La Corna Rossa digrada a nord sull’altopiano del Grostè, mentre a sud si affaccia sopra Vallesinella con una parete di dolomia alta fino a 300 metri, scandita da diversi torrioni. Sugli spigoli corrono vie classiche (le più ripetute), ma numerosi sono gli itinerari attrezzati in ottica moderna, di tutte le difficoltà. La via Detassis Vidi (da non confondere con la vicina Detassis sul secondo torrione) è una via esposta e divertente, ben chiodata a parte i primi due tiri, dalla quale si gode una vista spettacolare sui ghiacciai dell’Adamello in contrasto con le torri di dolomia.
La roccia ottima, l’esposizione solare, l’accesso comodo e il rientro ancora più comodo, rendono queste pareti molto frequentate, specialmente d’estate. Ma è sicuramente l’autunno la stagione migliore per arrampicare da queste parti, godendosi i colori caldi del bosco, le giornate limpide, e pure la birra al rifugio Graffer, che nei weekend è aperto in pratica tutto l’anno!
Prima salita: B. Detassis, N. Vidi, agosto 1946
CORNA ROSSA, PRIMO TORRIONE (2317 m) – VIA DETASSIS VIDI

Il primo torrione della Corna Rossa visto da ovest
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 21 ottobre 2017 | Compagni | Luca Castellani, Misha Cattabiani |
Itinerario | Salita al Primo Torrione della Corna Rossa per la via Detassis Vidi | Zona Montuosa | Dolomiti di Brenta |
Tempo | 7/8 h (1,30 avvicinamento, 3/4 ore la via, 2 h discesa) | Dislivello | 200 la via, 500 dal parcheggio all'attacco |
Località di Partenza | Parcheggio Vallesinella (1513) | Quota partenza e arrivo | 1513 m - 2318 m |
Difficoltà globale | D | Difficoltà tecnica | Due tiri di V, spesso IV |
Chiodatura | Soste su chiodi e cordini, chiodi di passaggio | Materiale | Una decina di rinvii, cordini, friend medio/piccoli o nut |
Tipologia arrampicata | Spigolo: diedri e placche | Roccia | Dolomia ottima |
Periodo consigliato | Autunno, ma si scala bene anche in tarda primavera ed estate | Libro di vetta | No |
Punti d’appoggio | Rifugio Graffer | Acqua | Fontana alla partenza |
Cartografia utilizzata | Tabacco - Dolomiti di Brenta 1:25000 | Bibliografia utilizzata | Relazione sul web (Sass Baloss) |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Sì, via comoda e molto esposta |

INDICAZIONI STRADALI
Raggiunta Madonna di Campiglio, dal centro si seguono le indicazioni per Vallesinella (parcheggio a pagamento); in estate la strada è chiusa dopo le 9,30, e si può salire solo con una navetta.
Da ottobre in poi, la strada in genere è sempre aperta e il parcheggio gratuito.
AVVICINAMENTO
Dal parcheggio di Vallesinella seguire per pochi metri la strada asfaltata in salita, dunque abbandonarla per il sentiero 382 che sale a sinistra verso il rifugio Graffer. Dall’alpeggio di Malga Vallesinella di sopra, da cui già sono ben visibili i torrioni della Corna Rossa, continuare a seguire il sentiero per il Graffer fino a che non compie un tornante secco a sinistra, ormai ai piedi del primo torrione. Qui (ometto) si imbocca una traccia che risale il ghiaione, superando poi una fascia di rocce stando abbastanza alta, quasi a ridosso della parete. Una volta raggiunto il versante sud, si punta allo spigolo a destra del primo torrione, separato dal secondo da uno strettissimo canale (1.30 h).



Panorama dalla sesta sosta

Terzo tiro

Terzo tiro (il tetto con passo di VI – aggirato a destra!)

RELAZIONE
1° tiro: attaccare lo spigolo sul lato destro, proseguendo circa 15 metri fino a un terrazzino (chiodo in alto); da qui traversare a sinistra, per poi imboccare una rampa in parte erbosa che sale in obliquo a sinistra fino alla sosta (30 m, IV, 1 chiodo).
2° tiro: dalla sosta salire leggermente a sinsitra per diedrini e placchette; quando la pendenza diminuisce, traversare a destra (chiodo) e riguadagnare lo spigolo. Seguirlo con bell’arrampicata esposta, superando una sosta intermedia, fino a un aereo terrazzo ai piedi di un tetto (30 m, IV, 1 chiodo, 1 sosta intermedia, 1 cordone in clessidra).
3° tiro: è possibile aggirare il tetto a destra per placca grigia compatta (V, esposto) o salirlo direttamente (VI o AO su chiodo). Superare una sosta intermedia e proseguire sul filo dello spigolo per diedrini, poi spostarsi a sinistra su una placchetta tecnica (V, molti chiodi); raggiunta una cengetta, spostarsi a destra e sostare sul filo (30 m, V, IV+, 8/9 chiodi e una sosta intermedia).
4° tiro: continuare lungo lo spigolo ora più abbattuto, per saltini e balze erbose. Sosta su chiodo e clessidre con vecchi cordoni (35 m, III, 1 clessidra con cordino).
5° tiro: ancora lungo lo spigolo, ora più stretto ed aereo ma sempre ben appigliato; sostare alla base di un diedro scuro (25 m, III/III+, 2 chiodi).
6° tiro: salire nel diedro una decina di metri, dunque uscire a destra (chiodo) e superare un breve strapiombo. Per due paretine successive, si riguadagna lo spigolo uscendo su una cengetta detritica ai piedi di strapiombi gialli; spostarsi a sinistra e fare sosta sotto un altro diedro, 2 chiodi da collegare (25 m, IV+, 3 chiodi).
7° tiro: verticalmente lungo il diedro su roccia magnifica; prima che diventi strapiombante uscirne a sinistra con passo molto esposto, dunque proseguire in obliquo un po’ più facilmente (sosta evitabile a sinistra) per poi salire di nuovo dritti sull’ostica placchetta finale. Usciti su terreno erboso più facile, attrezzare una sosta su grosso masso appoggiato, oppure proseguire altri 30 m per facile canale (erba e passo di II) fino alla vetta, dove si può sostare su spuntone (25 m + 30 facili, V, 4 chiodi e 1 sosta intermedia).
DISCESA
Scendere sul versante opposto per facili roccette (ometti), fino a intercettare una traccia che traversa a destra mantenendosi abbastanza alta, e passando appena sotto le cime degli altri torrioni. Sempre seguendo gli ometti, si compie un semicerchio attorno all’altopiano carsico e in breve si raggiunge il rifugio Graffer.
Appena sotto al rifugio, si imbocca il sentiero 382 (cartello con divieto per le bici), e ai due bivi si tiene la sinistra, tornando ai piedi della Corna Rossa; dunque per il percorso dell’andata a Vallesinella (2 h).
OSSERVAZIONI
Uno spigolo davvero invitante, aereo e solare, sul quale il “custode del Brenta” Bruno Detassis, insieme alla guida Natale Vidi, tracciò un itinerario elegante e su ottima roccia. Oggi si presenta un po’ addomesticato dai numerosi chiodi, e con qualche segno di magnesite nei passaggi più obbligati; ma conserva ancora un carattere e un fascino decisamente alpinisitici. Da non perdere!
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