Il Pizzo di Loranco o Mitterlück è una cima di 3363 metri sulla cresta di confine fra Italia e Svizzera, che in questo tratto – compreso fra il Monte Rosa e il Passo del Sempione – segue un andamento da Nord a Sud. A Est della vetta si distacca un lunghissimo sperone, che affonda le sue radici di granito direttamente nei pascoli dell’alta val Loranco; alla sua base, piccolo puntino arancione, si trova il bivacco Cai Varese, ideale punto d’appoggio per la salita dello sperone, conosciuto anche col nome evocativo di Cresta del Lago Maggiore.
Si tratta di una via lunga quasi 1000 metri, dove l’arrampicata è piuttosto discontinua e la linea da cercare: molti i tratti erbosi o di I° e II° grado, anche se mano a mano che si sale le difficoltà e l’esposizione crescono e di fatto si arrampica a tiri. L’ambiente severo e maestoso è di certo il punto di forza della via: se si è abbastanza fortunati da non trovare la nebbia, frequente da queste parti, si godranno colpi d’occhio indimenticabili sul Pizzo Andolla e il Lago Maggiore, che scintilla dietro gli speroni rossastri di granito. Una salita dal gusto d’altri tempi, fra le più classiche dell’Ossola, imperdibile per gli amanti del genere.
Prima salita: A. Bonacossa e A. Ravel il 15 luglio 1918 con aggiramento del risalto finale
Prima ascensione integrale: Robert, Otmar e Quirin Zurbriggen il 22 settembre 1947
Prima invernale: Franco Fontana e Benito Giovannone il 1 marzo 1976
PIZZO DI LORANCO (3363 m) – SPERONE EST/CRESTA DEL LAGO MAGGIORE

Da destra il Pizzo di Loranco con il tracciato della Cresta del Lago Maggiore, il Pizzo Bottarello e il Monte Cimone
INFO TECNICHE | |||
---|---|---|---|
Data Uscita | 12 - 13 agosto 2017 | Compagni | Federico Rossetti, Luca Castellani |
Itinerario | Salita al Pizzo di Loranco per lo Sperone Est o Cresta del Lago Maggiore | Zona Montuosa | Alpi Pennine Orientali (Gruppo Andolla-Sempione) |
Tempo e distanza | 14/16 h (4/6 h la via) | Dislivello | 1900 m (circa 600 m la via) |
Località di Partenza | Alpe Cheggio | Quota partenza e arrivo | 1507 m - 3363 m |
Difficoltà globale | D-/D poco continuo | Difficoltà tecnica | Su roccia, max V-. Spesso I/II°. Passi di III° e IV°. |
Chiodatura | Qualche chiodo lungo la cresta, due soste attrezzate | Materiale | Una mezza corda, una serie di friend, martello e qualche chiodo consigliato. |
Tipologia arrampicata | Cresta, varia (placche, diedri). | Roccia | Granito buono. Qualche tratto necessita attenzione. |
Segnavia | Sentieri CAI SFT, C27, GTA | Libro di vetta | - |
Punti d’appoggio | Bivacco Varese, Rifugio Andolla | Acqua | Due fontane nell'avvicinamento al Rifugio Andolla e al rifugio |
Cartografia utilizzata | - | Bibliografia utilizzata | Le più belle vie di roccia dell'Ossola. A. Paleari GMI Andolla Sempione |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Si, lunga salita in ambiente! |

INDICAZIONI STRADALI
Da Milano salire al Lago Maggiore e imboccare la Val d’Ossola. Uscire dall’autostrada all’uscita Villadossola e seguire le indicazioni per la Valle Antrona. Raggiungere Antronapiana ed attraversare il paese (tenendosi a destra). La strada diventa ben presto stretta e si prosegue per circa 7 km con numerosi tornanti fino alla località Alpe Cheggio (1507 m). Proseguendo, al termine della strada si lascia la macchina nell’ampio parcheggio in prossimità della diga del lago Alpe dei Cavalli.
AVVICINAMENTO
Dal parcheggio imboccare il sentiero (indicazioni Rifugio Andolla), attraversare la diga e proseguire sul versante orientale del lago. Si incontra presto una fontana e si prosegue con qualche saliscendi fino a lasciarsi alle spalle il lago. Si attraversa un ponticello e si inizia a salire ripidamente fino a delle baite, Alpeggio Scanach, e un bivio dove si ignora il sentiero che si stacca a destra. Proseguire in falsopiano (1578 m, fontana) su pascoli costeggiando il torrente fino a quando la valle si stringe. A un nuovo bivio tenersi a destra sempre seguendo le indicazioni per il rifugio e iniziare la salita vera e propria che in poco meno di due ore dalla partenza porta al rifugio (2057 m, 1.30/2 h).
Dal rifugio seguire le indicazioni per il Bivacco Varese, cominciando subito a salire per ripidi prati. Dopo un’oretta di cammino lasciarsi a destra la deviazione per il Pizzo Andolla, e proseguire lungo l’unico sentiero segnato che procede a mezzacosta in leggera salita. Ad un bivio (indicazioni su masso) tenersi a destra e raggiungere infine il bivacco (2633 m a poco meno di 2 h dal rifugio, 4 h da Alpe Cheggio).



Federico, il bivacco e la primissima parte della Cresta del Lago Maggiore. Sullo sfondo la cresta Pizzo Bottarello – Monte Cimone.

RELAZIONE
Dal bivacco attaccare la cresta mantenendosi sul lato sud (sinistro) e salire per prati e cenge ripide senza via obbligata fino ad individuare una rampa erbosa ascendente a destra che porta sul filo di cresta. Tenersi alla sua destra o sul filo e raggiungere una placca obliqua a sinistra con fessure con a destra un evidente diedro appoggiato dove iniziano le difficoltà.
Al medesimo punto si può giungere salendo i ghiaioni sul lato nord poco prima di raggiungere il bivacco.
1° tiro: NON salire il canaletto/diedro ma attaccare un evidente fessura sulla placca alla sua destra. Salirla con bella arrampicata (IV-/III+). Al suo termine superare un diedro (IV) con un po’ di erba sul fondo. Uscire su terreno delicato verso destra e raggiungere una cengia dove si sosta su due chiodi (40 m). Doveva esserci un chiodo nel diedro, noi non lo abbiamo trovato.
2° tiro: salire la rampa ascendente verso sinistra senza particolari difficoltà (I/II) fino ad uscire sul filo. Sostare su masso incastrato, fettuccia verde dimenticata da noi (30 m).
Salire per erba e roccette (passi di I e II) sempre sul lato sinistro della cresta fino alla base di un risalto.
3° tiro: salire per via non obbligata, mantenendosi a sinistra, per una fessura con roccia lavorata (III) quindi per un diedro camino (III+) che porta sul filo dove si sosta su spuntoni (50 m).
Procedere dunque prima lungo il filo (I), poi continuare sul lato destro per cenge erbose, quindi risalire sul filo per diedrini (II/III) puntando a un gendarmino con roccia dal colore arancione sul lato sinistro.
Raggiungere il filo nei pressi di un bel terrazzino panoramico. Spostarsi sul lato meridionale (sinistro) per cenge erbose, quindi risalire sul filo per placche o canaletti su terreno non obbligato (II/III). Seguire il filo fino a quando diventa molto affilato. Scendere sul lato Nord per diedrino fino a un cordone (II, eventualmente doppia attrezzata a chiodi), poi doppiare uno spigoletto con passo esposto e proseguire facilmente sul lato settentrionale. Riguadagnare la cresta, superare un caratteristico intaglio e portarsi alla base di un tratto più ripido dove la cresta forma degli strapiombi a destra.
Altre relazioni consigliano di calarsi sul lato meridionale, quindi proseguire per cenge (non verificato).
4° tiro: spostarsi a sinistra ed attaccare una placca, passaggi delicati (IV), quindi per una fessura si raggiunge la sosta un poco scomoda su uno spit e un chiodo (50 m).
5° tiro: salire lungo la bella lama a destra (IV-), quindi per rampetta (1 spit) ed uscire verso sinistra per rampetta/diedro con fessura (III+/IV-) fino ad uscire in cresta dove si sosta su spuntone (40 m, 1 spit).
Procedere in conserva o slegati per la cresta a blocchi tenendosi con percorso non obbligato su uno dei due lati, sinistro consigliato (passi II/III). Riguadagnare la cresta per caminetto (III/III+) e seguirla, abbastanza affilata, fino alla base del salto terminale.
Qui è possibile abbandonare lo sperone percorrendo un sistema di cenge sul lato meridionale (itinerario 1° salita Bonacossa) fino a raggiungere la Cresta Sud.
Continuare direttamente sul filo (I/II) fino a quando diventa più stretto e attrezzare una sosta su spuntone.
6° tiro: tiro chiave. Proseguire ancora sul filo di bella roccia che diventa via via più verticale ed esposto (III/III+). Spostarsi un metro a destra ed entrare nell’evidente diedro camino. Salirlo con arrampicata impegnativa ed atletica (V-, 3 chiodi, di cui due vicini). Usciti dal diedro non seguire il chiodo in alto a sinistra ma proseguire a destra su roccia delicata fino ad uscire su terrazzino dove si sosta su spuntone (45 m, 3 chiodi).
7° tiro: traversare a destra nell’intaglio (I), salire un metro (chiodo) e traversare nuovamente su esile cengia (II). Salire ora prima verso destra poi obliquare per lame all’apparenza molto instabili a sinistra (III). Salire poi verticalmente (chiodo) e superare un passo molto delicato (IV/misto terra). Proseguire senza difficoltà a sinistra per blocchi e sostare a piacimento su spuntone/massi incastrati (40 m, 2 chiodi). Allungare bene le protezioni o in alternativa spezzare il tiro dopo la prima parte in traverso.
8° tiro: salire verticalmente su percorso non obbligato, superare delle fessure (III+/IV-), quindi salire un caminetto (III) che porta in cresta dove si sosta su spuntone (30 m).
La vetta del Mittelruck (3363 m) si raggiunge in circa 20 minuti dalla fine delle difficoltà, seguendo il crestone detritico sul lato svizzero e lasciandosi a destra due gendarmi (4/6 h dal bivacco).
DISCESA
La discesa avviene per la via normale (F+) lungo la cresta Sud. Seguendo i rari ometti e destreggiandosi al meglio fra i grandi massi non sempre stabili (passi di I e II). In genere ci si mantiene sul versante svizzero, meno ripido, ma non bisogna perdere di vista il filo. Raggiunta l’ampia spianata del Sonnigpass (o Passo del Bottarello, 3147), si imbocca la Via Ferrata del Lago, che inizialmente con esposte scale, poi con tratti di cavo lungo placche e rampe erbose, porta ad un nevaio alla base della parete. Seguire gli ometti lungo la grande pietraia fino a raggiungere i prati alla sua base, dunque traversare verso la cresta. Con una breve risalita si raggiunge il Bivacco Varese (2.30/3 dalla cima). Dal bivacco si scende al Rifugio Andolla, quindi per sentiero si ritorna all’Alpe Cheggio (6/7 h dalla cima).


Primo tiro

Nella prima parte di cresta

Cenge nella parte centrale

Il diedro ‘chiave’ della salita


In uscita dal terzo tiro, nella prima parte della cresta

OSSERVAZIONI
Salita a ‘quota contenuta’ – si arrampica tra i 2600 e i 3300 metri – ma dal sapore d’alta montagna per l’ambiente, l’isolamento, la logicità del percorso e le difficoltà tecniche tutto sommato contenute: uno degli itinerari più classici e meritevoli del gruppo Andolla-Sempione.
La salita però complessivamente è tutt’altro che semplice e necessita quantomeno di un ottimo fiuto alpinistico per imbroccare sempre la via migliore, oltre che un buon allenamento e capacità a procedere slegati e a buon ritmo sui lunghi tratti facili.
La cresta prende il primo sole al mattino. Noi siamo partiti dal Rifugio Andolla ma è consigliabile pernottare al bivacco.
- Rifugio Andolla, un viaggio nell'Ossola da riscoprire October 5, 2017
Qualche nota tecnica sul percorso:
- al primo tentativo avevamo salito il canaletto/diedro come da relazione di A. Paleari in ‘Le più belle vie di roccia dell’Ossola‘, quindi avevamo provato a salire un diedro ma sembrava tutto rotto e franato e certamente più difficile di IV+. Fatto dietro front, siamo scesi in doppia (chiodo in loco lasciato piuttosto di recente). Dopo aver letto la GMI, abbiamo seguito la giusta fessura tra le placche più a destra.
- abbiamo saltato la doppia attrezzata a circa metà via, che scendeva su placche sul versante meridionale. Il percorso da noi seguito è consigliabile quantomeno per evitare la doppia.
- nel passo ‘delicato’ della placca del quarto tiro era presente un chiodo giallo. Purtroppo mi è rimasto in mano e non avendo il martello non ho potuto ribatterlo. Il passaggio si protegge con un friend piccolo.
La via si può salire tutta con scarponi pesanti, ma un paio di scarpette può risultare utile per il primo di cordata (noi le avevamo e le abbiamo usate).
I tiri relazionati sono quelli da noi effettuati: il secondo può risultare superfluo, gli altri sono vivamente consigliati. È possibile fare qualche altro tiro nei restanti tratti più facili.
La salita rientra nella rassegna #Rifugidariscoprire 2017.
- 10 itinerari dal Rifugio Andolla September 20, 2017
CONDIZIONI E METEO INCONTRATI (13 agosto 2017)
Aveva nevicato due giorni prima della nostra salita. Ciò ci ha regalato un ambiente spettacolare ma ha reso la salita più impegnativa ed ingaggiosa.
Da metà via in su tutte le cenge, soprattutto sul lato settentrionale, erano innevate e numerosi passaggi erano bagnati. Sul lato svizzero circa 10/15 cm di fresca ci hanno fatto faticare tra i massi della normale.
Tempo splendido al mattino; da metà cresta siamo stati avvolti dalla nebbia che purtroppo non ci ha più abbandonati.


In discesa sulla ferrata

Winter time!
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