Il vajo nel linguaggio delle Alpi vicentine e dintorni indica un canalone lungo e stretto con sviluppo ben delineato sul fianco di una montagna. Se questi selvaggi canaloni una volta erano percorsi quasi esclusivamente d’estate, oggi costituiscono il cuore dell’alpinismo invernale che caratterizza le Piccole Dolomiti, che forse impropriamente potremmo definire vajsmo.
Queste cime superano di poco i 2000 metri ma sono costituite da un guazzabuglio di guglie e pareti dalle forme prettamente dolomitiche dove l’arrampicata è sempre stata l’attività predominante. Se i Vaj più evidenti sono però stati saliti già nella prima parte del secolo scorso, talvolta anche d’inverno, è a partire dagli anni ’80/’90 che avviene la vera riscoperta di questi percorsi in ottica invernale. Montagne e versanti vengono esplorati sistematicamente e vengono salite la maggior parte delle linee logiche e naturali di ogni difficoltà.
Il Vajo Intramosca è una meravigliosa fessurazione che solca il versante settentrionale di Cima Mosca nel Gruppo del Carega. Si stacca dal celebre Vajo dei Colori a circa metà percorso e prosegue con percorso indipendente con difficoltà discontinue e mai eccessive se in buone condizioni. Uno splendido viaggio per lingue di neve tra alte pareti con percorso vario e sorprendente, tra i più belli della zona.
Prima salita: A. Peruffo e F. Pompoli il 22 marzo 2003.
CIMA MOSCA (2141 m) – VAJO INTRAMOSCA

Il tratto centrale del Vajo Intramosca, dopo il masso
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 23 dicembre 2017 | Compagni | Federico Rossetti |
Itinerario | Cima Mosca per il Vajo Intramosca | Zona Montuosa | Piccole Dolomiti - Gruppo del Carega |
Tempo | 5/6 h (1/3 h la via) con poco innevamento | Dislivello | 800 m |
Località di Partenza | Passo Campogrosso (VI) | Quota partenza e arrivo | 1453 m - 2141 m |
Difficoltà globale | D/D- poco sostenuto | Difficoltà tecnica | Tratto sostenuto a 60/75°, spesso 40/55°. |
Chiodatura | 1 spit nel passaggio chiave | Materiale | Da alpinismo invernale (2 picche, fittoni, una scelta di protezioni veloci e qualche chiodo) |
Tipologia arrampicata | Canale di neve ripida | Roccia | Sufficiente quella sui lati |
Segnavia | Sentiero CAI 157, 158 | Libro di vetta | No |
Punti d’appoggio | Rifugio alla partenza | Acqua | No |
Cartografia utilizzata | - | Bibliografia utilizzata | Percorsi invernali Zevola – Tre Croci – Plische – Carega |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Si, molto bella!! |

INDICAZIONI STRADALI
Dall’uscita A4 Montecchio seguire in direzione Valdagno e Recoaro Terme su SP 246. Raggiunto l’abitato di Recoaro Terme, attraversare il centro, quindi imboccare a destra la strada che sale al Passo di Campogrosso (indicazioni). Continuare lungo la stretta strada fino all’omonimo rifugio che si raggiunge in una ventina di minuti dal paese.
L’ultimo tratto di strada viene solitamente chiuso in inverno quando c’è neve.
AVVICINAMENTO
Dal rifugio seguire la strada asfaltata fino al Passo Campogrosso (1453 m), dove si imbocca il sentiero a sinistra in lieve discesa. Al successivo bivio ignorare il sentiero della pace e proseguire a destra. Seguire il sentiero, sempre tracciato, sul lato destro del crestone e ai bivi seguire per la Bocchetta dei Fondi. Raggiunta la Sella del Rotolon ai piedi delle svettanti guglie del Fumante, piegare a destra e iniziare un lungo traverso pianeggiante. Con due tornanti sotto una paretina verticale si torna a salire e si raggiunge l’ampio Boale dei Fondi (itinerario di discesa). Proseguire a traversare poi in salita fino a una selletta, scendere nell’opposto versante ignorando un primo canale che sale a sinistra (Vajo Rio) ed entrare nell’evidente solco del Vajo dei Colori.
Salire il canale spesso su resti di valanghe. A un primo bivio tenersi a sinistra (a destra salgono il Vajo Bianco e il Vajo dei Camosci), seguendo sempre la linea principale del canale. Procedere su pendenze contenute, lasciandosi a sinistra il Vajo Valdagno e continuando a salire circondati da strette pareti in ambiente superbo. Superare la linea del Vajo Nascosto a destra e proseguire su pendenze che si fanno un poco più accentuate (30/40°). Tenersi a sinistra sul fondo del canale via via più ripido fino a raggiunge un muro che blocca la via. Questo tratto a seconda delle condizioni oppone un tratto più o meno verticale. Con innevamento abbondante il salto si colma interamente e si sale agevolmente, al contrario può anche essere impraticabile. In questo caso bisogna scendere qualche metro e salire a destra seguendo un canaletto, poi traversare a sinistra per placche coperte di neve (delicate) seguendo il tracciato della ferrata dismessa (presenti fittoni).
Tornati su terreno meno ripido lasciarsi a sinistra la bellissima linea del Magic Couloir e continuare a salire fino a un trivio. A sinistra sale il Vajo Supermosca, a destra prosegue il Vajo dei Colori, al centro la linea del Vajo Intramosca (2 h).
RELAZIONE
Salire il canalino piuttosto stretto e superare un passo più ripido (65°). Proseguire su pendenze inferiori (40°) fino ad individuare un canaletto che si stacca a sinistra. Seguirlo su pendenze costanti (45/50°) stretti tra le pareti fino ad uscire su un evidente selletta. Scendere nell’opposto versante e traversare a sinistra fino alla base di un canale ripido e incassato (ignorare la linea a destra).
Salire la bella colata spesso su buon ghiaccio e neve pressa su belle pendenze sostenute (65/75°, 1 spit a sinistra) fino ad uscire nel meraviglioso canale tra alte pareti (conviene attrezzare un tiro).
Proseguire senza difficoltà (45°) fino a un masso incastrato che blocca la via. Se il masso è colmo si sale senza difficoltà, con poca neve superarlo a sinistra con passo più ripido e delicato. Continuare ancora nel canale che si allarga in un bivio. A destra il percorso classico che permette di uscire rapidamente in cresta (attenzione alla cornice). A sinistra è possibile una bella variante (generalmente seguita con buon innevamento) che permette di allungare un poco la salita. Imboccare la linea a sinistra che diventa presto ripida sul fondo di un diedro molto aperto (45/65°). Proseguire su pendenze sostenute (50/55°), quindi piegare a destra ed uscire sulla cresta sommitale che si imbocca a sinistra raggiungendo in breve la vetta. Con buone condizioni invece che piegare a destra si può mantenere anche una linea più diretta ed uscire direttamente in vetta con qualche difficoltà in più (1/3 h).
DISCESA
Scendere sulla cresta verso Sud (opposta a quella di salita) quindi sono possibili due alternative:
- Seguire la bella cresta cercando di abbandonare il filo e scendere sul versante meridionale (destra). Continuare in traverso, tornando a salire per aggirare una cimetta tenendosi sempre sul lato destro fino alla Bocchetta dei Fondi. Dalla bocchetta scendere a sinistra, inizialmente più ripido (40/30°) lungo il Boale dei Fondi. Seguirlo lungamente su pendenze che vanno sempre più ad attenuarsi fino ad intercettare la traccia dell’avvicinamento che si segue a destra fino al parcheggio (1.30/2 h dalla cima).
- Dalla cima seguire la cresta ma abbandonarla quasi subito individuando e scendendo direttamente a sinistra per il Boale Mosca. La prima parte è ripida e spesso più pelata. Scendere aiutandosi con i mughi (40/45°), quindi via via più dolcemente ricongiungendosi con il Boale dei Fondi, che si segue come il percorso precedente fino al Rifugio Campogrosso (1/1.30 h dalla cima).
La seconda possibilità è più rapida e ripida, la seconda più lunga ma anche panoramica.
OSSERVAZIONI
L’ambiente di prim’ordine e le difficoltà non eccessive fanno del Vajo Intramosca un percorso veramente consigliabile e da non perdere per gli appassionati del genere.
Il Vajo è stato percorso in solitaria ed è stato descritto senza una divisione in tiri; è comunque consigliabile procedere a tiri almeno nel tratto più ripido.
Le condizioni possono mutare molto la difficoltà e le forme del Vajo. Se secco il tratto ripido è interamente in roccia (IV), se pieno le pendenze si fanno più uniformi (una salita di aprile degli Alpinisti del Lambrusco).
La valutazione complessiva D- è la più corretta infatti le difficoltà sono piuttosto discontinue e comunque ben superabili se in buone condizioni.
Attenzione che con la strada chiusa e neve non portante l’avvicinamento e il ritorno risultano più lunghi e faticosi.
Per conoscere le condizioni di queste montagne e dei Vaj fare riferimento al gruppo facebook: Vajo, che Passione! gestito dal leggendario Tarcio Bellò, conoscitore di ogni segreto di queste montagne e apritore di un gran numero di itinerari, oltre che autore delle guide della zona: Percorsi invernali Zevola – Tre Croci – Plische – Carega e Percorsi Invernali Sengio Alto e Pasubio.
Interessante articolo sulle linee e la storia del Vajo Intramosca
CONDIZIONI E METEO INCONTRATI 23 dicembre 2017
Giornata molto limpida (splendida vista dalle Alpi agli Appennini) e non particolarmente fredda, anzi tiepida. Neve non abbondante ma dura e portante ovunque.
Vajo in condizioni splendide, tratto chiave su buon ghiaccio e neve pressa. Altrove neve dura soprattutto sul ripido, solo un poco di fresca negli avvallamenti. Tratto finale con neve durissima tendente al ghiaccio morbido.
WEBCAM RIFUGIO CAMPOGROSSO
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