Lungo la cresta spartiacque delle Alpi Apuane, circondato da vicini ingombranti del calibro di Pisanino, Cavallo e Grondilice, svetta il piccolo monte Contrario. Piccolo si fa per dire: sulla Valle di Forno, lato mare, mostra una parete di 700 metri con qualche interessante via di arrampicata (classica la via Bastrenta o dei Chiavaresi); ma dal versante della Val Serenaia, quello più comodo e frequentato, il Contrario non appare certo imponente. Quando però ci sei sotto, la faggeta inizia ad impennarsi, e salendo gli alberi lasciano posto a qualcosa di simile a una parete. Una piccola nord squisitamente apuanica, con rampe di neve ed erba ghiacciata, dove grazie all’esposizione ombrosa le condizioni si mantengono a lungo ottimali per le spiccozzate.
Quella relazionata è una salita un po’ improvvisata su questo tipo di terreno, che però tutto sommato ci è sembrata logica e quasi degna di essere ripetuta… almeno dagli apuanici più incalliti! Ovviamente con tanta o poca neve la linea da seguire potrebbe risultare del tutto diversa, quando non impercorribile. La via sale a sinistra della Via del Baco e la interseca a s2 e negli ultimi metri prima dell’uscita, per il resto presenta un proprio logico e indipendente percorso. L’avvicinamento comodo non deve fare sottovalutare la discesa, piuttosto esposta e laboriosa.
Prima salita: Paolo Bernardi e Luca Castellani, 18 febbraio 2017
CONTRARIO (1789 m) – IN DIREZIONE OSTINATA

Monte Contrario da nord. Evidenziata la linea e le soste.
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 18 febbraio 2017 | Compagni | Luca Castellani, Paolo Bernardi |
Itinerario | Via In direzione ostinata al monte Contrario | Zona Montuosa | Alpi Apuane |
Tempo | 7 h (3 h la via) | Dislivello | 640 m circa |
Località di Partenza | Rifugio Donegani (LU) | Quota partenza e arrivo | 1150 m - 1789 m |
Difficoltà globale | AD+ | Difficoltà tecnica | Neve fino a 70°. Spesso sui 60°. Qualche passo di misto facile |
Chiodatura | Nulla | Materiale | Da alpinismo invernale (2 picche e due mezze da 60 m), scelta di chiodi da roccia e friend, utile un fittone |
Tipologia arrampicata | Rampe di neve con erba affiorante e roccette | Roccia | Da mediocre a buona. Offre varie possibilità di proteggersi |
Segnavia | Strada delle cave, CAI 179, 186 | Libro di vetta | No |
Punti d’appoggio | Rifugio Donegani, Rifugio Orto di Donna (normalmente chiusi in inverno) | Acqua | No |
Cartografia utilizzata | Alpi Apuane - Carta dei sentieri e rifugi 1:25000 | Bibliografia utilizzata | Ghiaccio Salato per accesso e discesa |
Giudizio | ![]() ![]() | Consigliata | Solo per gli amanti del genere... |

INDICAZIONI STRADALI
Da Aulla (Uscita A15) si seguono le indicazioni per Fivizzano, poi per Minucciano. Superato quest’ultimo paese si oltrepassa una galleria e, subito dopo, si prende a destra seguendo le indicazioni per il Rifugio Donegani. Si risale la valle lungo la stretta strada asfaltata fino al Rifugio Val Serenaia, si supera un tornante e per strada sterrata si raggiunge infine il Rifugio Donegani (1150 m). Con innevamento abbondante la strada è di solito tenuta pulita fino al Rifugio Val Serenaia.
AVVICINAMENTO
Dal rifugio seguire la strada sterrata che sale attraverso le cave fino al Rifugio Orto di Donna (1500 m). Qui si imbocca a sinistra il sentiero 179 verso Foce di Cardeto, passando vicino al bivacco K2. Si attraversa la ripida faggeta ai piedi del Contrario fino a raggiungere il primo evidente invaso. Qui si abbandona il sentiero per risalire un caratteristico corridoio di neve fra le rocce tendente a sinistra (circa 45°); dopo un passaggio un po’ più ripido in uscita, l’imbuto si esaurisce; salire dunque più facilmente nel bosco verso sinistra, fino a sbucare in un ampio canale, che si segue fino al limitare del bosco. Siamo ai piedi dell’antecima est del Contrario. Conviene sostare sotto una grande roccia a striature verticali, sulla sinistra del canalone.


Il bel canale di avvicinamento nel bosco

Ambiente sulla nord del Contrario

RELAZIONE
1° tiro: salire a destra per risalti erbosi (tratto a 50°) poi attraversare il facile canale in direzione di un diedrino sulla sua destra. Affrontarlo (5 metri, passaggio verticale di misto; più facile l’effimera rampetta nevosa a 70° appena sopra) proteggendosi alla base, spuntoni o friend. Proseguire in direzione di un grosso faggio alla base della parete, che si raggiunge con un passo di 70° su erba e ghiaccio affiorante. Sostare sul faggio – presente vecchio cordone giallognolo, probabilmente la via del Baco passa di qui (60 m).
2° tiro: traversare a sinistra sotto le rocce, puntando ad una rampa che sale con andamento verso destra. La pendenza è costante sui 55° con qualche tratto più ripido: presenti vari spuntoni e una clessidra per proteggersi. All’incirca sulla verticale della sosta, la rampa è sbarrata da un salto di roccia poco sana: uscire delicatamente a destra (misto erba, 70°, proteggibile con un fittone prima del passaggio) dunque traversare più facilmente fino a un faggio appeso alla parete, dove si sosta (50 m).
3° tiro: salire prima in diagonale a sinistra superando una fascia rocciosa (60°, erba), poi a destra raggiungendo un pendio più ampio, che si segue con leggero andamento a sinistra. Dopo un passo più ripido su erba affiorante, tornare a salire verso destra puntando a un’evidente bastionata di rocce dalla forma appuntita, ai piedi della quale si sosta in comoda cavernetta, fessura e spuntone (35 m).
4° tiro: costeggiare a destra le rocce e superarle nell’unico punto possibile con un bel passaggio esposto di misto, che permette di uscire (qualche metro a 70°) sulla breve ma affilata cresta nord. Sostare su spuncione poco sotto la vetta (30 m).
DISCESA
Dalla vetta scendere per 20 m su una vaga traccia di canale nel versante est (45°, attenzione alla neve che prende il sole). Dunque traversare a sinistra faccia a valle fino a riguadagnare la cresta. Risalito un dosso, si scende per un paio di metri esposti trovando a sinistra un comodo grottino con la prima sosta di calata (tre chiodi un po’ vecchi uniti da due cordini).
Calarsi nel canale sottostante: dopo una pianta c’è un salto strapiombante. Puntare a un faggio con cordino rosso e maglia rapida, che si raggiunge con circa 50 metri di corda. Con una seconda calata da 60 metri nel canale sotto il faggio, si raggiunge un terreno meno ripido. Pochi metri dopo sulla destra, faccia a valle, c’è un altro faggio sul bordo di un salto con un cordino: calarsi per 30 metri superando il salto, ritrovandosi nei pressi dell’attacco. Qui conviene tornare al sentiero seguendo le tracce dell’andata, eventualmente attrezzando altre brevi doppie sui faggi per superare i tratti ripidi.
OSSERVAZIONI
Il progetto iniziale era di salire la Via del Baco, ma una volta nel bosco ci siamo spostati troppo a sinistra rispetto alla parete e abbiamo un po’ improvvisato sfruttando l’ottima neve dura, cercando le linee che puntassero più direttamente verso la vetta. Abbiamo attrezzato su neve la prima sosta appena sotto il salto di misto, mentre nel terzo tiro Paolo ha proseguito oltre la bastionata, pagando l’attrito delle corde una volta in cresta e sostando su uno spuncione piuttosto scomodo. Una volta lì, io non ho proseguito sulla cresta ormai facile, ma ho traversato in discesa a sinistra per imboccare il canale finale della via del Baco, con la bella uscita di misto appena sotto la vetta. Col senno di poi però sarebbe stato più logico e comodo agire come ho indicato nella relazione!
Un ringraziamento a Enrico ed Eva, incontrati durante la salita: sono stati loro a lasciare il cordino rosso e il maillon per la seconda calata, facilitando a noi e (non) tanti altri la discesa da questa bella montagna!
CONDIZIONI E METEO INCONTRATI (21 gennaio 2017)
Giornata fredda con visibilità buona, peccato solo per le nuvole basse che ci hanno nascosto il panorama sul Cavallo e sul mare una volta in cima. La neve ha tenuto bene tutto il giorno a nord, mentre sui versanti al sole al pomeriggio era ormai marcia.


Attacco del primo tiro

Il traverso alla fine del secondo tiro

Inizio del terzo tiro

Uscita in cresta del quarto tiro (per noi era ancora il terzo)

In vetta
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RELAZIONE PDF

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