Cascata del Pumacciolo: una ghiaccioescursione Appenninica

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Val-Cedra-Cascata-del-Pumacciolo

L’Appennino Settentrionale non è certo terra di ghiaccio e cascate, e purtroppo non lo sarà mai, ma queste piccole montagne nascondono alcune perle da cogliere al volo nella stagione fredda. L’ampia testata della Val Cedra (Appennino parmense) compresa tra le cime di Rocca Pumaccioletto e Rocca Pumacciolo a Ovest, Monte Paitino e Sillara a Sud e Rocca Pianaccia a Est, è uno degli ambienti più ameni dell’intero Appennino Settentrionale e offre qualche possibilità di risalita di torrenti ghiacciati dalle linee interessanti e difficoltà contenute. Le condizioni migliori sono dopo/durante periodi di freddo con poca/assenza di neve (le cascate sono visibili dalla strada); con un innevamento medio/abbondante le cascate sono probabilmente tutte sepolte. La Cascata del Pumaccioletto (nome proposto!) è la più interessante e sale con andamento sinuoso tra strati di arenaria, piccoli canyon e qualche piacevole balza più ripida sul lato destro dell’ampio vallone. La ‘cascata’ ha uno sviluppo complessivo che supera i 400 metri divisi in 11 tiri (!!), ma numerosi sono i tratti appoggiati o dove si passeggia sul ghiaccio con difficoltà contenute o nulle. Il quinto e il decimo tiro sono i salti più interessanti con brevi passaggi a 80°. L’interesse tecnico della cascata è comunque modesto e racchiuso nei brevi salti, ma l’ambiente vario e suggestivo ne fanno una salita consigliabile sia come primo approccio al ghiaccio da cascata sia per tutti gli appassionati dell’Appennino.

Prima salita: ignoti

CASCATA DEL PUMACCIOLO (1600 m circa)

Val Cedra - Cascata del Pumacciolo

La conca tra Rocca Pianaccia e Rocca Pumaccioletto con la linea della Cascata del Pumacciolo

 

INFO TECNICHE
Data Uscita28 dicembre 2016CompagniFederico Rossetti, M. Brunelli, A. Piazza, P. Delcanale, L. Ziliotti
Gruppo MontuosoAppennino Tosco - EmilianoItinerario - ViaCascata del Pumacciolo (nome proposto)
EsposizioneNEPeridio consigliatoIn inverno dopo periodi freddi con poca neve
Tempo6/8 h (2/4 h la cascata) con strada apertaSviluppo400 m
DifficoltàII/2- (max 80°, difficoltà molto discontinue, spesso contenute)ChiodaturaSoste da attrezzare a chiodi e/o friend
MaterialeAttrezzatura da ghiaccio (3/4 viti). Qualche friend e chiodi da roccia.Bibliografia utilizzata-
Giudizio100100100ConsigliataSi, bella!

INDICAZIONI STRADALI

Gli accessi possibili alla cascata sono due: dalla Val Parma (Lagoni) o dalla Val Cedra (strada per il Passo della Colla). Il primo è più consigliabile infatti anche se l’avvicinamento è più lungo, la discesa è più comoda e breve.

  1. Accesso dalla Val Parma. Raggiungere Bosco di Corniglio e seguire la strada per il Lago Santo fino a località Cancelli. Qui si prende a sinistra lungo la strada sterrata che si segue per 5 km fino al Rifugio Lagoni dove si lascia la macchina.
  2. Accesso dalla Val Cedra. Salire a Monchio delle Corti e seguire la strada per il Passo della Colla. Superare Valditacca e proseguire sulla piccola strada asfaltata (indicazioni Passo della Colla) fino a quando diviene sterrata. Continuare per qualche chilometro e parcheggiare dopo un tornante, spiazzo sulla destra con lapidi.

In pieno inverno con innevamento medio le strade sono chiuse rispettivamente in località Cancelli (contare 1.15/1.30 h in più a piedi) e poco oltre Valditacca (1 h in più a piedi).

AVVICINAMENTO

Dai Lagoni imboccare il sentiero 711A per Rocca Pumaccioletto. Salire costeggiando il lago, ignorando in successione due bivi il primo a sinistra e il secondo a destra e seguendo sempre le indicazioni per la Sella di Rocca Pumaccioletto. Alla sella (1 h) scendere seguendo il sentiero per una quindicina di minuti fino a quando dal bosco  la vista si apre sul vallone e il crinale. Qui abbandonare il sentiero e scendere con percorso non obbligato nel bosco facendo attenzione a non finire troppo a destra sul muro di roccia che confina con la cascata. Scendere per una decina di minuti fino alla base dell’evidente rampa che contraddistingue la prima parte della colata (1.30 h senza o con poco innevamento).

Dalla Val Cedra. Dal tornante con la lapide scendere lungo la strada per 20 metri oltre il tornante e individuare una traccia sulla destra (piccolo ometto). Seguire la traccia che scende nel bosco superando qualche radura fino al fondo del vallone (sul lato opposto evidente è la colata della ‘Mamma‘). Continuare a seguire il piacevole sentiero che sale nel bosco con qualche esemplare di abete bianco. Raggiungere una radura (palina con cartello indicante il Lago Verde e piccola baracca) e abbandonare la traccia che prosegue dritto e seguirne una seconda a destra che attraversa la piana (poco evidente). Attraversare un rio e salire verso sinistra sempre nel bosco. Continuare a seguire la traccia (difficile da seguire con neve) arrivando nei pressi dell’attacco delle colate centrali della valle. Continuare a destra nel bosco su percorso non obbligato fino a raggiungere l’evidente attacco della Cascata del Pumacciolo (1.15 h senza o con poco innevamento).

RELAZIONE

I tiri sono molto indicativi, spesso si procede senza difficoltà!

1° tiro: attaccare la cascata a destra (con buone condizioni sono possibili altre linee più verticali e interessanti sul lato sinistro), salire qualche metro divertente e raggiungere la lunga rampa ghiacciata che si segue senza difficoltà. Sostare dopo 60 m sul muretto a fianco della colata, da attrezzare a friend (60 m).

2° tiro: seguire la rampa senza difficoltà, quindi abbassarsi in un piccolo intaglio e attaccare una piccola candela (2 m a 90°). Con passo delicato uscire su ghiaccio abbattuto e sostare sulle rocce, da attrezzare a friend (50 m).

3° tiro: salire la bella paretina sopra la sosta (45/50°), quindi entrare nell’intaglio e seguirlo verso sinistra, sostare su masso (40 m).

4° tiro: seguire l’intaglio, quindi superare un caminetto (II) e sostare sulle rocce prima del salto successivo, da attrezzare a chiodi (50 m).

5° tiro: attaccare il bel muro di ghiaccio (75/80°) e seguirlo per qualche metro fino a quando le pendenze si attenuano. Sostare in un ripiano comodo, su ghiaccio o sulle rocce (40 m).

6° tiro: seguire la lingua di ghiaccio che sale a destra, poi a sinistra senza particolari difficoltà (max 30°) e sostare dopo 60 metri su ghiaccio (60 m).

7° tiro: seguire l’estetica linea di ghiaccio senza difficoltà ed uscire sul pianoro (30 m), camminare fino alla base del salto successivo (qui è possibile abbandonare la cascata per sentiero a destra).

8° tiro: salire il piccolo salto (45°) ed entrare in un intaglio, sostare su spuntone (40 m).

9° tiro: camminare nel canyon senza difficoltà fino alla base del salto successivo (60 m).

10° tiro: salire la bella colata (50°) fino alla base del muretto più ripido, salirlo direttamente (80°) ed uscire su terreno appoggiato. Sostare sulle rocce, da attrezzare a friend (50 m).

11° tiro: proseguire nel suggestivo ‘canyon’, superare l’ultimo tratto ghiacciato (40°) ed uscire nel laghetto di Rocca Pianaccia (30 m).

Qui noi ci siamo slegati ma la colata continua! Attraversare il lago e attaccare la facile colata tra i prati, quindi seguire la lingua di ghiaccio senza particolari difficoltà fino al suo termine nei pressi di un avvallamento (2/4 h dall’attacco).

DISCESA

Seguire la ‘valle’ verso destra fino a raggiungere una sella nei pressi del crinale (cartelli). Se si vuole raggiungere una cima salire per il sentiero a sinistra fino ai 1815 metri del Monte Paitino (pochi minuti). Dalla sella scendere nel versante opposto (indicazioni Lagoni) e traversare a sinistra. A un nuovo bivio prendere a destra e seguire il sentiero che scende il ripido pendio. Giunti al pianoro sottostante si può proseguire dritto seguendo il sentiero che passa dalla Buca della Neve o tenere a sinistra (consigliato) seguendo il sentiero verso Ovest. A un nuovo bivio tenere a destra e raggiungere le Capanne del Lago Scuro (fontana). Qui seguire il sentiero (indicazioni Lagoni) e rientrare al parcheggio nei pressi del rifugio (1/1.30 h dall’uscita della cascata). Se la strada è chiusa continuare per la comoda strada fino ai cancelli (considerare 1.30 h in più).

Se si è saliti dalla Val Cedra l’opzione più rapida è scendere a fianco della cascata fino all’attacco quindi per il medesimo sentiero dell’avvicinamento (1.30 h).

OSSERVAZIONI

Non si hanno notizie bibliografiche della cascata ma è certamente già stata salita.

Itinerario interessante nel contesto dell’Appennino Settentrionale e merita ripetizioni. La colata è lunga ma molto discontinua ed è consigliabile solo a chi non cerca la prestazione, la difficoltà ma il piacere della salita.

Come per la vicine Cascata del Lago Scuro e la Cascate dei Laghi Sillara le difficoltà sono contenute, anche se qualche salto è ripido il giusto per divertirsi. Per il ghiacciatore medio le difficoltà risulteranno fin troppo contenute, ma sarà ripagato dal piacevole contesto. Il ghiacciatore esperto potrà salire la cascata senza particolari problemi slegato (valutando le condizioni).

L’accesso e la discesa sono comodi con le strade aperte, con neve risultano molto lunghi. Considerare anche che con innevamento abbondante la gran parte della colata è probabilmente sepolta!

CONDIZIONI E METEO INCONTRATI (28 dicembre 2016)

Abbiamo trovato ghiaccio in buone/ottime condizioni (migliorava salendo) ad eccezione della prima parte dove il ghiaccio scarseggiava. In giro zero o pochissima neve!

Dal punto di vista meteorologico è stata una bellissima giornata serena e non molto fredda con temperature sempre intorno allo zero.

RELAZIONE PDF

 

 

 

Val Cedra - Cascata del Pumacciolo

Attacco

Val Cedra - Cascata del Pumacciolo

La facile rampa iniziale

Val Cedra - Cascata del Pumacciolo

Candeline!

Val Cedra - Cascata del Pumacciolo

Canyon!

Val Cedra - Cascata del Pumacciolo

5° tiro

Val Cedra - Cascata del Pumacciolo

9° e 10° tiro

Val Cedra - Cascata del Pumacciolo

10° tiro

Val Cedra - Cascata del Pumacciolo

Il ‘tiro chiave’

 

Our Rating

Salita9
Ambiente9.5
Arrampicata8.5
9
Valutazione dei lettori: (2 Voti)
9

Scritto da

REDclimber

FEDERICO ROSSETTI: Scalo, fotografo, racconto. Esperto di social media e comunicazione digitale, racconta le sue salite in montagna sul blog redclimber.it che ha fondato nell’autunno del 2012. In montagna muove i primi passi tra le cime dell’Appennino Settentrionale dove ha aperto nuove vie su roccia e ghiaccio. Vive le terre alte spinto dalla voglia di ricerca, riscoperta e avventura. Si dedica a raccontare le montagne dal blog alle pubblicazioni editoriali. Uno dei suoi progetti è « Vie normali Valle d’Aosta », salire tutte le 1226 cime della Valle d’Aosta e pubblicare una collana di 8 guide escursionistiche – alpinistiche. Nel 2020 ha fondato Mountain Communication, un’agenzia di comunicazione che si occupa di valorizzare realtà legate al mondo della montagna.

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