Il Pisanino con i suoi 1947 metri è la cima più elevata delle Alpi Apuane. Montagna possente da tutti i lati, non offre vie facili di salita né in estate né a maggior ragione in inverno. Il suo versante NE presenta una bella parete con alcune rampe/canali orientati da sinistra a destra intervallati da fasce rocciose. La parete è ampia e complessa ed è chiusa a sinistra dalla Cresta della Mirandola e a destra dalla Cresta della Bagola Bianca.
La via Alce nero segue un percorso un po’ contorto e non sempre obbligato: attacca con una bella colata di ghiaccio, poi compie un lungo traverso a destra per aggirare la fascia rocciosa mediana, infine segue un evidente canale fino alla cresta nord, poco sotto la vetta. La via non è certo la più logica del Pisanino, ma in condizioni un po’ secche è consigliabile. Con innevamento abbondante invece le difficoltà calano e forse la salita perde d’interesse. E’ anche possibile percorrere solo la cascata del primo tiro e poi proseguire sulle vie al centro della parete, più dirette (Bagola gully, Zappelli, Geronimo…).
Prima salita: Giancarlo Polacci, Leonardo Bianchi, Massimo Boni
PISANINO (1947 m) – VIA ALCE NERO

In rosso il percorso sullo zoccolo, in verde la via Alce Nero
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 28 febbraio 2019 | Compagni | Luca Castellani, Daniele Reverberi, Alessandro Biffignandi |
Itinerario | Via Alce Nero alla Ne del Pisanino, discesa per la Nerli-Serperi | Zona Montuosa | Alpi Apuane |
Tempo | Totale 8/9 h (4 h la via) | Dislivello | 1000 m (600 m la via) |
Località di Partenza | Località Pianellaccio (MS) | Quota partenza e arrivo | 950 m - 1947 m |
Difficoltà globale | D+ | Difficoltà tecnica | Neve/ghiaccio fino a 80° spesso 50° |
Chiodatura | Assente | Materiale | Da alpinismo invernale (due piccozze e 1 mezza da 60 m sufficiente). Qualche chiodo e friend, viti corte, fittoni e 'agganci da terra' |
Tipologia arrampicata | Colata di ghiaccio, traversi, canali ripidi | Roccia | Non sempre buona e ben chiodabile |
Segnavia | Tracce | Libro di vetta | No |
Punti d’appoggio | - | Acqua | No |
Cartografia utilizzata | Alpi Apuane - Carta dei sentieri e rifugi 1:25000 | Bibliografia utilizzata | - |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Solo per apuanisti! |

INDICAZIONI STRADALI
Da Aulla (Uscita A15) si seguono le indicazioni per Fivizzano, poi per Minucciano. Superato quest’ultimo paese si oltrepassa una galleria e si scende verso Gramolazzo. Al paese prendere a destra verso Gorfigliano e poco dopo il distributore in località Molino proseguire a destra seguendo le indicazioni per ‘Chiesa vecchia‘. Oltrepassare il cimitero e seguire la strada in salita per 400 metri, quindi svoltare a destra (indicazioni per ‘Chiesa vecchia‘) con ripido tornante non molto evidente. Seguire la stradina asfaltata fino a un bivio. Qui tenersi a sinistra per strada sterrata che si segue fino al suo termine (la carraia impraticabile secondo la guida Ghiaccio salato, è stata sistemata e si sale bene, unico problema le canaline dell’acqua per le macchine basse!). All’andata noi ci siamo fermati poco prima di un evidente valletta dove la strada compie un ansa, spiazzo sulla destra, ma conviene proseguire, la strada migliora e l’avvicinamento è più comodo.
Nel 2019 la strada era percorribile sono con un 4×4.
AVVICINAMENTO
Seguire la traccia evidente che sale a sinistra tra i castagni (qualche ometto) fino ad uscire dal bosco alla base dell’ampio e contorto versante NE del Pisanino. Salire su percorso non obbligato a sinistra per portarsi al centro sotto un’evidente rampa nevosa che sale verso sinistra (1/1.30 h senza neve). Se si fosse lasciata la macchina nei pressi della buca/valletta, imboccare una traccia poco evidente sul lato sinistro dove il bosco è più rado (qualche ometto). Seguirla poi per ripidi prati, quindi più comodamente nel bosco con i resti di qualche carbonaia. Continuare a salire su percorso non obbligato facendo attenzione a non finire in grotte/pozzo poco prima di uscire dal bosco. Portandosi infine al centro del versante all’attacco della rampa nevosa verso sinistra (1/1.30 h senza neve).
Se si lascia la macchina al termine della strada asfaltata aggiungere indicativamente 1 ora.
RELAZIONE
Percorrere l’evidente pendio che taglia verso sinistra (40°) fino a un pianoro, qui imboccare una rampa a destra, proseguendo in traverso a destra fino a uscire sulla grande cengia mediana dove attaccano tutte le vie. Al medesimo punto si può arrivare anche imboccando l’evidente rampa che taglia la parte bassa del versante dal suo inizio sul margine in basso a destra. La colata di Alce nero è ben evidente, circa 100 metri più in basso e a destra rispetto al solco dove sale la via Zappelli.
1° tiro: salire la bella colata (sezione a 75/80° poi 60°), dunque proseguire su canale nevoso fino a una fascia rocciosa strapiombante, dove si attrezza la sosta (55 m). Qui volendo si può abbandonare la via uscendo a sinistra.
2° tiro: traversare a destra (50°, poi 60°) sotto il tetto: la via lo supererebbe dopo circa 20 metri nel punto più agevole, ma noi abbiamo trovato il passaggio secco e strapiombante; così abbiamo traversato altri 15 metri in leggera discesa per passare sulla cengia sovrastante con un delicato passaggio su erba. Sostare su neve a fine corda (60 m).
3° tiro: continuare a traversare a destra in salita (40°, poi 50°), superando una crestina, dunque sostare alla base del canale/camino ghiacciato (50 m). Noi abbiamo sostato su due chiodi da terra dopo il primo saltino, sotto un grosso strapiombo.
4° tiro: seguire il canale su bel ghiaccio a onde (60°, passi a 80°); aggirare a sinistra una strozzatura strapiombante (esposto), dunque proseguire più facilmente su cengia nevosa fino a una fascia di rocce dove si attrezza la sosta (60 m).
5° tiro: salire in diagonale a sinistra (45/50°) verso il canale evidente che risale l’ultimo tratto di parete (80 m).
6° e 7° tiro: seguire il canale, inizialmente un po’ incassato poi via via più aperto (mediamente 60° con qualche passo più ripido all’inizio e a metà), fino a sbucare sulla cresta nord, dove si sosta su neve o spuntone a seconda delle condizioni (110 m).
Seguendo la cresta a sinistra, molto esposta ma priva di difficoltà (se sgombra di neve…), si raggiunge la vetta.
DISCESA
Seguire la cresta verso est, qualche passo esposto fino a quando diventa più larga e piatta. Ancora in cresta abbassarsi qualche metro fino a un colletto. Imboccare il canale a sinistro (Via Nerli-Serperi) e seguirlo in ripida discesa (45/40°). Dopo i metri iniziali la pendenza diminuisce un poco ma torna nuovamente ripido nei pressi di una strettoia (50°). Ancora per canale meno ripido poi scendere con attenzione una nuova ripida ma breve strettoia (50/60°). Al suo termine traversare a sinistra, faccia a valle, qualche metro (un po’ esposto) fino a una piantina dove attrezzare una doppia da 30 m che deposita sul pendio più comodo. Traversare a sinistra fino a riportarsi nei pressi dell’attacco dove si segue lungamente la comoda rampa (max 30/40°). Nell’ultimo tratto si abbandona la rampa e si scende a destra fino al limitare del bosco dove si devono ritrovare le tracce della salita che si seguono fino alla partenza (2/3 h dalla cima).
OSSERVAZIONI
Saliti al termine di una stagione molto secca, ma sulla parete comparivano numerose colate di ghiaccio, tra le quali Alce Nero era la più grassa. La via ci è stata indicata da Giancarlo Polacci incontrato durante l’avvicinamento; l’intenzione iniziale era provare la via Geronimo, ma ci sembrava piuttosto secca. Saliti in cordata da tre, forse abbiamo attaccato un po’ tardi: la via infatti è lunga, e siamo usciti in vetta poco prima delle 17, sfruttando le ultime ore di luce per la discesa. Giornata lunga ma speciale: prima volta insieme all’apuanista Alebiffi, che ci ha fatto provare l’ebbrezza del rally sfrecciando con la sua jeep (specialmente a ritorno, molto affamato) sulla sterrata del Pianellaccio, ormai quasi impercorribile da vetture normali.
CONDIZIONI E METEO INCONTRATI (28 febbraio 2019)
Poca neve ma dura nel bosco, sullo zoccolo un po’ di crosta non portante ma progressione ancora agevole. La cascata del primo tiro aveva ghiaccio duro e spaccoso, mentre nei canali della parte alta le condizioni erano ideali, con neve pressa incollata alle rocce e all’erba e ghiaccio più morbido sul verticale. La giornata era molto calda (zero termico sopra i 2500), c’è stata qualche debole scarica dall’alto ma la parete dopo le 11 era di nuovo tutta all’ombra e la neve ha tenuto bene. Cresta sommitale pulita, discesa abbastanza agevole dal canalino Nerli in parte gradinato.
Foto di Luca e Daniele
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Osservando la parete da Gramolazzo

Luca sul primo tiro

Il traverso del secondo tiro

Come si fa ad incastrare la corda in un posto simile??

Sull’ultimo tratto della cresta nord
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