Monte Roccabiasca – Via No il cordino No!

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Roccabiasca

Questa grande giornata merita una piccola premessa, riporto il mio resoconto a caldo: Altra gran giornata in appennino, questa volta grande avventura e ravanata al lago Pradaccio con esplorazione parete Ovest del Roccabiasca!! Stamattina non ero sicuro di salire, poi il tempo non sembrava cosi male e ho deciso di partire. La meta principale in caso di bel tempo era salire dalla Badignana al Matto, Brusa e Aquila, il piano di riserva era andare in esplorazione verso le creste della parete Ovest del Roccabiasca che mi attiravano da un po’… Arrivato ai cancelli il tempo sul crinale non è granché, decido allora per il piano di riserva, ciaspole ai piedi prendo la strada per i Lagoni e in un’oretta di grande fatica sono al Lago Pradaccio, più si sale più le ciaspole affondano, 100 m di dislivello che non finiscono mai! Il lago è uno spettacolo e chiazze azzurre compaiono nel cielo verso la cresta dello Sterpara, il Roccabiasca nelle nubi appare invece severo e ostile. Vedo quello che sembra un bel canalino, immagino intasato di neve ma mi autoconvinco che riuscirò a salire in qualche modo. Attraverso allora il ponticello e mi inoltro nel bosco… salgo senza una precisa direzione, punto alla sovrastante parete districandomi nel bosco, il pendio si fa via via più ripido e la progressione sempre più difficoltosa… ma quanta neve è caduta!!! Dopo circa un’ora e mezza di fatica arrivo nei pressi della parete, sono più a sinistra del canale che avevo visto ma a quello avevo già rinunciato da tempo, ora cerco solo una via d’uscita, identifico quella che sembra una bella linea di salita ma i pochi metri che mi separano dalla parete vera e propria e dalla solida roccia sono impossibili da colmare, c’è un muro di neve morbida in cui è impossibile avanzare, decido allora di traversare a sinistra e raggiungere la parete più in basso… E’ la mossa vincente e arrivo finalmente alla base della parete di roccia e neve e scelgo una bella linea che chiamerò poi “Via No il cordino No!!..”. la salita è precaria, la neve molle nasconde lisce placche, la prima parte sui 60° conduce alla base di un diedro, per sicurezza pianto un chiodo e mi ci attacco con uno spezzone, salgo questo ultimo tratto impegnativo sui 70/75° fino alla cresta, fortunatamente lo spezzone è giusto giusto per coricarmi sulla soffice neve di cresta, mi slego e lo lascio nel vuoto dove rimarrà appeso al chiodo a memoria di questa giornata (primo o poi tornerò a recuperarli). Sarebbe bello proseguire per la cresta ma la neve è troppa, non ci sono le condizioni e rinfilate le ciaspole inizio la discesa… Punto al torrente sottostante che voglio seguire fino alla strada… non sarà una gran scelta, mi infilerò in un labirinto di neve senza fine… dopo un’oretta di discesa attraverso il torrente, non ne posso più di mucchi di neve, guadi, buchi. Risalgo la riva opposta, deciso a proseguire nel bosco, e incredibilmente mi imbatto nella traccia di uno snowboard e la seguo, più si scende meno si affonda e in breve raggiungo la strada… dopo 5.30 di fatiche sono ai Cancelli.

Grande giornata, non la dimenticherò facilmente!!

Il Monte Roccabiasca con i suoi 1727 m è la vetta più alta interamente in territorio parmense. Il suo versante Ovest è una bella e severa parete che offre innumerevoli possibilità invernali. Unica traccia certa è la salita del canale centrale del 2-2-69 di A. Bernard, A. Riva, R. Sarti e P. Salsi, altri interessanti canali sono stati probabilmente saliti nel tempo. L’accesso a questo versante è però vietato in quanto compreso nella Riserva Integrale Guadine Pradaccio (possibilità contravvenzione da parte dei forestali). La via “No il cordino No!” sale la parte più bassa e settentrionale della parete e deve il suo nome al cordino che ha permesso una precaria assicurazione sull’impegnativo diedro finale. La via è breve 50/60 m e ha un interesse alpinistico modesto e non è attrezzata.

Prima salita: F. Rossetti il 28 febbraio 2013

MONTE ROCCABIASCA – VIA NO IL CORDINO NO!

Roccabiasca

Roccabiasca

INFO TECNICHE
Data Uscita12 febbraio 2014Compagni-
ItinerarioPrima salita della via invernale No il cordino No! al Monte RoccabiascaZona MontuosaAppennino Settentrionale
Tempo e distanza5.30 hDislivello300 m
Località di PartenzaLocalità Cancelli (PR)Quota partenza e arrivo1236 m – 1500 m circa
Difficoltà globaleAD+Difficoltà tecnicaDiedro canale a 60/70°
Chiodatura-MaterialeDa alpinismo invernale (2 picche)
Tipologia arrampicataCanale/diedro di neveRoccia-
SegnaviaSentiero CAI 721
Libro di vettaNo
Punti d’appoggioRifugio LagoniAcquaNo
Cartografia utilizzataLe valli del Cedra e del Parma - Parco dei 100 Laghi 1:25000Bibliografia utilizzata-
Giudizio100ConsigliataNo.

INDICAZIONI STRADALI

Da Parma si segue la SP 6 per Langhirano, a Pastorello si volta a destra sulla SP13 per Corniglio/Bosco, qualche chilometro dopo l’abitato di Ghiare si imbocca ancora a destra la SP 116, si ritorna quindi sulla vecchia strada, si supera il Ponte sulla Parma e si prosegue per Bosco, seguendo le indicazioni Lagdei/Lago Santo/Lagoni sulla SP 86. Si raggiunge località “Cancelli” dove si lascia la macchina.

AVVICINAMENTO

Dai cancelli si prende la strada in leggera discesa a sinistra verso i Lagoni, la si percorre per una decina di minuti fino al cancello del Parco Guadine Pradaccio (0,10 h). Si prende la strada forestale in salita fino al Lago della Guadine a quota 1360 m (1,15 h). Si supera la diga passando sul ponticello e si inizia a salire nel bosco puntando a NE verso la parete, prima seguendo il crinaletto che sale lungo il lago quindi più decisi verso Nord. La salita si fa via via più ripida, senza un percorso obbligato si deve puntare alla parte più settentrionale della parete (sinistra con la spalle verso il lago) (2,45 h). La via sale una decina di metri a destra di un evidente spigolo.

RELAZIONE

Inizialmente si sale lungo il canalino tra due fasce rocciose (arbusto) su pendenze intorno a 60°, quindi a destra di un liscio spigolo roccioso per un impegnativo diedro sui 70°. E’ presente un chiodo alla base del diedro ed è possibile assicurarsi nuovamente a chiodi sui lati rocciosi e non innevati del diedro. Si raggiunge quindi la cresta dove è possibile utilizzare gli alberi come sosta (4 h).

DISCESA

Si prende la cresta in discesa fino alla sua base. Ci sono ora due possibilità: la prima (CONSIGLIATA) è tornare al lago e scendere per la strada forestale, la seconda è continuare a scendere puntando al torrentello e seguirlo fino alla strada che dai Lagoni porta ai Cancelli (5,30 h).

OSSERVAZIONI

La via è stata salita in pessime condizione di innevamento, neve abbondante e non ghiacciata, rendendola molto delicata. I tempi dati sono probabilmente molto abbondanti, dati dalla difficoltà per l’abbondante innevamento (oltre 50/100 cm di neve fresca). La via, come già detto, non è attrezzata, al momento è presente un chiodo, un moschettone e un cordino che mi hanno aiutato a salire, assicurato, la seconda parte: il cordino e il moschettone saranno sicuramente rimossi per la fine 2013. Come conclusione, mi permetto di non consigliare questo percorso, ci sono sicuramente molte altre linee migliori che salgono la parete ma nella mia “esplorazione” era l’unico modo per salire, date le pessime condizioni. Dalla fine della via è probabilmente bello e interessante salire fino alla cima del Roccabiasca (si ignorano tempi e difficoltà) e poi scendere dalla Badignana.
NON SE NE CONSIGLIANO RIPETIZIONI! RIMOSSO CHIODO E CORDINO!!

 

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Salita6
Ambiente8
Arrampicata6.5
Ambiente interessante...
6.8
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Appennino

Scritto da

REDclimber

FEDERICO ROSSETTI: Scalo, fotografo, racconto. Esperto di social media e comunicazione digitale, racconta le sue salite in montagna sul blog redclimber.it che ha fondato nell’autunno del 2012. In montagna muove i primi passi tra le cime dell’Appennino Settentrionale dove ha aperto nuove vie su roccia e ghiaccio. Vive le terre alte spinto dalla voglia di ricerca, riscoperta e avventura. Si dedica a raccontare le montagne dal blog alle pubblicazioni editoriali. Uno dei suoi progetti è « Vie normali Valle d’Aosta », salire tutte le 1226 cime della Valle d’Aosta e pubblicare una collana di 8 guide escursionistiche – alpinistiche. Nel 2020 ha fondato Mountain Communication, un’agenzia di comunicazione che si occupa di valorizzare realtà legate al mondo della montagna.

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