Punta Sertori (3195 m) è una slanciata cuspide rocciosa del Gruppo Masino – Bregaglia tra il Pizzo Badile e il Cengalo. La cresta Sud o cresta Marimonti è una stupenda scalata lungo un bello e affilato spigolo di ottimo granito. L’arrampicata, mai impegnativa, segue la debolezze dell’evidente cresta, talvolta sui lati per placche, cenge, rampe e camini, spesso direttamente sul filo sottile ed esposto. Le difficoltà tecniche sono contenute: due passi di IV+, il primo protetto a chiodi, il secondo da uno spit e azzerabile, qualche tratto di IV°, ma prevalentemente si arrampica su un piacevolissimo terzo grado. La chiodatura è essenziale, 7 chiodi e due spit nei passi più impegnativi dei tiri, mentre le soste sono sempre attrezzate con due/tre chiodi o uno spit. Necessaria una serie completa di friend e qualche chiodo per emergenza. Dalla piccola vetta della Punta Sertori è possibile scendere direttamente con una serie di doppie o in alternativa, certamente consigliabile, proseguire per la selvaggia cresta Est del Pizzo Badile. Le difficoltà di quest’ultima sono minori della Marimonti, ma la scalata non va sottovalutata, l’ambiente è selvaggio, la via meno evidente e l’arrampicata risulta a tratti abbastanza sostenuta sul quarto grado. Lungo questa cresta conviene procedere prima slegati o in conserva nella parte iniziale (I/II e un tratto di III°) quindi vincere con tre tiri il tratto più verticale e impegnativo con arrampicata sempre piacevole su roccia ottima. In questo tratto è presente solo una sosta a chiodi, ma le possibilità di protezione non mancano.
Prima salita: D. Contini e P. Marimonti il 12 agosto 1923. La prima traversata H. Ellensohn e B. Sertori nel 1903
PUNTA SERTORI (CRESTA MARIMONTI) e TRAVERSATA AL PIZZO BADILE (CRESTA EST)
INFO TECNICHE | |||
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Data Uscita | 13 - 14 luglio 2015 | Compagni | Alberto Piazza |
Itinerario | Punta Sertori (3195 m) per la Cresta Marimonti e traversata al Pizzo Badile (3305) per la cresta Est | Zona Montuosa | Alpi Retiche - Gruppo del Castello |
Tempo | 1° giorno: 3/4 h 2° giorno: 14 h (7 h la via: 4 h dall’attacco alla vetta della Sertori + 3 h alla vetta del Badile) | Dislivello | 1° giorno: + 1362 m 2° giorno: +800 m – 2150 m |
Località di Partenza | Bagni di Masino (SO) | Quota partenza e arrivo | 1° giorno: 1172 m – 2534 m 2° giorno: 2534 m – 3308 m |
Difficoltà globale | D- (AD+ la sola Marimonti) | Difficoltà tecnica | Passi di IV e IV+, spesso III |
Chiodatura | Soste attrezzate a chiodi o con uno spit lungo la Marimonti, e qualche raro chiodo di passaggio nei passi più difficili. Cresta est del Badile completamente da attrezzare. | Materiale | Due mezza corde, serie completa di friend, qualche chiodo per emergenza |
Tipologia arrampicata | Varia, placche, diedri, camini, fessure, cresta esposta | Roccia | Granito, eccellente. |
Segnavia | Sentiero CAI n°2, Sentiero Roma, tracce | Libro di vetta | Si |
Punti d’appoggio | Rifugio Giannetti, Bivacco Radaelli | Acqua | Un paio di fonti nel primo tratto di sentiero dai Bagni di Masino |
Cartografia utilizzata | Val di Mello 1:20000 Meridiani Montagne | Bibliografia utilizzata | Dal Pizzo Badile al Bernina: le 100 più belle ascensioni ed escursioni (n° 61) |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Si, molto molto bella! |

INDICAZIONI STRADALI
In auto raggiungere località Bagni di Masino (1172 m). Dalla Valtellina risalire la Val Masino fino al paese di San Martino, qui prendere a sinistra e seguire la strada fino al suo termine in località Bagni di Masino (parcheggi).
AVVICINAMENTO
1° GIORNO: dai Bagni di Masino, attaraversato il torrente, seguire la carraia nel bosco fino ad un bivio. Prendere il sentiero a destro seguendo le indicazioni per il Rifugio Giannetti (divertente tabella che vi etichetterà tra “Famiglia – Non allenato”, “Trekker” o “Atleta” a seconda della vostra performance nel raggiugere il rifugio). Seguire il sentiero nel bosco in salita, uscirne nei pressi di Corte Vecchia (1405 m). Continuare a salire senza interruzioni in ambiente ampio e piacevole con belle vista sulle cima circostanti fino alla verdeggiante Piana del Porcellizzo con gran vista sulle slanciate vette del Badile e del Cengalo. Attraversare la valle e salirne lungamente l’opposto versante fino a raggiungere il Rifugio Giannetti (3/4 h).
2° GIORNO: prendere il Sentiero Roma (direzione Rifugio Allievi), quindi abbandonarlo dopo pochi minuti seguendo una poco evidente traccia (ometti). Risalire la morena fino all’attacco dello spigolo posto alla base del camino centrale (dei tre camini, in realtà quello di dx è un diedro strapiombante) a sinistra di grosse placconate, chiodi e cordoni.


RELAZIONE
1° tiro: si sale verso il camino (I), poi lo si segue verticalmente in bella opposizione (IV). Si prosegue quindi nel camino, ora più facile ma stretto (III). Sosta non troppo comoda da raggiungere su rampetta a sinistra, chiodo con cordone (40 m – no chiodi).
2° tiro: rientrare nel camino, scendendo un metro, superare un masso incastrato (IV) e raggiungere più facilmente (II/III) una forcelletta dove si sosta comodamente su tre chiodi e cordoni (20 m – no chiodi). E’ possibile unire i tiri.
3° tiro: seguire il camino appoggiato sopra la sosta (II/III), poi quando se ne esce seguire la cengia erbosa (0/I) verso destra e uscire su ripiani erbosi. Sosta da attrezzare su spuntone alla base di una fessura tra due massi (50 m – no chiodi).
4° tiro: dalla sosta spostarsi a sinistra, poi salire verticalmente per rocce appoggiate (II), spostarsi a sinistra per ripiani e uscire su placchette (II). Proseguire qualche metro e sostare su tre chiodi con cordone (60 m – no chiodi).
5° tiro: salire a sinistra verso il diedro con lame, seguirlo con divertente arrampicata (III), poi per placche con fessure. Superare dei cordoni su spuntone e uscire in cresta, seguirla e raggiungere la sosta su uno spit alla base della prima cuspide (60 m – no chiodi).
6° tiro: salire la fessura sopra la sosta (III+), poi più facile e appoggiato (II) fino a un chiodo. Salire verticalmente (IV+) con passo delicato esposto verso sinistra, poi ancora in verticale, ma più facile (III). Sostare su spuntone all’inizio di una cengia verso destra (40 m – 2 chiodi).
7° tiro: traversare facilmente per la cengia a destra fino alla sosta su uno spit (20 m – no chiodi).
8° tiro: salire il camino sopra la sosta (II/III+) e sostare alla selletta su uno spit (25 m – no chiodi).
9° tiro: salire lo spigolo, leggermente a destra del filo, per fessura un po’ lichenosa (IV) e arrivare sulla cresta sottile ed esposta (III+/IV-), seguirla in grande esposizione fino alla sommità (spit), scendere leggermente e proseguire qualche metro per la cresta affilata (III). Sostare comodamente su uno spit (45 m – 1 chiodo traballante!! e uno spit).
10° tiro: salire la rampetta con fessure a destra della sosta (II/III), poi per placchette con fessure appoggiate (II/III-) fino alla sosta su uno spit (40 m).
11° tiro: salire a destra della sosta e prendere la rampetta che sale (II/III-) con un passo più impegnativo in corrispondenza di un chiodo (IV-). Sosta comoda su uno spit (50 m – 2 chiodi).
12° tiro: traversare due metri a destra, poi verticalmente per placche con belle fessure (III/IV sostenuti) fino alla base della parete compatta e verticale. Uscire a sinistra fino alla cresta dove si sosta su uno spit (50 m – 2 chiodi).
13° tiro: salire la fessura a sinistra della sosta con passo delicato iniziale (IV+), poi verticalmente per belle placche fessurate (IV). Superare una nicchia con un chiodo vecchio e seguire le placche molto belle e appigliate (IV-/IV). Superare una sosta a spit e raggiungere più facilmente la vetta. Sosta sulla sommità su due spit e cordini (45 m – 1 chiodo, 1 spit, 1 sosta intermedia – 4 h dall’attacco).
Calarsi in doppia leggermente a destra (guardando giù) della linea di salita per placca verticale fino a una cengetta con sosta a spit (poco meno di 30 m). Calarsi nuovamente per 10/15 metri, poi prendere la rampetta a sinistra (guardando la cima) che sale (I/II) fino a una più ampia cengia erbosa sul lato Sud del Badile. Scendere un metro e raggiungere un comodo terrazzino. Proseguire lungamente sulla cengia poco sotto il filo (passi di I e II), quindi sul filo (II) fino a una zona di blocchi più verticali.
Scalarli con arrampicata faticosa (III), poi spostarsi sul lato sinistro della cresta (Sud) per cengette. Risalire in cresta e spostarsi sul lato nord per cengia (possibile neve!) fino alla base di un torrione molto strapiombante verso la parete Nord (foto a destra) conviene procedere a tiri.
1° tiro: salire a destra per paretina fessurata su buoni appigli (III+), poi salire verso sinistra riportandosi in cresta per spaccatura – camino. Seguire la cresta con bella arrampicata su roccia compatta ed esposta (IV) fino a sostare alla sommità a friend, all’inizio di una cengetta verso sinistra (45 m – no chiodi).
2° tiro: seguire facilmente la cengia verso sinistra (I) puntando a dei diedri, sostare su 2 chiodi vecchi e cordoni (15 m – no chiodi). E’ presente anche uno spit 5 metri sotto la sosta a chiodi.
3° tiro: salire verticalmente sopra la sosta per diedro (IV), poi prendere la fessura, leggermente verso sinistra, un poco appoggiata. Raggiungere un tratto più verticale con roccia rotta (IV) e uscire su terreno appoggiato e sfasciumoso. Sostare a piacere su spuntoni (50 m) alla base della chiara parete verticale.
Seguire l’ampia cengia verso sinistra (I/II) quindi raggiungere la cresta sommitale (I/II) e in breve la vetta del Pizzo Badile (7 h dall’attacco).
DISCESA
Per la via normale del Pizzo Badile (PD+), disarrampicando (ometti e qualche bollo) o seguendo le numerose doppie attrezzate. Dalla cima scendere verso il Bivacco, non raggiungerlo ma prendere il canalone a destra (possibile neve). Scenderlo per tracce senza difficoltà con un ampio tornante costeggiando delle placche. Raggiunto un anello cementato, scendere il caminetto (I/II, possibile doppia) poi tenersi sulla crestina di roccia compatta (II), infine rientrare nel diedro (I/II) e raggiungere una comoda terrazza con una sosta attrezzata sul filo della cresta (evidente pinnacolo). Scendere a sinistra, guardando giù, (II), poi per placche costeggiando un muretto a destra e l’ampio canalone con roccia levigata a sinistra (sempre guardando in basso). Riconquistare il filo dello spigolo per comoda cengia con bolli rossi e seguirne il filo esposto (II), poi scendere traversando a sinistra (guardando in basso) per cenge (passo II+) fino a raggiungere un ampio canalone incassato. Seguirlo lungamente (I – alcune soste con cordini) fino a evidente cengia sulla destra. Prenderla in salita verso destra, ampia ma esposta, quindi disarrampicare verticalmente (I) e raggiungere una croce. Scendere a sinistra per lo stretto caminetto (II+/III-), superando l’ultimo tratto liscio con l’aiuto di una corda fissa. Prendere la rampetta verso destra che riporta in cresta (dalla croce possibili doppie dirette).
Seguire facilmente la cresta, quindi scendere verso destra per un sistema di cenge fino alla base (I/II). Se ci si sposta troppo a destra si finisce su delle placche non facili e poi su dei diedri verticali di ottima roccia (III/IV).
Raggiunto il nevaio rientrare al Rifugio Giannetti seguendo la traccia a ometti nei ghiaioni (2/3 h dalla vetta). Dal Rifugio per sentiero ai Bagni di Masino (2/3 h dal Rifugio).
OSSERVAZIONI
Via molto bella, assolutamente meritevole. Cambinata con la traversata al Badile per la cresta Est è una gran bella salita varia, mai difficile, in ambiente grandioso sempre su ottima roccia. La salita è lunga e poco attrezzata e bisogna avere una certa dimestichezza ad arrampicare sul “facile” con poche protezioni per rientrare nei tempi. Dalla Punta della Sertori è comunque possibile scendere con una serie di doppie attrezzate. La traversata al Badile è complessivamente più impegnativa della Marimonti per l’ambiente severo, l’assenza di un vero e proprio percorso logico da seguire e la totale assenza di protezioni. La discesa dal Badile non è banale, disarrampicando ci vuole una certa dimestichezza a scegliere il percorso migliore, con le doppie attrezzate in abbondanza si raddrizza la discesa. Potrebbe essere consigliabile rimanere a dormire una notte in più al Rifugio Giannetti invece che scendere direttamente ai Bagni di Masino.

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