Il Monte Prado è uno dei quattro “duemila” dell’Appennino settentrionale, nonché la vetta più alta della Toscana. Sul versante della Garfagnana digrada con grandi pendii erbosi, mentre il lato emiliano è più movimentato. La cresta che lo unisce a nord al gruppo del Cusna, con la massiccia cima secondaria del Monte Cipolla, separa due versanti dalla chiara morfologia glaciale: la conca del Lago Bargetana, in alta Val d’Ozola, e la Valle dei Porci, al culmine della valle del Dolo. Gli ampi spazi aperti fanno della zona un paradiso per lo scialpinismo ma non mancano le pareti rocciose solcate da canalini, più o meno ripidi, che con neve trasformata diventano molto interessanti con piccozze e ramponi.
Il versante più estetico e ripido del Prado è quello est che guarda appunto la selvaggia Valle dei Porci. La via più evidente, che sbuca direttamente sull’antecima, è il canale della Clessidra. La salita è storica, percorsa per la prima volta negli anni ’70 agli albori dell’alpinismo invernale in Appennino ed oggi una classica, meta anche degli appassionati delle ripide discese appenniniche. La variante della clessidra alpinistica raddrizza l’itinerario nella parte finale e ne aumenta l’interesse tecnico, con ripidi passaggi chiusi tra le rocce prima dell’uscita sulla cornice sommitale.
Prima salita (Canale della clessidra): L. Camurri e F. Campioli il 28 dicembre 1974
MONTE PRADO (2054 m) – CANALE DELLA CLESSIDRA + CLESSIDRA ALPINISTICA

Da sinistra in nero: 1. Via dell’Ottantadue 2. Via Pigreco 3. 4. Canale a Z. 5. Scivolo della clessidra. In Blu: 6. Canale della Clessidra. In rosso: 6A. Clessidra alpinistica. In nero: 7. Sperone dei Porci 8. Via Minor (foto 2016)
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 12 marzo 2019 | Compagni | Federico Rossetti |
Itinerario | Canale della Clessidra + Clessidra Alpinistica al Monte Prado | Zona Montuosa | Appennino Settentrionale |
Esposizione | Nord est | Periodo consigliato | Dicembre - aprile |
Tempo e distanza | 2 h avvicinamento, 0,30/2 h il canale, 2 h discesa | Dislivello | 1000 m (300 m il canale) |
Località di Partenza | Case di Civago (RE) | Quota partenza e arrivo | 1022 m – 2054 m |
Difficoltà globale | AD | Difficoltà tecnica | Neve/ghiaccio fino a 60° (max, 50° la Clessidra) |
Chiodatura | Assente | Materiale | Da alpinismo invernale (2 picche), fittoni e una minima scelta di protezioni veloci e qualche chiodo |
Tipologia arrampicata | Canale di neve. Tratti di neve ripida nelle varianti. | Roccia | Macigno buono sui lati |
Segnavia | Sentiero CAI 605, 631, 00 | Libro di vetta | No |
Punti d’appoggio | Rifugio Segheria | Acqua | Fontana lungo il sentiero 605 sopra il rifugio San Leonardo al Dolo |
Cartografia utilizzata | Carta escursionistica – L’appennino Reggiano (foglio 2) | Bibliografia utilizzata | Appennino di neve e di ghiaccio Vol. 1 |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Si! Da abbinare con un'altra salita sempre al Prado o al Sassofratto |

INDICAZIONI STRADALI
AVVICINAMENTO
La strada si trasforma in sentiero e la si segue su segnavia 605, in leggera salita lungo la bella Valle del Dolo. Dopo un’oretta di cammino si raggiunge l’Abetina Reale e si prosegue in direzione del Rifugio Battisti. Appena il sentiero esce dal bosco e piega a destra verso il valico di Lama Lite, si inizia a traversare a sinistra sotto il monte Cipolla fino ai piedi della est del Prado. Si sale l’ampio pendio su pendenze modeste puntando all’evidente canale al centro (2 h).
RELAZIONE
Raggiunte le rocce, il canale si fa più marcato e le pendenze iniziano ad accentuarsi (30/40°). A una biforcazione (45°) si tiene la destra (a sinistra prosegue lo Scivolo della Clessidra) e si continua a salire nel solco principale su pendenze costanti (45/50°). Oltrepassa una strozzatura, la Clessidra, si continua sempre verso destra fino ad uscire sulla cresta, possibile cornice. In breve si raggiunge poi la piatta cima (0.30/1.30 h dall’attacco).
VARIANTE + CLESSIDRA ALPINISTICA
Quando il canale piega a destra si procede nel solco principale fino alla prima evidente e stretta linea che sale sul lato sinistro tra le rocce. Si sale su neve su pendenze sostenute (65°, 2 passi a 75°) fino ad uscire su un pendio nevoso meno inclinato (consigliabile effettuare un tiro, 25 m – AD+).
Si continua su neve (45/50°) puntando all’evidente linea incassata tra le rocce, a destra ci si può collegare alla linea classica della Clessidra, da dove si può anche salire per evitare la variante sopra descritta e salire solo la Clessidra alpinistica.
Raggiunto lo stretto canalino si sale tra le rocce (55/60°), a una biforcazione si tiene a destra e si continua a salire verticalmente su pendenze sostenute (60°). Su terreno più aperto ed esposto si continua a salire meno ripidamente (55°) e si punta direttamente alla cornice sommitale. Se marcata il superamento può essere problematico e conviene mantenersi più a sinistra possibile. Usciti si raggiunge in breve l’ampia cima (0.15/1 h dall’imbocco della variante).
perchè saliamo le montagne?ieri tra una spiccozzata e l'altra, per un attimo il pensiero mi ha travolto. Non mi era mai capitato e l'idea del 'che ci faccio qui?' mi ha letteralmente destabilizzato. È stato un attimo, giusto il tempo di fare un grosso respiro, guardare in alto, cacciare via i cattivi pensieri e tornare a salire. Oltre la cornice il sole mi ha investito. Ero piuttosto stanco ma piano piano ho messo insieme i pochi passi verso la cima. Le domande hanno ripopolato i miei pensieri ma le risposte non c'è stato neanche bisogno di pensarle… erano semplicemente dietro e intorno a me. La telecamera per fortuna non registra ancora le emozioni, quindi il video sono solo i 9 minuti necessari per salire la Clessidra Alpinistica al Monte Prado in Appennnino Settentrionale. #redclimber
Posted by REDclimber.it on Wednesday, March 13, 2019
DISCESA
OSSERVAZIONI
Avevo sempre un po’ snobbato il Prado, un po’ perchè piuttosto scomodo e lontano sia in macchina che a piedi, un po’ per le sole salite classiche e difficoltà mai troppo ingaggiose che sulla carta la parete offriva, un po’ per l’esposizione non particolarmente favorevole, preferendo spesso il vicino Sassofratto.
Nel 2019 nel giro di due settimane ci sono tornato due volte e dopo la via Pigreco, ho percorso anche questo bell’itinerario e mi sono dovuto in parte ricredere: la Est è una dei posti più belli dove muoversi con le picche nell’Appennino Settentrionale. L’ambiente è notevole e oltre alle salite classiche non manca il terreno e le possibilità per divertirsi su qualcosa di più ripido. In futuro ci tornerò sicuramente, magari con la parete bella carica di neve!
Il canale della clessidra è salita classica ma meritevole in ambiente suggestivo. La breve variante sopra proposta e la clessidra alpinistica rendono l’itinerario più tecnicamente interessante e impegnativo. La salita è stata percorsa in solitaria e descritta nella sua globalità; resta però consigliabile procedere con qualche tiro di corda, buone le possibilità di protezione sulle rocce a lato.
Con innevamento abbondante la cornice in uscita può essere un ostacolo importante e non sempre facilmente superabile.
METEO E CONDIZIONI INCONTRATE (12 marzo 2019)
Giornata marzolina piuttosto fredda. Partito a mezzogiorno dalla strada forestale (percorribile eccezionalmente per l’inverno molto secco), raggiungo la est quando è già quasi interamente all’ombra su neve portante dalla macchina. Al sole la temperatura è fresca ma piacevole, all’ombra invece fa piuttosto freddo. Cielo sempre sereno con aria tersa e ottima visibilità.
Il canale della clessidra in condizioni eccellenti, tutto in neve molto dura. La variante e la clessidra alpinistica, in ottime condizioni con tratti di neve tendente al ghiaccio morbido. Condizioni comunque secchine per essere marzo e difficoltà leggermente superiori al normale.
RELAZIONE PDF

MONTE PRADO CANALE DELLA CLESSIDRA + CLESSIDRA ALPINISTICA RELAZIONE PDF


L’attacco del canale

In rosso il percorso con la variante e la Clessidra Alpinistica

Caratteristica neve pallottolare in discesa nella Valle dei Porci

La Est del Prado
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