Magic Couloir è un rivolo glaciale filante su strapiombo di misto che richiede impegno fisico e mentale.
Salendo il classicissimo Vajo dei Colori nelle Piccole Dolomiti a circa metà salita la vista cade inevitabilmente su una splendida e sottile linea glaciale che si incunea tra alte pareti, il Magic Couloir. La via, salita alla fine degli anni novanta, è certamente una ‘chicca’ invernale di queste montagne da non perdere quando in condizioni ottimali (situazione che da queste parti non accade troppo spesso!). La via segue l’andamento di un caratteristico diedro lungo una stretta linea di ghiaccio per poi abbandonarlo dopo due tiri e salire per belle placche ghiacciate a onde. Le difficoltà sostenute, le protezioni spesso lontane e difficili, l’ambiente da grande montagna fanno rientrare questa salita nel cerchio delle salite invernali di difficoltà da non perdere per gli appassionati della doppia piccozza.
Prima salita: T. Bellò e M. Vielmo il 28 febbraio 1998
CIMA MOSCA (2141 m) – MAGIC COULOIR

La linea incassata del Magic Couloir
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 28 gennaio 2018 | Compagni | Federico Rossetti, Luca Castellani, Mario Brunelli |
Itinerario | Cima Mosca per il Magic Couloir | Zona Montuosa | Piccole Dolomiti - Gruppo del Carega |
Tempo | 5/7 h (2/3 h la via) con poco innevamento | Dislivello | 800 m |
Località di Partenza | Passo Campogrosso (VI) | Quota partenza e arrivo | 1453 m - 2141 m |
Difficoltà globale | TD | Difficoltà tecnica | Tratti sostenuti a 70/80°. Passi a 80/85°. |
Chiodatura | 4 chiodi nel primo tiro, 2 chiodi alla prima sosta, uno alla seconda | Materiale | Da alpinismo invernale (2 picche tecniche, 3/4 viti, fittoni, una scelta di protezioni veloci e qualche chiodo) |
Tipologia arrampicata | Ripida goulotte su neve/ghiaccio | Roccia | Non buona sui lati. |
Segnavia | Sentiero CAI 157, 158 | Libro di vetta | No |
Punti d’appoggio | Rifugio alla partenza | Acqua | No |
Cartografia utilizzata | - | Bibliografia utilizzata | Percorsi invernali Zevola – Tre Croci – Plische – Carega |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Si, molto bella!! |

INDICAZIONI STRADALI
Dall’uscita A4 Montecchio seguire in direzione Valdagno e Recoaro Terme su SP 246. Raggiunto l’abitato di Recoaro Terme, attraversare il centro, quindi imboccare a destra la strada che sale al Passo di Campogrosso (indicazioni). Continuare lungo la stretta strada fino all’omonimo rifugio che si raggiunge in una ventina di minuti dal paese.
L’ultimo tratto di strada viene solitamente chiuso in inverno quando c’è neve.
AVVICINAMENTO
Dal rifugio seguire la strada asfaltata fino al Passo Campogrosso (1453 m), dove si imbocca il sentiero a sinistra in lieve discesa. Al successivo bivio ignorare il sentiero della pace e proseguire a destra. Seguire il sentiero, sempre tracciato, sul lato destro del crestone e ai bivi seguire per la Bocchetta dei Fondi. Raggiunta la Sella del Rotolon ai piedi delle svettanti guglie del Fumante, piegare a destra e iniziare un lungo traverso pianeggiante. Con due tornanti sotto una paretina verticale si torna a salire e si raggiunge l’ampio Boale dei Fondi (itinerario di discesa). Proseguire a traversare poi in salita fino a una selletta, scendere nell’opposto versante ignorando un primo canale che sale a sinistra (Vajo Rio) ed entrare nell’evidente solco del Vajo dei Colori.
Salire il canale spesso su resti di valanghe. A un primo bivio tenersi a sinistra (a destra salgono il Vajo Bianco e il Vajo dei Camosci), seguendo sempre la linea principale del canale. Procedere su pendenze contenute, lasciandosi a sinistra il Vajo Valdagno e continuando a salire circondati da strette pareti in ambiente superbo. Superare la linea del Vajo Nascosto a destra e proseguire su pendenze che si fanno un poco più accentuate (30/40°).
Tenersi a sinistra sul fondo del canale via via più ripido fino a raggiunge un muro che blocca la via. Questo tratto a seconda delle condizioni oppone un tratto più o meno verticale. Con innevamento abbondante il salto si colma interamente e si sale agevolmente, al contrario può anche essere impraticabile. In questo caso bisogna scendere qualche metro e salire a destra seguendo un canaletto, poi traversare a sinistra per placche coperte di neve (delicate) seguendo il tracciato della ferrata dismessa (presenti fittoni).
Tornati su terreno meno ripido appare a sinistra la bella linea del Magic Couloir. La prima parte è incassata ma non troppo ripida (50/55°) e si può salire ancora slegati. Attrezzare una sosta alla base del tratto ripido, spuntone da rinforzare (2 h).
RELAZIONE
1° tiro: seguire la colata subito ripida (70°) e raggiungere una nicchia a destra (chiodo). Riprendere la linea del diedro ghiacciato e superare il tratto più ripido (85°). Proseguire su pendenze sostenute e ghiaccio sottile (80°, 3 chiodi con fettuccia). Continuare nel bellissimo diedro su pendenze che vanno calando (75°/60°) e sostare su due chiodi (50 m – 3 chiodi).
2° tiro: seguire la linea di neve e ghiaccio superando un tratto ripido (75°) dopo di che il canale si allarga e le pendenze calano (60°). Continuare fino a sostare comodamente in una nicchia su 1 chiodo da rinforzare (40 m).
3° tiro: dalla sosta salire due metri quindi abbandonare la linea del diedro e spostarsi a sinistra. Traversare e salire progressivamente (65/70°, esposto) per una quindicina di metri fino ad individuare la linea migliore di salita (fare attenzione a non spostarsi troppo a sinistra e a non doppiare uno spigoletto poco marcato a sinistra). Salire quindi verticalmente su pendenze sostenute (75/80°) ed uscire in un canale più ampio. Sostare praticamente al termine delle corde sulle rocce a sinistra a chiodi, utili fittoni (55/60 m).
Le difficoltà tecniche terminano qui ma può convenire rimanere legati per altri due tiri.
4° tiro: proseguire nel canale su pendenze contenute (40/45°) quindi piegare a destra e proseguire per canale incassato. Sostare al termine della corda (60 m).
5° tiro: continuare seguendo la linea a sinistra (40/45°) quindi sempre per canale fino a sostare nei pressi della cresta a sinistra (se si vogliono raggiungere i mughi sono più di 60 m).
Qui conviene slegarsi e salire il pendio aiutandosi con i mughi fino ad uscire su bella cresta nevosa. Scendere alla selletta, dove esce il Vajo Supermosca, e salire il pendio terminale (50°) uscendo definitivamente nei pressi della vetta (2/3 h dall’attacco).
DISCESA
Scendere sulla cresta verso Sud (opposta a quella di salita) quindi sono possibili due alternative:
- Seguire la bella cresta cercando di abbandonare il filo e scendere sul versante meridionale (destra). Continuare in traverso, tornando a salire per aggirare una cimetta tenendosi sempre sul lato destro fino alla Bocchetta dei Fondi. Dalla bocchetta scendere a sinistra, inizialmente più ripido (40/30°) lungo il Boale dei Fondi. Seguirlo lungamente su pendenze che vanno sempre più ad attenuarsi fino ad intercettare la traccia dell’avvicinamento che si segue a destra fino al parcheggio (1.30/2 h dalla cima).
- Dalla cima seguire la cresta ma abbandonarla quasi subito individuando e scendendo direttamente a sinistra per il Boale Mosca. La prima parte è ripida e spesso più pelata. Scendere aiutandosi con i mughi (40/45°), quindi via via più dolcemente ricongiungendosi con il Boale dei Fondi, che si segue come il percorso precedente fino al Rifugio Campogrosso (1/1.30 h dalla cima).
La seconda possibilità è più rapida e ripida, la seconda più lunga ma anche panoramica.
OSSERVAZIONI
Salita notevole da non perdere quando in condizione ma che richiede sempre un’ottima padronanza della progressione con le picche e sicurezza con poche protezioni. Se secca le difficoltà su roccia sono tutt’altro che banali e la salita non è consigliabile.
Il primo tiro è il più impegnativo ma nel tratto chiave sono presenti 3 chiodi che aiutano. Le protezioni restano però distanti e il ghiaccio non è sempre chiodabile. Il secondo tiro è più facile e tutto da godere. Il terzo ancora sostenuto, esposto e poco proteggibile. Le soste sono comode (tutte da attrezzare o rinforzare).
Attenzione che con la strada chiusa e neve non portante l’avvicinamento e il ritorno risultano più lunghi e faticosi.
Per conoscere le condizioni di queste montagne e dei Vaj fare riferimento al gruppo facebook: Vajo, che Passione! gestito dal leggendario Tarcio Bellò, conoscitore di ogni segreto di queste montagne e apritore di questa e di tanti altri itinerari, oltre che autore delle guide della zona: Percorsi invernali Zevola – Tre Croci – Plische – Carega e Percorsi Invernali Sengio Alto e Pasubio.
ALTRE SALIRE INVERNALI NELLE PICCOLE DOLOMITI
CONDIZIONI E METEO INCONTRATI 28 gennaio 2018
Condizioni veramente eccellenti sulla via ad eccezione di qualche metro con ghiaccio sottile e delicato sul primo tiro, tutto il resto su ottima neve dura molto godibile!
Giornata soleggiata e fredda al punto giusto con nebbia in pianura.
WEBCAM RIFUGIO CAMPOGROSSO
RELAZIONE PDF


Passo Campogrosso

Sul primo tiro

La seconda parte del primo tiro

Sul terzo tiro

Bel ghiaccio sul terzo tiro

In uscita sul 5° tiro

Alba al Passo Campogrosso

L’esposto traverso del terzo tiro
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