Il canalino dello Scala

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Canalino dello Scala

 IL CANALINO DELLO SCALA

di Federico Rossetti

 

 

20 gennaio 2015

Sono passati tre anni dalla mia prima volta al Canalino dello Scala, classico itinerario invernale dell’Appennino. Fu una delle mie prime salite impegnative.

Me la ricordo ancora bene. Avevo due picche classiche: una mia, un po’ più tecnica, l’altra una fantastica Cassin bella dritta, presa in prestito dalla sorella. Ai piedi portavo degli scarponi, più da escursionismo tecnico che d’alpinismo, regalatomi da un’amica di mamma. I ramponi erano dei classici 12 punte. L’abbigliamento non era dei migliori: il pezzo forte erano certamente dei bei pantaloni tecnici della Montura, ne ero sempre stato fiero durante i corsi di Alpinismo Giovanile ma ormai avevano dieci anni e qualche buco. I guanti erano della Decathlon, un modello particolare, ci si poteva soffiare dentro attraverso un apposito buco (la trovata però si è rilevata pessima, ogni volta che stringevo le picche, la plastica tirava facendo veramente male!). Il casco lo avevo dimenticato e in testa avevo due cuffie, una mia e una gentilmente donatami da Alberto.

Fu una gran bella salita, faceva molto freddo e non c’era tanta neve in giro ma il canale era in ottime condizioni. Il tiro chiave lo feci io, la cascata era ben formata ma non sapevo bene come fare, non avevo mai fatto nulla del genere e le punte dei miei ramponi, malamente fissati agli scarponi, non entravano dritte. Mi arrangiai come meglio potevo e salii con una strana tecnica a diedro utilizzando le punte laterali. Alberto da sotto mi guardava non molto convinto, chiedendomi se ero sicuro di voler proseguire. Colpito nell’orgoglio, continuai la salita raggiungendo la sosta molto soddisfatto di me stesso.

Quest’anno, alla prima occasione, con un minimo di neve in giro decidiamo di andare allo Scala. Il pensiero fu “tanto ci sono gli spit, in qualche modo saliremo pure”.

All’attacco sono agghindato di tutto punto: scarponi, ramponi e picche tecniche, abbigliamento e guanti adeguati. In testa ho uno di quei nuovi caschi leggeri e pure una videocamera. Solo i rinvii sono gli stessi. Al nostro Canalino, però, non gliene frega proprio nulla, anzi, forse si è pure irritato da tanto “luccichio”, da tanta “sfacciataggine” e dai nostri stupidi discorsi sulla sua eccessiva gradazione e sui suoi poco etici spit.

 

 

 

Monte Scala

2° tiro : cascata

 

Il Canalino dello Scala

All’attacco


Monte Scala

Uscita in cresta (foto A. Piazza)


Questa volta parto io e lascio ad Alberto il tiro diffcile. A parte il divertente passaggio del masso incastrato, la lunghezza è una vera e propria agonia. Sfondo a ogni passo e a un certo punto mi ritrovo in una sorta di buco da cui non riesco più a uscire. La neve è farinosa, le mie stupidissime picche tecniche non brancano nulla. Penso a tornare indietro, poi ci ripenso, la cascatella là in alto sembra abbastanza formata, devo arrivarci per forza. Mi impegno a fondo in un “nuoto verticale” nella neve e in qualche modo arrivo alla sosta. Il tiro dopo va Alberto, raggiunge il tratto verticale della cascata e inizia ad ingaggiare la “lotta”. Ormai lo conosco, da come si muove intuisco se è in difficoltà, metto via la macchina fotografica e inizio a osservarlo a fondo mentre gli faccio sicura. Procede piano come sui tratti duri, non ne capisco il motivo, credevo che sarebbe stata una passeggiata con le nostre nuove picche, i ramponi da cascata e tanta esperienza in più. Come fa ad essere ancora così insidioso questo Canalino? Con questi dubbi nella mente parto anch’io ed incappo nelle medesime difficoltà, c’è poco ghiaccio, tanta schifezza e la pseudo cascatella sembra voler crollare al primo colpo di rampone. Salgo con circospezione, i movimenti non sono fluidi come mi sarei aspettato, il divertimento è zero. Esco dal tratto finale di misto, bello contento, rimuginando su come fossi stato bravo tre anni fa con quelle picche dritte e un’attrezzatura “medievale”.

Rifletto e arrivo alla conclusione che forse nelle stesse condizioni tre anni fa non saremmo passati. Mi piace di più però pensare che il canalino mi abbia voluto dare un insegnamento, una piccola lezione: mai snobbare nulla in montagna, una via difficile resta difficile nonostante l’attrezzatura si evolva, nonostante gli spit, nonostante l’esperienza. Io la accetto volentieri e la prossima volta che mi presenterò alla sua base guardando in alto, magari da solo, una cordicina probabilmente me la porterò

 

Il Canalino dello Scala

1° tiro

Il Canalino dello Scala

Uscita


 

 

Scritto da

REDclimber

FEDERICO ROSSETTI: Scalo, fotografo, racconto. Esperto di social media e comunicazione digitale, racconta le sue salite in montagna sul blog redclimber.it che ha fondato nell’autunno del 2012. In montagna muove i primi passi tra le cime dell’Appennino Settentrionale dove ha aperto nuove vie su roccia e ghiaccio. Vive le terre alte spinto dalla voglia di ricerca, riscoperta e avventura. Si dedica a raccontare le montagne dal blog alle pubblicazioni editoriali. Uno dei suoi progetti è « Vie normali Valle d’Aosta », salire tutte le 1226 cime della Valle d’Aosta e pubblicare una collana di 8 guide escursionistiche – alpinistiche. Nel 2020 ha fondato Mountain Communication, un’agenzia di comunicazione che si occupa di valorizzare realtà legate al mondo della montagna.

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