L’inferno può attendere: salita ‘goulottica’ allo Scalocchio

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Lo Scalocchio (1849 m) è la cima che chiude a Ovest il Vallone dell’Inferno in Appennino Tosco-Emiliano. Il suo versante settentrionale è un’interessante parete alta un centinaio di metri, tuttora per lo più inesplorata. Sul suo spigolo settentrionale corre la via di arrampicata Fucking Fear, mentre The Pirate è l’unica via che ne percorre la parete principale in inverno. La paretina sotto la cima, alta una cinquantina di metri offre invece una serie di brevi ma ripide possibilità (Looking for gully, Flying stone, One more?). La dorsale di crinale, denominata Cresta dello Scalocchio, è invece una delle più belle salite di cresta dell’Appennino Tosco-Emiliano. Dei primi anni ottanta sono invece le salite dei Canalini Paralleli nella parte più occidentale del complesso versante settentrionale dello Scalocchio, che venivano così descritti:

i due canalini sono brevi (un centinaio di metri) ma con pendenze sui 50/55° e salgono in un ambiente degno di una parete Nord delle Alpi.

Il canalino di sinistra è stato salito da A. Soncini e G. Baroni, quello di destra da F. Rustichelli, E. Levati, E. Sciaboni e C. Possa. A sinistra di questi storici canali (oggi denominati rispettivamente Canalino della Tecchia e Canalino del Rettangolo nella guida Appennino di Neve e Ghiaccio Vol. 1 di A. Greci), una sezione appartata di parete offre una serie di possibili salite dalle difficoltà moderate in ambiente particolarmente suggestivo: Misto Inferno, Biglietto per l’Inferno.

Nel febbraio 2019 siamo tornati per l’ennesima volta in questo angolo di ‘inferno’ e abbiamo tracciato una nuova linea: L’inferno può attendere.

Prima salita : L. Castellani, F. Rossetti, A. Pellegrini

MONTE SCALOCCHIO (1668 m) – L’INFERNO PUÓ ATTENDERE

1. Misto Inferno 2. 3. Biglietto per l'inferno 4. L'inferno può attendere 5. Canale del Rettangolo

1. Misto Inferno 2. 3. Biglietto per l’inferno 4. L’inferno può attendere 5. Canale del Rettangolo (ex Canale Parallelo di sinistra)

INFO TECNICHE
Data Uscita16 febbraio 2019CompagniFederico Rossetti, Luca Castellani, Andrea Pellegrini
ItinerarioPrima salita della via L'inferno può attendere allo ScalocchioZona MontuosaAppennino Settentrionale
Tempo e distanza5 h (2 h la via)Dislivello600 m (circa 100 m la via)
Località di PartenzaPasso del Gatto (RE)Quota partenza e arrivo1269 m - 1849 m
Difficoltà globaleD (nelle condizioni trovate della prima salita)Difficoltà tecnicaTratto a 70/75°, spesso 60°
ChiodaturaAssenteMaterialeDa alpinismo invernale (2 picche), serie di friend, qualche chiodo da roccia
Tipologia arrampicataCanale di neve, ripida goulotteRocciaArenaria macigno
SegnaviaSentiero CAI 00Libro di vettaNo
Punti d’appoggioBivacco RosarioAcquaNo
Cartografia utilizzataCarta escursionistica - L'Appennino Reggiano (foglio 2)Bibliografia utilizzata-
Giudizio100100100ConsigliataSi!

INDICAZIONI STRADALI

Raggiunto il Passo del Cerreto che separa le province di Reggio Emilia e Massa Carrara, si prende in direzione Cerreto Laghi, dopo 900 m si lascia la macchina nei pressi di un tornante, di fronte all’Albergo Belvedere (chiuso).

AVVICINAMENTO

Lasciata l’auto nel parcheggio del Ristorante/Albergo Belvedere, si prende la strada seguendo le indicazioni CAI per il sentiero 00 e il Monte La Nuda. Si superano alcune costruzioni fino ad imboccare al termine della strada il sentiero che sale dolcemente nel bosco. Si ignorano tutti i bivi e si prosegue sul sentiero 00 fino al Bivacco Rosario (1 h). Si abbandona il sentiero e si prosegue su percorso non obbligato puntando alla parete settentrionale dello Scalocchio. Lasciarsi sulla destra la parete principale dell’avancorpo e salire in direzione del crinale fino alla base degli evidenti Canali Paralleli (1.30 h).

RELAZIONE

Salire il pendio che si fa via via più ripido (40/45°) fino alla base di una strozzatura nel canale di sinistra (sosta da attrezzare su fittoni, o sulle rocce a sinistra).

1° tiro: tiro molto variabile a seconda delle condizioni, con innevamento abbondante le difficoltà sono contenute (45/50°), con scarso innevamento si supera invece un tratto più ripido (2 passi a 75/80° a seconda delle condizioni) nella strozzatura iniziale. Poi si prosegue nel ‘pendio sospeso’ (45°) andando a sostare sulle rocce sovrastanti in una buona fessura orizzontale (50 m).

2° tiro: spostarsi 1 metro a destra quindi salire verticalmente tra le rocce (70°, buone fessure per friend). Seguire poi la stretta ed estetica linea goulottica che sale incassata verso sinistra poco sopra la sosta (70/75°) aiutandosi anche con le rocce. Al suo termine continuare verticalmente o leggermente a sinistra per ripido  pendio (65/70°) seguendo le chiazze di neve tra le rocce fino a un ‘terrazzino’ nevoso dove si sosta su spuntone, ben integrabile (30 m).

3° tiro: spostarsi a destra su neve e doppiare uno spigoletto raggiungendo una rampa ascendente. Seguirla con pendenza crescente (50/65°), uscendo poi a sinistra dove si entra in un nuovo scivolo nevoso (l’uscita di Biglietto per l’inferno). Salire con pendenze sempre sostenute (60/65°) fino ad uscire sulla cresta (possibile cornice) dove si sosta a destra su grande spuntone (45 m).

DISCESA

Seguire la cresta verso l’evidente Gendarme della Nuda. Alla prima selletta imboccare il canale a sinistra e seguirlo (40/45°) fino a quando si apre in un ampio pendio. Qui si incontrano le tracce di salita che si seguono fino alla partenza (1.30 h dalla cima).

In alternativa si può continuare in cresta raggiungendo in breve la cima dello Scalocchio quindi scendere con attenzione, conviene mantenersi inizialmente a destra, e traversare poi più bassi all’evidente sella. Da qui si scende il canale a sinistra (40/45°) che riporta verso il Bivacco Rosario e poi al parcheggio (1.45 h).

OSSERVAZIONI

La serie Inferno allo Scalocchio (nel Vallone dell’Inferno) si arricchisce di questo nuovo capitolo. Delle tre (Misto Inferno, Biglietto per l’inferno) questa è la linea più ricercata e tecnicamente sostenuta ed impegnativa, sempre con difficoltà mai eccessive, ma forse anche la più bella soprattutto nell’estetica e nascosta goulotte iniziale.

La via, come le altre in questo ‘piccolo’ angolo di Scalocchio merita ripetizioni. Consigliabile proseguire la giornata con un’altra salita alla Paretina dello Scalocchio.

Sulla via, come in tutte le altre salite di questo versante non è stato lasciato nulla ma la roccia, qui particolarmente abbondante, si presta bene per proteggersi con protezioni veloci.

Abbiamo condiviso la giornata con altri ragazzi d’Appennino. Davide Iotti e Andrea Veronesi hanno salito Misto Inferno (probabilmente la prima ripetizione), mentre la modenese Chiara Cavazzuti e compagno hanno seguito la linea più evidente di questo settore che dalla prima sosta procede a sinistra lungo Biglietto per l’Inferno quindi invece di salire ripidamente a destra prosegue dritto nella linea principale fino al crinale.

Il racconto della giornata di Andrea: La conca della neve marmorea: L’inferno può attendere al Monte Scalocchio

METEO INCONTRATO (16 febbraio 2019)

Giornata splendida, zero nuvole e gran sole. Temperature insolitamente miti per metà febbraio ma l’ombra dello Scalocchio ha garantito gran condizioni tutto il giorno con neve marmorea ovunque, non troppo abbondante ma il giusto per questo tipo di salite.

 

Verso lo Scalocchio (@Andrea Pellegrini)

Verso lo Scalocchio (@Andrea Pellegrini)

La linea della salita (in rosso 'L'inferno può attendere', in blu Biglietto per l'inferno)

La linea della salita (in rosso ‘L’inferno può attendere’, in blu Biglietto per l’inferno)

L’uscita (sullo sfondo le cordate di modenese e reggiani)

Sui passi ripidi del primo tiro

Sui passi ripidi del primo tiro

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Salita8.5
Ambiente9
Arrampicata9
Breve ma bella!
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Scritto da

REDclimber

FEDERICO ROSSETTI: Scalo, fotografo, racconto. Esperto di social media e comunicazione digitale, racconta le sue salite in montagna sul blog redclimber.it che ha fondato nell’autunno del 2012. In montagna muove i primi passi tra le cime dell’Appennino Settentrionale dove ha aperto nuove vie su roccia e ghiaccio. Vive le terre alte spinto dalla voglia di ricerca, riscoperta e avventura. Si dedica a raccontare le montagne dal blog alle pubblicazioni editoriali. Uno dei suoi progetti è « Vie normali Valle d’Aosta », salire tutte le 1226 cime della Valle d’Aosta e pubblicare una collana di 8 guide escursionistiche – alpinistiche. Nel 2020 ha fondato Mountain Communication, un’agenzia di comunicazione che si occupa di valorizzare realtà legate al mondo della montagna.

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