Il Pizzo d’Uccello (1781 m) è una delle vette più famose delle Alpi Apuane: al baratro della parete nord dove sale la classica Oppio-Colnaghi (650 m – V+), si contrappone il versante di Vinca, esposto al sole, dove la roccia è un po’ meno ma generalmente migliore: a tratti, anzi, veramente eccezionale! Sui contrafforti che formano la parete sud sono state tracciate diverse vie, sia classiche (Diedro sud e Tiziana le più ripetute) sia moderne: di queste Dinko è forse quella più abbordabile come difficoltà.
Si tratta di un itinerario abbastanza lungo, diviso in tre sezioni ben distinte fra cui intercorrono tratti erbosi più abbattuti: è possibile in questi intervalli uscire dalla via. L’ambiente rimane comunque aspro e ripido, e nonostante ci siano gli spit (nemmeno così tanti), Dinko è da considerare una via più alpinistica che sportiva, parte di un’ascensione faticosa su questa bellissima montagna.
Prima salita: M. Franceschini, F. Recchia, N. Stefani, 2005
PIZZO D’UCCELLO (1781 m) – VIA DINKO
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 17 aprile 2017 | Compagni | Luca Castellani, Alberto Piazza, Misha Cattabiani |
Itinerario | Salita al Pizzo d'Uccello per la via Dinko | Zona Montuosa | Alpi Apuane |
Tempo | Totale 9/10 h (5/6 h la via) | Dislivello | 900 m (400 la via) |
Località di Partenza | Nei pressi di Vinca (MS) | Quota partenza e arrivo | 950 m - 1781 m |
Difficoltà globale | D+ | Difficoltà tecnica | Max 5c, spesso IV |
Chiodatura | A spit, presenti nelle difficoltà, un po' lunghi sul facile. Soste con due spit spesso da collegare | Materiale | 12 rinvii, scelta di friend e nut |
Tipologia arrampicata | Placca | Roccia | Calcare scistoso nei primi due tiri, dolomia (grezzoni) sul resto. |
Segnavia | Sentiero CAI 37 e 38 | Libro di vetta | Sì |
Punti d’appoggio | Capanna Garnerone, alimentari a Vinca | Acqua | No |
Cartografia utilizzata | Alpi Apuane - Carta dei sentieri e rifugi 1:25000 | Bibliografia utilizzata | B. Barsuglia, G. Cerboni: Alpi Apuane, il gusto di arrampicare |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Sì, una bella ascensione |

INDICAZIONI STRADALI
In auto si raggiunge il paese di Vinca nelle Alpi Apuane (uscita A15 Aulla e direzione Equi Terme). Non entrare nel paese ma prendere la strada a destra e seguirla (un po’ sconnessa) fino a quando diventa più stretta e sterrata, resti di una sbarra.
AVVICINAMENTO
Si prende il sentiero CAI 179 a sinistra della strada (indicazioni Capanna Garnerone). Lo si segue in salita per circa 15 minuti fino a quando confluisce in una strada marmifera pianeggiante, che si imbocca a destra. Subito dopo a sinistra si stacca un’altra carrareccia: a questo punto si abbandona il sentiero CAI e si segue la strada per un centinaio di metri, fino a individuare un ometto e una traccia che sale nei ripidi prati a destra.
La si segue (vari ometti) lasciandosi a sinistra il bosco, e superato un ghiaione ci si immette nel sentiero 37. Lo si imbocca in direzione del Pizzo d’Uccello fino al bivio col sentiero 175 che sale da Vinca: a questo punto conviene traversare per i prati e roccette puntando a un avancorpo di roccia scura nel punto più basso della parete (ometti e segnali CAI del sentiero 191, ormai abbandonato). Si risale il canale a imbuto fra i due placconi di roccia scistosa: su quello a sinistra attacca la via il Bacio della Donna Ragno, mentre a destra salgono Marta e appena più a monte Dinko.


RELAZIONE
Salire facilmente (passo di II) la placca sul lato sinistro, fino a raggiungere una sosta con due spit e cordino.
1° tiro: si risale la placca di roccia scistosa e scura, prima facile poi via via più ripida e delicata; conviene cercare la linea più facile, e non spostarsi dritti per dritti da uno spit all’altro! Superato uno strapiombino, si prosegue diritti con passi di aderenza fino alla sosta (quella appena a destra appartiene a Marta). 50 m, 5b, 9 spit
2° tiro: traversare a sinistra uscendo dalla placconata, e proseguire lungo lo spigolo superando tre divertenti saltini. La sosta è posta su un comodo ripiano erboso ai piedi di un muretto. 45 m, 4c, 4/5 spit
3° tiro: affrontare direttamente la paretina (belle lame) dunque proseguire per sentierino fino ai piedi di un pilastro con a destra un canale, e sostare su due spit. 25 m, 4c, 2 spit
4° tiro: dritto su per il pilastro: oltrepassata una strozzatura con grandi blocchi incastrati prendere una bella fessura verticale (V) che permette di riguadagnare il filo dello spigolo. Salire dunque obliquando a destra per belle placche di roccia compattissima (IV), facilmente proteggibili; la sosta si trova ai piedi di un breve camino. 40 m, 4c, 5 spit
A questo punto si può procedere in conserva o slegarsi, aggirando da sinistra il camino e poi da destra gli ultimi risalti dello spigolo: meglio evitare di scendere nel canale a destra, piuttosto infido. Per gradoni erbosi (radi ometti) si raggiunge la base del secondo avancorpo. La prima linea di spit che si incontra è Heidi, appena a destra riprende Dinko (sosta su due spit e scritta un po’ sbiadita).
5° tiro: salire la bella placca verticale, ben appigliata; raggiunta una bella fessura, la si segue verso destra; attenzione a non salire dritti sugli spit di Heidi, errore capitato di frequente! Terminata la fessura, ci si sposta a destra con un traverso esposto, fino al terrazzino con la sosta. 40 m, 5b, 6/7 spit, 1 clessidra, 1 nut incastrato
6° tiro: ancora in traverso a destra (ignorare un chiodo posto su un passaggio più verticale), doppiare lo spigolo con passi esposti e delicati, dunque salire dritti uscendo su una placca con roccia ruvida e monolitica; sempre obliquando a destra, si guadagna una cengetta erbosa (friend incastrato) da cui si traversa ancora a destra fino alla sosta. 35 m, 5c, 4/5 spit, 1 vecchio friend
7° tiro: ancora in traverso a destra (passo delicato iniziale), su roccia ruvida e ben presata; la sosta è appena oltre uno spigolino. 40 m, 4c, 4 spit
8° tiro: dritto sopra la sosta, per bella placca ruvida e ben lavorata. Sul bordo destro della placconata, appena prima del prato, si trova la sosta. 30 m, 4b, 2 spit
Conviene nuovamente slegarsi o procedere in conserva verso l’ultimo tratto di parete, che si raggiunge costeggiando dall’alto il canalone. Superata una roccia sporgente, ci si trova ai piedi delle rocce: dritto sul difficile sale Mistral, mentre Dinko affronta una placca/diedro inclinata più a sinistra (sosta su spit e chiodo). Nel caso si volesse abbandonare la via, seguendo il cengione erboso a destra ci si ricongiunge con la via normale.
9° tiro: salire la facile placca: quando diventa più ripida, spostarsi nel diedro, dunque uscire a destra traversando sulla placca soprastante. La sosta è su due spit ai piedi di un diedrino strapiombante. 30 m, 4b, 3 spit
10° tiro: affrontare la fessura direttamente (ottime prese, possibilità di uscire nel canale a destra, più facile), e proseguire più facilmente sullo spigolo. Attraversare dunque il canale a destra puntando a un pilastro con a fianco un camino; si risale il pilastro verticale fino alla sosta su un terrazzo aereo 30 m, 5a, 4 spit
11° tiro: masso isolato a destra della sosta, dunque tratto erboso fino ad un ampio terrazzo ai piedi dell’ultimo muro (eventuale sosta intermedia, chiodo e spit). Salire la placca puntando ad uno spit, dunque spostarsi a destra e uscire verticalmente (chiodo) sulla cresta. Seguirla superando due speroncini (III, due spit) fino a sostare comodamente su spit. La seconda parte del tiro coincide con l’ultimo tiro della via Tiziana. 50 m, IV, 4 spit, 1 chiodo
Dalla sosta si risale la crestina superando qualche roccetta fino ad incontrare il sentiero che si porta in vetta al Pizzo d’Uccello (1781 m – 5/6 h dall’attacco).
DISCESA
Per la via normale (bolli CAI). Nella prima parte si scende con facili roccette, poi superato un bivio (Giovetto, 0.45 h) si segue il crinale (sentiero 181) con qualche saliscendi fino alla Foce di Giovo (1 h) dove si scende a destra verso Vinca (175). Raggiunto il bivio con il sentiero 37, lo si riprende percorrendo a ritroso il percorso dell’andata fino all’auto (1,45 h dalla vetta).
OSSERVAZIONI
In vari punti la via sembra un po’ cercare la difficoltà, o comunque la roccia più compatta e sana, con l’erba o i ghiaioni appena di fianco… questo può farla sembrare un po’ forzata; del resto questo versante del Pizzo è fatto così, e nel suo contesto la via segue una linea coerente. Tutto sommato poi non mancano – specialmente nella parte centrale – i tratti obbligati, dove si ha la sensazione di essere in piena parete. Nel complesso una via divertente e consigliabile, anche se non vale la combinazione Diedro sud + Tiziana.
Un ringraziamento a Misha Cattabiani che ha percorso tutta la via con la reflex! Sue quasi tutte le foto dell’articolo.

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