Il Sagro è la cima più occidentale delle Alpi Apuane: si trova in posizione isolata, con un versante praticamente a picco su Carrara purtroppo snaturato dalle cave di marmo. La facilità d’accesso – via Campocecina – lo rende una meta molto frequentata, sia d’estate sia d’inverno, quando il suo dolce (almeno per gli standard apuani!) versante ovest si trasforma in una bella lavagna bianca, dalla quale nelle giornate buone si può scendere anche con gli sci.
La cresta dello Spallone, nome di un’antecima ben definita, è un bel diversivo alla via normale: mai troppo esposta, diventa facile e spettacolare con tanta neve, mentre può rivelarsi insidiosa in condizioni di vetro-ghiaccio. Conviene salire dopo nevicate recenti ed abbondanti, siccome su questo versante totalmente esposto al sole e alle correnti calde la neve ha in genere i giorni contati. Ma se si è fortunati si potrà godere di un panorama davvero meraviglioso, con scorci dal sapore decisamente alpino e il mare sullo sfondo!
Prima salita: ignota
MONTE SAGRO (1748 m) – CRESTA SUD O CRESTA DELLO SPALLONE

INDICAZIONI STRADALI
Raggiungere Campocecina da Carrara (meglio da Fosdinovo se si arriva da Aulla o Sarzana). Seguire la strada fino a un ampio piazzale di cava ai piedi della montagna (Foce Pianza, 1279), l’ultimo km è sterrato ma pianeggiante.
RELAZIONE
Dal parcheggio prendere il sentiero 172, lasciandosi a destra la sterrata che prosegue verso le cave. Seguendo grosso modo la cresta spartiacque, si raggiunge in mezzora scarsa Foce Faggiola (1464), dove ci si affaccia sul versante est. Ignorare il sentiero che scende verso Foce Luccica e la via normale del Sagro, e iniziare a risalire l’ampio pendio via via più ripido che costituisce l’inizio della cresta dello Spallone.
Si supera una prima quota, da cui si scende per poi risalire alla cima dello Spallone (1636), con bellissimo scorcio sul Sagro e sul proseguimento della cresta, ora più sottile ed esposta. La discesa dallo Spallone è il passaggio più delicato, con roccette affioranti (I, possibile verglass) che si possono aggirare scendendo e traversando versante Campocecina (45°). Da qui in poi la cresta torna ad essere facile ma aerea, con impressionanti cornici sull’abisso del versante est.
Raggiunta una marcata sella, la cresta si impenna decisamente (fino a 50°), presenta roccette infide e soprattutto prende il sole in pieno: a meno ché si arrivi al mattino molto presto, dalla sella conviene aggirare questo tratto spostandosi sul versante Campocecina e salendo per un canale (40°), che riporta sulla cresta tornata di nuovo facile e ampia. Seguirla fino all’ultima impennata (40°) ormai poco sotto alla vetta (1,30/2 h da Foce Faggiola).
DISCESA
Scendere per l’ampio crestone a ovest: quando questo sembra biforcarsi proseguire dritto puntando alle cave di Foce Pianza (a destra scende la cresta nord ovest verso la Foce di Fanaletto, più difficile). Continuare a seguire gli ometti lungo il costone, poi piegare decisamente a sinistra fino a confluire nel sentiero 173, che si segue sempre a sinistra lasciandosi in basso le cave. Raggiunta una zona di accumulo dei detriti di cava, il sentiero si perde un po’… conviene seguire a intuito le tracce migliori puntando alla crestina a sinistra della cava, appena dietro alla quale corre il 172 percorso all’andata. Nel dubbio seguire a destra la strada di cava raggiungendo con un giro più ampio foce Pianza (1 ora dalla vetta).
OSSERVAZIONI
Probabilmente la cresta più facile delle Apuane, è anche la più vicina al mare, e se si percorre nelle giornate giuste garantisce scorci davvero unici. La discesa è semplice ma può presentare problemi di orientamento in caso di nebbia. In caso di innevamento davvero abbondante e tempo freddo, può essere molto interessante arrivare sullo Spallone lungo la sua cresta sud (in estate roccette di I e passaggi di II grado), che inizia da Foce Luccica (1028). In questo caso il tratto Spallone – Sagro sarà solo la ciliegina sulla torta di un’ascensione ben più lunga e dificile!

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