La cresta dello Sterpara nell’Appennino parmense è una lunga dorsale molto seghettata che si estende in direzione sud – nord. Costituita da una serie di salti rocciosi di buon macigno, sorveglia le acque del Lago Santo, su cui si specchia nella bella cornice della foresta di faggi dell’alta val Parma.
In inverno la cresta offre una bella e non facile cavalcata (RELAZIONE), molto panoramica, mentre in estate l’arrampicata è piacevole e ben attrezzata (via alpinistica Roberto Fava). Sul versante occidentale della cima si stacca un’evidente linea-canale, ben visibile dal Rifugio Mariotti, dalle difficoltà contenute ma dagli scorci spettacolari sulle acque ghiacciate del Lago Santo, che regala una piacevole e comoda salita invernale con piccozze e ramponi.
Prima salita : ignoti
MONTE STERPARA (1668 m) – CANALINO NO

La cresta dello Sterpara e il Lago Santo. In rosso la via di salita, in blu la discesa.

INDICAZIONI STRADALI
Si raggiunge il paese di Bosco nell’alta Val Parma e si seguono le indicazioni Lagdei/Lago Santo. Si procede per alcuni chilometri, si superano alcuni tornanti e si raggiunge località “Cancelli”. Si volta a destra su strada sterrata e si raggiunge Lagdei dove si lascia la macchina nell’ampio parcheggio.
AVVICINAMENTO
Da Lagdei si raggiunge il Rifugio Mariotti e il Lago Santo per il sentiero 727/723. Si attraversa il lago o si segue la sponda sinistra verso la sassaia (coperta da neve) sotto lo Sterpara (0.45 h).
RELAZIONE
Puntare a un albero isolato e salire dritti nel boschetto con pendenza continua sui 45°. Quasi al termine degli alberi, ormai sotto le rocce, tenere la destra per arrivare alla base di una roccia triangolare e scegliere se salire a sinistra, con breve tratto sui 60°, oppure a destra con muretto a 70°. Proseguire seguendo il canalino puntando a un piccolo abete con pendenza costante intorno ai 55° e muretto intorno ai 70° (AD-). Per chi volesse fare questa prima parte con corda, si può allestire la sosta alla base della roccia triangolare oppure su alberi. Utili cordini per protezione su alberelli, eventualmente fittone. Allestire la sosta di uscita di questo primo tiro sull’abete.
A questo punto le difficoltà risultano essere più contenute con pendenza dai 30° ai 50° per terminare in cresta passando da un bello scivolo tra rocce. Questa seconda parte la si può fare senza corda. Possibile variante di uscita sulla sinistra più verticale con passaggi di misto (da verificare, noi non l’abbiamo provata per la pochissima neve).
DISCESA
Tre possibilità. La terza la più consigliabile, la prima risulta più impegnativa:
1. Proseguire in cresta in direzione Nord seguendo il Sentiero Alpinistico Roberto Fava per affrontare gli ultimi due salti (RELAZIONE).
2. Proseguire su cresta in direzione Nord per poi scendere nel boschetto poco prima del 4° salto.
3. Proseguire per breve tratto su cresta in direzione Sud per poi scendere sullo scivolo con pendenza 45° che si trova sulla propria destra (direzione Lago Santo). Quando il pendio si fa meno ripido scendere puntando il lago che si raggiunge velocemente (0.20 h). Da qui per sentiero si scende a Lagdei (0.50 h dalla cima).
OSSERVAZIONI
Avevo notato questa linea di salita già da qualche anno e parlando con alcuni amici Appenninisti non risultavano testimonianze di una qualche salita. Dubito che nessuno l’abbia mai affrontata prima in salita o, per chi ha del “manico”, in discesa con gli sci.
Una breve salita con difficoltà contenute ma con un magnifico panorama diretto sul Lago Santo e in secondo piano il crinale con il Fosco, Orsaro, Braiola e Marmagna, consigliabile quando l’innevamento non è troppo abbondante.
Foto e relazione di Misha Cattabiani.
METEO INCONTRATO (14 febbraio 2018)


Nella parte centrale dello scivolo

Uno dei tratti più verticali
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