Il Cavallo è la terza cima più alta delle Apuane, nonché una delle più difficili da raggiungere. La sua cresta aerea, con le cime rocciose che si susseguono come gobbe, è uno degli scorci più caratteristici della catena, e “cavalcarla” è un’esperienza indimenticabile soprattutto d’inverno (Monte Cavallo – Traversata: sul filo delle creste in inverno). Sulla parete nord est, affacciata sulla valle dell’Acqua Bianca, sono state attrezzate alcune vie moderne a spit, che hanno reso appetibile agli alpinisti non solo invernali questa montagna meravigliosa.
Gli Smemorati è stata la prima linea ad essere salita, e nonostante due brevi trasferimenti su erba risulta logica e diretta, permettendo – a differenza delle vie vicine – di uscire proprio in vetta ad una delle “gobbe” del Cavallo. L’arrampicata è prevalentemente di placca, a volte tecnica ma mai sostenuta; la roccia, a parte un paio di tratti verso la fine, è ottima, di tipo scistoso a striature e liste orizzontali che ricordano ora le Torri di Monzone, ora la Pietra di Bismantova.
Prima salita: Gianfranco Cotelli, don Giovanni Martinelli, Luciano Soldini, 1998
MONTE CAVALLO (QUOTA 1874) – GLI SMEMORATI

Tracciato della via
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 10 giugno 2018 | Compagni | Luca Castellani, Misha Cattabiani |
Itinerario | Via Gli Smemorati al Monte Cavallo | Zona Montuosa | Alpi Apuane Settentrionali |
Tempo | Totale 7/8 h (3/4 h la via) | Dislivello | +900 m circa (230 m la via) |
Località di Partenza | Cave Campaccio, Gorfigliano (LU) | Quota partenza e arrivo | 1000 m (circa) - 1874 m |
Difficoltà globale | D+, S1, max 6a/A0 | Difficoltà tecnica | Spesso 5a, tiro di 6a |
Chiodatura | Ottima a spit, un po' lontani solo all'inizio della via | Materiale | Materiale da arrampicata, 15 rinvii |
Tipologia arrampicata | Placca | Roccia | In genere ottima, di tipo scistoso. Solo un paio di tratti brutti in L6 e L8 |
Segnavia | Marmifera, e sentiero CAI 167, tracce sulla cresta | Libro di vetta | No |
Punti d’appoggio | Bivacco Aronte (cattive condizioni) | Acqua | No |
Cartografia utilizzata | Alpi Apune (Ed Multigraphic) - sconsigliata! | Bibliografia utilizzata | M. Franceschini, F. Recchia, Toscana e Isola d'Elba, Falesie e vie moderne |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Si! Se non per l'arrampicata, per l'ambiente e la bella cima su cui si arriva |

INDICAZIONI STRADALI
Raggiungere Gramolazzo, salendo dalla Lunigiana o dalla Garfagnana: da qui seguire le indicazioni per Gorfigliano prima, e per Campocatino dopo. La strada sale con vari ripidi tornanti nel bosco: ignorare una prima deviazione sterrata a destra, e imboccare la seconda (per Cave Campaccio – Passo della Focolaccia). Risalire la strada marmifera fin dove possibile con la propria auto, in linea di massima poco dopo una galleria.
AVVICINAMENTO
Continuare a seguire la strada marmifera (indicazioni Passo Focolaccia) che risale la ripida valle dell’Acqua Bianca. Superare una sbarra (parcheggio raggiungibile dai fuoristrada) e continuare superando qualche tornante ormai in vista della parete. Ignorare un primo bivio per Foce Cardeto, e proseguire sulla marmifera oltrepassando l’invaso del canale Cambron. Raggiunto un secondo bivio per Foce Cardeto, salire dritti per deboli tracce su erba puntando a un grande diedro che separa due evidenti placconate. La via degli Smemorati risale quella a sinistra, sormontata da strapiombi, mentre a destra del diedro sale la via dei Cherubini. Comoda piazzola all’attacco (1,30 h).
E’ possibile anche partire dalla val Serenaia seguendo il sentiero 178 e svalicando da Foce Cardeto: un avvicinamento un po’ più faticoso ma senz’altro più ameno rispetto alla lunga e noiosa marmifera della Focolaccia. Calcolare almeno 2 ore.
RELAZIONE
1° tiro: salire dritti lungo la placca inizialmente facile (spit lontani) poi mano a mano più ripida. Dopo un passaggio tecnico su lama, si prosegue su belle liste, andando a prendere un diedrino. Piegare poi a destra fino a un terrazzino con la sosta, proprio sotto gli strapiombi (45 m, 5a).
2° tiro: in diagonale a destra sempre su ottima roccia, con qualche vena di quarzo. Rimontare uno spigoletto e un saltino verticale, dunque ancora a destra fino alla sosta (30 m, 4c).
3° tiro: breve tiro di trasferimento: salire per roccette ed erba, dunque seguire una cengetta a sinistra fin sotto al secondo ordine di placche (8 m, I, misto-erba).
4° tiro: dritti sopra la sosta, poi piegare leggermente a sinistra su bellissima placca squamosa, con arrampicata tecnica. Spostarsi ancora più a sinistra fino al piccolo terrazzino di sosta (30 m, 5b).
5° tiro: dritti per la placca appena a sinistra della sosta, puntando a un vago diedro che si risale inizialmente grazie a buone lame, poi con prese via via più piccole. Uscire dal diedro a sinistra e raggiungere più facilmente la sosta (20 m, 5c, passi 6a).
6° tiro: dritti sopra la sosta poi piegare a sinistra seguendo una rampa-diedro. Di nuovo dritti per placca a gradoni fino alla cengia con la sosta. Roccia molto brutta negli ultimi metri (45 m, 4c).
7° tiro: altro tiro di trasferimento: seguire la cengia a sinistra fino alla sosta, sotto una bella placca (15 m, facile).
NOTA: La via in origine finiva qui: visibile traccia sui prati a sinistra, che con un po’ di ravanaggio porta in cima; l’ultimo tiro è stato “aggiunto” in seguito.
8° tiro: risalire la paretina su roccia stupenda, con liste marroni che sembrano appiccicate alla placca di marmo. Spostarsi un po’ a destra seguendo una sequenza di ottime lame, poi di nuovo dritti su roccia via via più scagliosa, che diventa decisamente pessima avvicinandosi alla sosta (posta più a destra), attrezzata 3 metri sotto la vetta (35 m, 5c).
DISCESA
E’ possibile scendere in doppia sulla via (soste con maglia rapida), ma è decisamente più consigliabile la discesa a piedi. Considerare però che la normale al Cavallo (la cui vetta è raggiungibile in pochi minuti a destra, faccia a mare) non è segnalata, e pur non presentando difficoltà particolari va affrontata con cautela; nel caso – molto frequente! – di nebbia, può risultare difficile da rintracciare.
Scendere la cresta verso Sud (sinistra faccia a mare), superando una selletta per poi rimontare su terreno scosceso un’altra gobba – passi di I grado un po’ esposti. Scendere per placca appoggiata stando a destra del filo, e raggiunta l’ampia sella erbosa sottostante scendere per i prati ripidi lato mare, seguendo una debole traccia compresa fra un canale a sinistra e a destra il costone roccioso che scende dalla “gobba” appena superata. Scendendo si individuano due tracce più marcate che tagliano il versante: conviene imboccare la più alta, che traversando sotto le pareti conduce alla Forcella di Porta senza perdere quota; la più bassa è il sentiero 167 che sale dal vallone degli Alberghi, e arriva a sua volta alla suddetta forcella. Da qui facilmente si scende al Bivacco Aronte e alla cava del Passo Focolaccia, che si traversa con un lungo giro. Seguendo la marmifera si torna 100 metri sotto l’attacco. Calcolare almeno un’ora.
Una seconda possibilità, più difficile ma rapida – da valutare se si è partiti dalla val Serenaia – è di salire la vetta principale (1890) per poi scendere lungo l’esposto tratto di cresta (passi di I e II) che conduce alla sella dove sbuca il canal Cambron. Seguirlo in discesa lungo una vaga traccia su terreno ripido ma mai difficile fino a reimmettersi nel sentiero 179.
OSSERVAZIONI
Abbiamo sbagliato l’avvicinamento, lasciando la macchina in una marmifera parallela a quella delle Cave Campaccio… ma molto più in basso! Nonostante la sgambata per raggiungerla (circa due ore!), la via ci è piaciuta. Arrampicata mai di forza, spittatura ben presente nelle difficoltà e nei tratti di roccia brutta, e arrivo in uno dei luoghi più panoramici delle Apuane. La discesa a piedi sul selvaggio versante meridionale ha dato un valore aggiunto alla giornata.
Incontrate altre cordate: due sulla nostra via, partite molto prima di noi; altre su vie vicine, anche a Punta Carina. Sicuramente per chi dispone di un fuoristrada l’accesso risulta decisamente più veloce!
Si citano altre vie sul versante nord del Cavallo: Cherubini (max 6a), Lovable (5c/6a), Arte e Maniera (6a). Molte altre possibilità più brevi nel gruppo di Punta Carina.
METEO INCONTRATO (10 giugno 2018)
Giornata soleggiata e abbastanza calda, la nebbia è rimasta più bassa di noi regalandoci un bello spettacolo una volta in cresta.
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Traverso su un nevaio lungo-degente! Dietro il monte Pisanino

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