Lo Scalocchio è la cima che chiude a Ovest il Vallone dell’Inferno in Appennino. Il versante nord in estate è una parete di roccia dove grosse placconate si alternano a tratti più rotti e cenge erbose. La parete ha uno sviluppo verticale di un centinaio di metri. L’unica salita certa è la via Fucking Fear (Ruffini – Artioli 21 settembre 2003) che sale lo spigolo NW del contrafforte roccioso di sinistra. In inverno la parete offre interessanti e impegnative salite. La via The Pirate sale la parte sinistra, in una sorta di budello nevoso, a destra del marcato sperone. La via vera e propria conta tre tiri su neve e ghiaccio ripido, a cui si devono aggiungere due tiri lungo la cresta per arrivare allo spartiacque principale e un tiro iniziale su pendio meno ripido fino alla nicchia della prima sosta. Le difficoltà nei tre tiri sono omogenee e le pendenze molto costanti oltre i 60°. Il tratto più ripido è un muro ghiacciato a metà del secondo tiro (80°). L’uscita in cresta può risultare problematica a seconda delle condizioni. La via non è attrezzata, solo un chiodo nel terzo tiro. Necessaria una scelta di chiodi da ghiaccio e roccia, una serie di friend (utile misura 4 BD) ed eventualmente fittoni da neve.
Prima salita: F. Rossetti e A. Piazza il 14 febbraio 2014.
MONTE SCALOCCHIO (1849 m) – THE PIRATE
INFO TECNICHE | |||
---|---|---|---|
Data Uscita | 14 febbraio 2014 | Compagni | Alberto Piazza |
Itinerario | Salita alla via The Pirate al Monte Scalocchio in invernale | Zona Montuosa | Appennino Settentrionale |
Tempo e distanza | 6 h - circa 6 km (3 h circa la via) | Dislivello | 600 m (la via circa 100 m per uno sviluppo di circa 100 m + 90 metri di cresta finale) |
Località di Partenza | Passo del Gatto (RE) | Quota partenza e arrivo | 1269 m - 1849 m |
Difficoltà globale | TD- | Difficoltà tecnica | Pendenze fino 80°, molto continua sempre oltre 60° |
Chiodatura | 1 chiodo nel terzo tiro | Materiale | Da alpinismo invernale (2 picche meglio tecniche), viti da ghiaccio corte, qualche chiod da roccia, serie di friend e dadi, fittone |
Tipologia arrampicata | Ripida parete di neve e ghiaccio | Roccia | - |
Segnavia | Sentiero CAI 00 | Libro di vetta | No |
Punti d’appoggio | Bivacco Rosario | Acqua | No |
Cartografia utilizzata | Carta escursionistica - L'Appennino Reggiano (foglio 2) | Bibliografia utilizzata | Appennino di neve e di ghiaccio Vol. 1 Itinerario 150 |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Si! Gran bella salita in ambiente severo. Fantastica l'uscita su cresta sottile. |

INDICAZIONI STRADALI
Raggiunto il Passo del Cerreto che separa le province di Reggio Emilia e Massa Carrara, si prende in direzione Cerreto Laghi, dopo 900 m si lascia la macchina nei pressi di un tornante, di fronte all’Albergo Belvedere (chiuso).
AVVICINAMENTO
Lasciata l’auto nel parcheggio del Ristorante/Albergo Belvedere, si prende la strada seguendo le indicazioni CAI per il sentiero 00 e il Monte La Nuda. Si superano alcune costruzioni, fino ad imboccare al termine della strada il sentiero che sale dolcemente nel bosco. Si ignorano tutti i bivi e si prosegue sul sentiero 00 fino al Bivacco Rosario (1.30 h). Il bivacco merita sicuramente una “visita”. Ritornati sui propri passi si abbandona il sentiero e si punta alla parete dello Scalocchio. Si sale verso gli ultimi arbusti e la Sentinella del Gendarme. Giunti in una zona di grossi massi si inizia a traversare fino alla base dello sperone che si costeggia fino al successivo canale che si inizia a risalire (2 h).


RELAZIONE
Si risale il pendio che si fa via via più ripido, si supera una caratteristica grotta sulla sinistra e si perviene a una nicchia nel lato destro. Si può compiere un tiro anche per giungere alla nicchia (L0).
L0: si segue il pendio su percorso non obbligato su pendenze via via maggiori, prima 30/45°, poi più ripido avvicinandosi alla nicchia (50/55°) dove si sosta.
1° tiro: dalla nicchia si scende un metro e si traversa verso sinistra, quindi si sale verso sinistra lungo la linea di minor pendenza (60/65°). Si supera un tratto più ripido (70°) e si sale leggermente verso destra verso la parete di roccia sovrastante dove si sosta su spuntone (30 m).
2 tiro: si sale costeggiando la parete di roccia, una sorta di camino ghiacciato (70°), si piega a destra e si supera un muro di ghiaccio (80°). La pendenza diminuisce (50°), quindi si impenna nuovamente (60°) prima di giungere ad una grotta, sulla destra del canale, dove si sosta (50 m).
3° tiro: si sale ripidamente costeggiando le rocce, quindi si traversa 2 metri a sinistra (1 chiodo) e si sale verso una piantina. Si supera la pianta e si esce su cresta. Si percorre la cresta molto affilata per 2-3 metri ma che presto si allarga e si sosta (20 m). In condizioni di grande innevamento non affiorano rocce, occorre quindi predisporre una sosta su neve-ghiaccio.
4° tiro: si segue la larga cresta senza difficoltà, quindi si sormonta una sorta di cimetta dove si sosta (55 m).
È possibile invece che raggiungere la cima, scendere a sinistra (45°) verso un evidente canale (30/35°) che riporta nei pressi dell’attacco. Discesa rapida e consigliabile se si vuole fare ancora qualche tiro sulla Nord, ma con innevamento abbondante la cresta offre scorci notevoli.
5° tiro: si traversa a sinistra sotto una paretina rocciosa e si giunge sulla cresta principale dove si sosta (35 m).
Si segue ora la bella cresta nevosa senza difficoltà fino alla cima dello Scalocchio (1849 m – 2/3 h dall’attacco).
DISCESA
Si scende ora verso la selletta alla base della parete Ovest del Gendarme. Conviene scendere stando inizialmente molto a destra (verso il mare), quindi traversare il pendio fino a riconquistare la cresta nei pressi della sella. Se si scende più direttamente, possibile qualche passo su roccette (II°). Dalla sella si scende il canalone verso N/NE. Il pendio, inizialmente ripido (35/40°), declina poi più dolcemente. Si scende tenendo leggermente la destra verso la Sentinella del Gendarme che si supera e sempre su percorso non obbligato si arriva alla piana del Bivacco Rosario. Su sentiero già percorso si raggiunge poi la partenza (1.30 h dalla cima).
OSSERVAZIONI
Gran bella salita in ambiente spettacolare, uno dei più selvaggi dell’Appennino Settentrionale. La salita nella sua interezza è impegnativa. Non c’è un passo chiave e i tre tiri sono continui e ripidi. L’uscita con neve inconsistente e innevamento abbondante può risultare molto delicata (noi siamo saliti solo grazie alla piccola pianta poco prima della cresta che era coperta da almeno 2 metri di neve).
La via è stata dedicata a Marco Pantani nel decennale della scomparsa (il 14 febbario 2004).
Il 26 gennaio 2017 abbiamo salito sempre allo Scalocchio una nuova via, Misto Inferno.
Abbiamo ripetuto la via il 1 marzo 2017 (F. Rossetti, M. Brunelli) trovando condizioni molto più secche (2/3 metri in meno di neve), nessun problema ad uscire e condizioni perfette. Con minor innevamento L0 è superfluo e il primo tiro risulta un po’ meno ripido, abbiamo trovato invece il secondo tiro più continuo e sostenuto, mentre il terzo in uscita senza cornici non ha particolari difficoltà.
RELAZIONE PDF

Nessun commento