La Val Salarno è forse la massima espressione dell’arrampicata adamellica. In questo lungo vallone circondato da gigantesche montagne di granito, le possibilità sono pressoché infinite e negli anni è diventato terreno di gioco prediletto per gli arrampicatori dai molteplici gusti. Non mancano infatti le lunghe creste, le placche dalla roccia meravigliosa, le grandi pareti in stile big wall e le classiche per ogni ordine e grado.
In questo scenario il Cornetto di Salarno, montagna di per sé dallo scarso interesse e raggiunto quasi in vetta dai ghiacci del Pian di Neve, si erge oltre il Rifugio Prudenzini con un imponente crestone che precipita con un’ampia bastionata. L’altezza della parete decresce da destra a sinistra e offre diverse possibilità tra cui menzioniamo Granitomachia che sale un evidentissimo e spettacolare specchio di granito. Lo Spigolo Ovest, particolarmente estetico se guardato dal rifugio, si staglia contro il cielo con bella linea estetica e regala un’arrampicata meritevole dal classico stampo adamellico.
Prima salita: S. Battaini e P. Sacchi il 13 luglio 1982
CORNETTO DI SALARNO (QUOTA 2900 m) – SPIGOLO OVEST

La bella forma dello spigolo ovest del Cornetto di Salarno
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 29 - 30 giugno 2019 | Compagni | Luca Castellani, Alberto Piazza, Federico Rossetti |
Itinerario | Salita alla quota 2900 m del Cornetto di Salarno | Zona Montuosa | Alpi Retiche - Gruppo del Castello |
Tempo | 13 h (4 h la via) | Dislivello | 1500 m (500 m lo sviluppo della via) |
Località di Partenza | Fabrezza di Saviore (BS) | Quota partenza e arrivo | 1458 m - 2900 m |
Difficoltà globale | III/R3, D+ | Difficoltà tecnica | Passo di V+, spesso sul IV/V nella prima parte, poi più discontinua |
Chiodatura | Pochissimi chiodi in via | Materiale | Serie di friend classica, qualche micro utile, una scelta di chiodi |
Tipologia arrampicata | Cresta e diedri | Roccia | Granito ottimo, a tratti un po' lichenoso |
Segnavia | CAI 14, tracce molto vaghe | Libro di vetta | Si |
Punti d’appoggio | Rifugio Prudenzini | Acqua | Fonte presso il Lago di Salarno. Al rifugio ufficialmente non potabile |
Cartografia utilizzata | Carta Adamello Tabacco 1.25000 | Bibliografia utilizzata | Arrampicare in Adamello, Edo Balotti |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Si, nonostante non raggiunga una ''cima'' vera e propria merita! |

INDICAZIONI STRADALI
Risalire la Val Camonica fino a Cedegolo, dunque seguire le indicazioni per Saviore dell’Adamello. Dal centro del paese imboccare un secco bivio a sinistra per Fabrezza Val Salarno, e poco dopo un altro tornante a destra. La strada è asfaltata ma molto stretta e termina presso il ristorante albergo Stella Alpina (1458 m, pochi spiazzi auto, in parte riservati ai clienti).
AVVICINAMENTO
Seguire la comoda sterrata (segnavia 14) che risale lungamente la Val Salarno, superando i suoi due laghi, fino al rifugio Prudenzini (2226 m, 2,30/3 da Fabrezza). La bastionata del Cornetto di Salarno è ben evidente dietro il rifugio e alla sua sinistra contro il cielo lo spigolo ovest. Per raggiungere l’attacco si segue il sentiero 14 verso il Bivacco Giannantoni, oltrepassando la piana ricca di massi e la vecchia costruzione del rifugio. Si continua a seguire il sentiero sul lato destro del vallone fino a quando questo piega a destra, qui si procede (tracce/qualche ometto) costeggiando la bella parete del Cornetto. Si entra poi in un meraviglioso anfiteatro tra le grandi pareti dei Corni e il ghiaccio della Vedretta di Salarno. Qui conviene mantenersi sul lato destro (ampia cresta/spallone roccioso) e salire tra le rocce con facili passi d’arrampicata ricercando la via migliore (p. I/II) fino a portarsi alla base dell’evidente spigolo, neve a inizio stagione (1.30 h).
RELAZIONE
1° tiro: salire per placche appoggiate da sinistra verso destra (III/II), sostando su un terrazzino (50 m).
Il tiro è evitabile salendo a destra (p. II), quindi rientrando a sinistra su ampia e comoda cengia.
2° tiro: salire le placche appoggiate incise da fessure seguendo la rigola superficiale di sinistra con arrampicata delicata di aderenza (IV/IV+, 1 chiodo – poco proteggibile) fino a raggiungere una stretta cengia. Percorrerla a destra fino a un comodo terrazzino dove si sosta su due chiodi, cordino e anello di calata ( 55 m, 1 chiodo).
3° tiro: salire leggermente a destra della sosta puntando a un chiodo visibile, poi per un diedrino (IV/IV+, vecchio cordone). Spostarsi poi a destra, delicato (V), e salire per placche con sottili fessure (V, chiodo) con bell’arrampicata tecnica fino a raggiungere terreno più rotto e facile. Salire a un piccolo terrazzino (chiodo e vecchi cordoni, possibile sosta intermedia) e proseguire a sinistra per lame (IV+), poi più facile per blocchi fino alla sosta comoda su cengia, chiodo e masso incastrato (60 m, 2 chiodi, 1 sosta intermedia, 1 cordone incastrato).
3° tiro: continuare sopra la sosta leggermente verso destra per placche (IV), poi in dülfer a sinistra (IV+), quindi per un diedrino con roccia più lichenosa si esce su terreno più facile e si sosta su ampia cengia (35 m).
4° tiro: traversare a sinistra fino a raggiungere un evidente diedro-camino. Salirlo prima facilmente (III+), poi con bella arrampicata più atletica e verticale (V). Al suo termine spostarsi a destra e sostare su massi incastrati, vecchi cordini (35 m). Dalla sosta invece che percorrere il diedro/camino si può invece proseguire verticalmente per bella lama staccata.
5° tiro: salire sopra la sosta l’evidente diedro (IV), quindi prendere la fessura a destra (chiodo poco sicuro) e uscire con passo scorbutico (V+). Per terreno più facile e rotto si prosegue in cresta dove si sosta su spuntoni (30 m, 1 chiodo). Il passaggio è probabilmente evitabile a sinistra.
Dalla cima scendere un diedrino fessurato (III-), la seconda parte è franata, e si scende verticalmente superando un passo più impegnativo ma ben prestato su roccia delicata o ci si mantiene direttamente sullo spigolo. Raggiunta la cresta se ne segue il filo senza difficoltà mantenendosi sul lato sinistro (I) fino alla base dell’estetico salto successivo.
6° tiro: salire direttamente il filo con bella arrampicata (III) fino a quando diventa liscio e più verticale. Traversare a destra in placca per qualche metro, quindi salire seguendo una serie di ‘lame sovrapposte’ (IV+) con andamento verso destra fino a raggiungere il filo di uno spigolo. Continuare ora verso sinistra sfruttando sottili fessure (IV) fino alla cuspide sommitale che si raggiunge con un ultimo passo delicato. Dalla punta abbassarsi nell’opposto versante raggiungendo un esile terrazzino, sostare direttamente sulla punta (50 m).
Poco sotto una sosta attrezzata con cordini e un chiodo (lasciato un kevlar nuovo e moschettone) permette con una calata (15 m) sul versante sinistro di raggiungere terreno più facile. Riportarsi poi in cresta e attaccare il successivo salto.
7° tiro: seguire fedelmente la cresta con divertente arrampicata (II/III) fino a sostare sulla sommità su spuntoni (50 m).
8° tiro: dalla cima abbassarsi facilmente (I) e raggiungere un colletto, continuare senza difficoltà salendo verso destra per sfasciumi, quindi per un caminetto verticale (III+) di rocce rotte (60 m) fino alla cima.
DISCESA
Dalla cima proseguire lungo la cresta fino a un’ampia sella, quindi scendere nel versante sinistro (ometti). Per terreno non difficile continuare costeggiando la cresta di salita (numerosi ometti) fino a raggiungere l’attacco (0.40 h). Da qui si scende al rifugio con medesimo percorso dell’avvicinamento (2 h dalla cima). In alternativa dall’attacco invece che ripercorrere lo zoccolo e rimanere in cresta può essere conveniente raggiungere il centro dell’ampio vallone e seguirlo fino a ritrovare il percorso di salita più in basso.
Dal rifugio si segue poi il comodo sentiero fino a Favrezza (2 h dal rifugio).
OSSERVAZIONI
Da tempo avevamo cerchiato in rosso questa via sulla guida Arrampicare in Adamello di Edo Balotti. Ci ispirava ed effettivamente non siamo restati delusi, anzi abbiamo trovato tutto quello che ci piace dell’andare in montagna: ambiente selvaggio, ingaggio al punto giusto, linea estetica, difficoltà da divertirsi, solitudine e roccia buona.
La via merita e nonostante la lunghezza non eccessiva si ha il sapore di una vera salita. I gradi e l’arrampicata sono adamellici, le protezioni in loco pure, l’avvicinamento anche.
In zona abbiamo salito anche la Castiglioni-Bramani al Corno Gioià.
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Verso l’attacco, sullo sfondo il Corno di Salarno

Sul terzo tiro

Roccia adamellica sul 5° tiro

Il settimo tiro

La parte iniziale del non banale 5° tiro
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