Il Trident è un torrione elegante e slanciato dalla caratteristica forma a tridente. Domina l’Alto Ghiacciaio del Gigante e dalla sua cima si gode una vista spettacolare sul Grand Capucin. La via Lepiney è stata salita nel 1919 e per l’epoca è stata un’impresa degna di nota. La cordata francese fu la prima a raggiungere la vetta del Trydent partendo dalla parete Ovest, poi cercando la via di minor resistenza verso Sud e infine salendo in cima da Est. La via globalmente è sostenuta, in tutti i tiri c’è almeno un passo o un tratto di IV°. Numerosi sono i passi di IV+, V- e V°. Il tiro chiave è il quinto dove si superano difficoltà di quinto grado superiore che nella guida di Buscaini vengono descritte come molto difficili e erroneamente (almeno oggi) azzerabili. I tre tiri finali che conducono in vetta sono eccezionali! La roccia è sempre ottima. La chiodatura è molto rada, qualche chiodo qua e là, mentre le soste sono tutte ottime a spit con anelli di calata. Indispensabile una serie completa di friend.
TRIDENT DU TACUL – VIA LEPINEY
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 18 agosto 2013 | Compagni | Alberto Piazza |
Itinerario | Salita al Trident du Tacul per la Via Lepiney | Zona Montuosa | Alpi Graie - Gruppo del Monte Bianco |
Tempo e distanza | 9 h (4 h la via) | Dislivello | 580 m (la via: 180 m con uno sviluppo di 300 m) |
Località di Partenza | Rifugio Torino (AO) | Quota partenza e arrivo | 3371 m - 3639 m |
Difficoltà globale | D+ | Difficoltà tecnica | V+, IV e IV+ sostenuti. |
Chiodatura | Soste attrezzate a spit, qualche chiodo | Materiale | Serie integrale di friend. |
Tipologia arrampicata | Varia, spesso belle fessure, diedri e camini | Roccia | Granito da ottimo a eccellente |
Segnavia | Traccia su ghiacciaio | Libro di vetta | No |
Punti d’appoggio | Rifugio Torino alla partenza | Acqua | Fontana alla partenza |
Cartografia utilizzata | Monte Bianco - Courmayeur Carta dei sentieri 1:25000 | Bibliografia utilizzata | GMI – Monte Bianco Volume 1 pag. 458 |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Si. Stupenda salita su roccia eccellente. Bellissimi i tiri finali. |

INDICAZIONI STRADALI
Si raggiunge in auto Courmayeur in Valle d’Aosta e si parcheggia nel piazzale delle funivie del Monte Bianco.
AVVICINAMENTO
Raggiunto il Rifugio Torino (funivia) si segue la traccia verso il Col de Flambeaux (3407 m). Si scende verso sinistra, si ignora la traccia che scende nel pianoro (si tiene la sinistra del vallone) e si procede prima in falsopiano poi in salita verso la base della parete. Si sale il canale nevoso tra il Trident e la Chandelle (Couloir du Trident) per circa 60 metri oltre la crepacciata terminale. Sulle rocce di destra attacca la via.


Vista dall’interno del Ghiacciaio del Gigante. Sullo sfondo da sinistra il Dente del Gigante, la Tour Ronde e i satelliti del Tacul

RELAZIONE
1° tiro: dalla sosta a spit a sinistra del canale si sale con facili passi di arrampicata (II/III-) fino a una più comoda sosta a spit, si continua tra salti e terrazzi. Superando un passo delicato su masso incastrato (IV) si arriva a un comodo terrazzino con sosta a spit e cordino (30 + 30 m).
2° tiro: si traversa a destra quindi si sale e si prende una rampetta a sinistra. Tra salti e cengette si arriva alla comoda sosta (30 m III e IV).
3° tiro: si traversa a destra per alcuni metri su terrazzino, poi si sale traversando a un camino, si supera un masso (IV), quindi per belle fessure e un diedrino (IV+) si giunge alla sosta (30 m).
4° tiro: il tiro chiave. Ci si sposta a sinistra nel diedro e lo si risale (2 chiodi – V). Si raggiunge una lama orizzontale, chiodo a sinistra e si taglia a destra con bel passo (V). Si scala un caminetto svasato (V+) fino alla base di una paretina (chiodo). Si sale il camino a sinistra (IV) e tagliando a destra si raggiunge la sosta (30 m)
5° tiro: si sale per roccette traversando a destra (II), quindi un traverso esposto sempre verso destra conduce a una cengia più marcata. Si scala un bel camino con fessure (IV+), quindi per gradoni (II/III-) si arriva alla comoda sosta (40 m)
6° tiro: si traversa verso destra fino a un caminetto liscio tra la parete e un grosso spuntone. Si sale (con lo zaino non si passa) il camino in bella opposizione fino al suo termine e si prende una fessura verticale (IV+). Si supera un passo esposto (V-) e si raggiunge la sosta (30 m).
7° tiro: si sale verticalmente alla sosta con passi di IV°, si raggiunge una cengia e si sale la fessura al centro con passo iniziale strapiombante (V). Si segue la fessura molto continua (IV+/V-), quindi più facilmente (chiodo) si raggiunge la sosta (30 m).
8° tiro: si salgono le placche con listoni di quarzo (IV). Per fessure si raggiunge un chiodo a sinistra. Ci si sposta a destra e si prende un sistema di fessure e lame verso lo spigolo a destra. Si seguono le fessure (IV+) fino in vetta, passo finale esposto e delicato (20 m).
DISCESA
In doppia lungo la via. Conviene fare doppie da 30 metri per non incastrare le corde (2/2.30 h dalla cima). Poi per traccia su ghiacciaio fino al Rifugio Torino (3 h dalla cima).
OSSERVAZIONI
La relazione l’avevo scritta durante la salita ed è stata riportata senza modifiche. Le foto sono poche, a suo tempo la via ci aveva impegnato. Il passo chiave non è assolutamente azzerabile come riportato nella guida GMI di Buscaini. La via è globalmente sostenuta e il giudizio globale “Difficile” mi sembra eccessivamente basso, soprattutto paragonandolo alla via Ottoz che abbiamo percorso il giorno prima, per cui ho valutato la via complessivamente D+.

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