Arrampicare sul Procinto è prima di tutto un viaggio nella storia dell’alpinismo apuano, che su questa montagna ha vissuto molti dei suoi momenti fondanti. La prima salita ufficiale è di Aristide Bruni e compagni nel 1879, anche se pare che questo panettone di roccia apparentemente inaccessibile fosse già stato salito prima da boscaioli… sicuramente le capre furono le prime a metterci le zampe! Fu lo stesso ingegnere Bruni a promuovere la costruzione sul Procinto della prima via ferrata in Italia, tutt’oggi un percorso molto interessante con decine di gradini scolpiti nella parete.
Nel 1933 i fratelli Ceragioli salirono sullo spigolo nord est la prima via di quinto grado delle Alpi Apuane; il sesto grado invece arriva nel 1955, quando Dolfi e Melucci affrontano direttamente la parete nord (RELAZIONE). Lo stesso Giancarlo Dolfi insieme a Marco Rulli nel decennio successivo innalza ancora la posta in gioco, con una salita formidabile sulla parete Est, la più alta e attraente della montagna. La via Luisa, del 1961, inaugura di fatto l’epoca dell’arrampicata mista artificiale, per la quale il Procinto – dove gli strapiombi non mancano! – è un terreno di gioco ideale.
Negli anni 80 e 90, staffe scarponi e chiodi sono mandati in pensione anticipata dall’avvento del trapano, delle scarpette e degli spit. Nuove linee vengono tracciate sul Procinto, spingendo al limite le difficoltà in libera, e spesso le vie nuove intersecano o si sovrappongono a quelle precedenti. Oggi la montagna si presenta dunque come una grande falesia, dove anche le vecchie vie classiche sono state riattrezzate a spit, rendendole di fatto appetibili a molti alpinisti.
La via Luisa o Dolfi Rulli è una bella via che vince la parete Est con arrampicata sempre verticale, atletica e di soddisfazione in classico stile Procinto. La roccia è sempre ottima, spesso su belle prese generose. La chiodatura a fittoni riduce certamente l’ingaggio di qualche tempo addietro ma permette una salita quantomeno più tranquilla. Per gli amanti del classico restano i chiodi vecchi che in certi casi possono aiutare ad avvicinare la chiodatura moderna.
Prima salita: G. Dolfi e M. Rulli, 1961
PROCINTO (1177 m) – VIA LUISA o DOLFI RULLI

Il funghetto del Procinto, la parete Nord è quella che spunta a destra
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 13 maggio 2017 | Compagni | Federico Rossetti, Pietro Gaibazzi |
Settore | Parete Est | Itinerario - Via | Via Luisa o Dolfi Rulli |
Esposizione | E | Periodo consigliato | Maggio - Ottobre |
Tempo | 4,30 h (2 h la via) | Sviluppo | circa 100 m |
Difficoltà | TD, I/S1, 6b (SR2 sul quarto tiro) | Chiodatura | Ottima aresinati, sono anche stati lasciati i vecchi chiodi. Più distanziata sul quarto tiro. |
Tipologia arrampicata | Placche lavorate, strapiombi | Roccia | Ottimo calcare |
Materiale | Da arrampicata (12/14 rinvii), utile qualche friend | Bibliografia | B. Barsuglia, G. Cerboni, Alpi Apuane... il gusto di arrampicare |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Bella, con arrampicata di soddisfazione! |

INDICAZIONI STRADALI
Usciti dal casello dell’A12 Versilia, si seguono le indicazioni per Massa, dunque per Serravezza/Alpi Apuane. Si risale la valle fino a Ponte Stazzemese, dove si volta a destra tenendo per Stazzema. All’ultimo tornante prima del paese, si stacca a destra una strada (indicazioni rifugio Forte dei Marmi) che si segue per qualche curva. E’ possibile parcheggiare presso il bivio col sentiero 5 (piccola cappelletta) o proseguire ancora su buono sterrato guadagnando qualche minuto (si salirà in tal caso con il sentiero 5 bis).
AVVICINAMENTO
Sia che si salga dal sentiero 5, dal 6 o dal 5bis, occorre raggiungere il Rifugio Forte dei Marmi (40 o 50 minuti dall’auto a seconda del percorso scelto). Appena prima del rifugio si imbocca il sentiero a sinistra per il Procinto, che passa ai piedi della grandiosa parete sud del Monte Nona. Superato un ponticello di legno si è alla base del Monte Procinto, attorno a cui gira un sentiero ad anello (la “cintura”). Lo si imbocca a destra, raggiungendo la base della parete Est (piccola sorgente). Dai tetti aggettanti tornare indietro pochi metri e salire per tracce e prati fino all’attacco dove la parete forma un piccolo zoccolo, cordoni in clessidre (1,15/1,30 h).
RELAZIONE
1° tiro: salire verticalmente prima per gradini poi per parete compatta e verticale a buchi. Nei pressi di un cordone viola in clessidra ignorare la sosta a spit a destra e proseguire traversando 1 metro a sinistra (esposto), quindi verticalmente seguendo un diedrino (cordoni). Salire fino a un secondo cordone viola, traversare a destra alla sosta su due ferle e maglie rapide (30 m, 5c – 4 ferle, 2 chiodi e 3 cordoni in clessidre).
2° tiro: salire sopra la sosta leggermente verso sinistra, poi vincere lo strapiombo, quindi traversare a sinistra. Salire infine verticalmente fino alla sosta (20 m, 6a+ – 8 ferle e 2 cordoni in clessidre).
3° tiro: tiro chiave. Salire sopra la sosta verso destra fino a prendere una lama. Seguirla quindi spostarsi a sinistra ed entrare nel diedro; salirlo per belle fessure fino a quando si fa strapiombante. Vincerlo quindi aprirsi in diedro e continuare fino alla grotta dove si sosta su uno spit e una ferla con catena (30 m, 6b – 8 ferle + chiodi vecchi).
4° tiro: traversare a destra ed uscire dalla grotta per un traverso esposto. Ignorare la sosta e salire leggermente verso sinistra fino a uno strapiombetto. Vincerlo direttamente (p. 6a), quindi continuare sempre verso sinistra seguendo una rampa/canale (ferle molto distanti) fino ad uscire in una grottina (ferla con anello di calata). Traversare a sinistra (chiodo vecchio), doppiare lo spigolo e sostare sulle piante, cordoni vecchi (40 m, II/V p. 6a – 5 ferle, chiodi vecchi e una sosta intermedia). Protezioni assenti/molto distanti sul facile.
5° tiro: salire nel bosco ripido superando qualche gradone di roccia (cordoni vecchi su piante) e sostare a piacere su piante.
Proseguire nel bosco, aggirando sulla destra un salto, quindi superare un spigoletto e raggiungere per tracce la cima.
DISCESA
Per la ferrata. Seguire il sentiero verso il mare, quindi piegare a sinistra e raggiungere i cavi. La ferrata è ottimamente attrezzata con cavi e catene. Raggiunto l’attacco (15 minuti dalla cima, di più se si scende assicurandosi) si scende a sinistra fino a raggiungere il ponticello già attraversato. Da qui al rifugio e all’auto (1 h dalla cima).
OSSERVAZIONI
Bella bella ma da affrontare con il giusto allenamento che l’arrampicata al Procinto richiede.
Nella seconda parte del quarto e più facile tiro la chiodatura si fa molto rada (lontanissima!), le difficoltà comunque sono contenute rispetto al resto, ma qualche friend risulta utile.
Al Procinto abbiamo anche salito: la Dolfi Melucci (120 m, 5c/6a), Effetti Collaterali Vertigini (115 m, 6b) e la Cresta dei Bimbi (150 m, dal II al V°).


2° tiro, la parete strapiomba (a sinistra il Monte Nona…)
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