna il filo di cresta del Grondalpo (spuntone con cordone). Lo si segue a tratti a cavalcioni (I) in bella esposizione fino alla vetta. Poco dopo il filo è interrotto da un salto strapiombante, che si può superare con una calata in doppia da 20 m (sosta buona con catena + chiodi). La doppia si può evitare scendendo dalla cima verso Campocatino (misto-erba esposto) fino a una stretta cengia erbosa con tracce di capre. La si segue a destra faccia a valle in leggera discesa, poi con facile arrampicata (II, due chiodi, esposto) si traversa fino all’intaglio dove si atterrerebbe con la calata (sosta con 2 chiodi e cordone).

Scendendo a piedi dal Grondalpo, vista sul proseguimento della cresta col passo di III-
Continuare a seguire la cresta, affilata ma camminabile, fino a un saltino di 3 metri con 2 chiodi. Superarlo uscendo a destra (passo III), poi riprendere la cresta nuovamente facile. A sinistra si può raggiungere con una breve deviazione la Penna di Campocatino, passando dall’uscita del Canale di San Viano: una classica salita invernale che può essere sfruttata come via di fuga (traccia ripida su sfasciumi). Proseguendo invece sulla cresta ora pianeggiante si supera quasi senza accorgersene la cima della Roccandagia (1717 m), dunque si riprende a scendere sul filo, via via più stretto, fino a una sella. In questo tratto vi sono alcuni bolli blu della via normale alla Roccandagia, che da qui scenderebbe a destra verso il sentiero 177.
La parte più esposta della cresta è terminata, ora a destra si costeggia l’altopiano della Carcaraia, a sinistra ripidi versanti di paleo. Un primo rilievo roccioso si aggira a destra (passo II), un secondo restando sul filo con bella roccia scistosa (I). Una terza quota, più marcata, si affronta invece sul versante Arnetola (a sinistra), con qualche passo di I e misto-erba. Ora la cresta diventa più abbattuta e camminabile, guadagnando gradualmente quota fino a un intaglio con facile saltino roccioso (I). Poco oltre, l’ultima impennata permette di guadagnare la panoramica vetta della Tambura (1895 m, 3 ore circa da Campocatino procedendo slegati).

In vetta alla Roccandagia
DISCESA
Dalla vetta scendere ainistra per comodo sentiero il crestone sud-est, fino al Passo della Tambura (1634 m): qui passa la celebre via Vandelli, costruita nel 1700, e seguita fedelmente dal sentiero CAI 35. Lo si percorre fino a un bivio, dove si tiene la sinistra verso Campocatino (breve tratto attrezzato un po’ esposto). La seconda parte tutta nel bosco e un po’ noiosa (2 h dalla vetta all’auto).
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