Mentre l’inverno meteorologico ha le ore se non i minuti contati e le bufere di vento e neve imperversano sulle cime più alte del nostro Appennino, è tempo di un primo bilancio della stagione fredda sulle piccole cime tra Emilia e Toscana. Spunto per questa nuova storia appenninica sono le nuove e difficili salite sulle sponde del Lago Santo Modenese dei liguri D. Damato, A. Biffignandi, G. Campanella e D. Carabelli. Ma come tutti i racconti che si rispettano anche la nostra storia parte qualche tempo prima… erano i freddi giorni di gennaio quando i soliti, chiamiamoli ‘appassionati d’Appennino’, iniziarono a battere le strette valli alla ricerca di flussi ghiacciati e di nuove linee sulle sgangherate pareti di erba e macigno. Dalla Cascata del Lago Scuro, piccola e facile cascata incastonata tra le rocce dei Lagoni nell’Appennino parmense presa d’assalto come poche altre, alla nuova via Dalla Nebbia alle Nuvole dei soliti Alpinisti del Lambrusco sulla parete del Rondinaio, all’interessante Misto Inferno del sottoscritto e compagni allo Scalocchio, le premesse per un inverno da ricordare erano ottime. Ma vera protagonista, oltre al ghiaccio della prima parte dell’inverno, è stata la NE dell’Alpe di Succiso che si è presentata in fantastiche condizioni scottish style con poca ma perfetta neve e tanto ghiaccio a ricoprire ogni cosa. Le sue foto hanno destato più di un interesse e qualcuno è venuto anche da lontano a saggiare questo strano appennino che ricordava posti ben più rinomati e, probabilmente, non è restato deluso! Parlare di vie alla NE è riduttivo, qualche anno fa quando trovammo la parete in condizioni simili, battezzammo la via più logica Via Anni ’70 in memoria di chi prima di noi ci aveva sicuramente preceduto su queste ripide strisce di neve. Chi invece quest’anno ha salito la NE ha seguito strade diverse lungo placche ghiacciate, piccoli diedri di neve, improbabili camini e muri di erba e ghiaccio guidato solo dal piacere di questa neve fantastica.
Il sogno del ghiaccio però è stato bruscamente interrotto dal dispettoso marino che certo contribuirà al buon sapore dei nostri prosciutti ma in poche ore ha riportato allo stato liquido quasi tutte le magiche costruzioni di ghiaccio. Cade anche un po’ di neve sulle cime e il clima passa rapidamente dal freddo inverno a quello dei primi giorni di aprile. Ma quando i giochi invernali sembrano ormai trascinarsi verso la loro naturale conclusione arriva il piatto forte del nostro racconto. Prima protagonista la parete NE del Rondinaio nell’Appennino modenese dove i tre spezzini D. Damato, A. Biffignandi e G. Campanella firmano la prima salita di Angeli del ghiaccio, un’impegnativa linea diretta alla croce che dedicano ai quattro ragazzi deceduti pochi giorni prima su una cascata di ghiaccio a Gressoney (Antonella Gallo, Fabrizio Recchia, Mauro Franceschini e Antonella Gerini). Devo ammettere che anche il sottoscritto guardando le foto dell’ottima nuova guida Appennino di neve e di ghiaccio Vol.2 (M. Barbieri, N. Roncaglia e G. Santunione) si era chiesto come mai quella linea fosse ancora lì ad aspettare i primi coraggiosi e un appuntino me l’ero fatto! Passano pochi giorni e fioccano le prime ripetizioni della vicina e difficile via Viva Rotari a poco più di tre anni dalla prima salita di M. Barbieri, F. Tardini e N. Vernazza il 26/01/2014, nell’ordine M. Colò e G. Cotelli il 21/02 e D. Peruzzi e N. Andreini il 26/02. Negli stessi giorni la cordata emiliana G. Codeluppi, D. Iotti ripete in parte la nuova via Angeli del ghiaccio uscendo a sinistra e realizzando un’interessante variante riempiendo forse l’ultimo spazio libero di questa bella parete.
Ultimo (per ora) capitolo è la prima salita della difficile ‘Ghiaccio ad ogni costo‘ al bacino del Lago Baccio sempre nell’Appennino modenese di D. Damato, A. Biffignandi e G. Carabelli che avevano adocchiato questa linea la settimana prima in discesa dal Rondinaio. Via dalle emozioni forti e contrasti che si può riassumere con le parole di Alessandro ‘mi aspettavo che il blocco cedesse di lì a poco..alla fine ci ha retti tutti e tre..con qualche pezzetto che ha ceduto ad ogni passaggio..‘. Salita breve ma particolarmente impegnativa che oppone passaggi su ghiaccio strapiombante tra quinte rocciose di roccia poco solida che forse sposta un po’ più in là le difficoltà delle salite appenniniche che fino ad ora non avevano visto nulla di particolarmente ‘estremo’ e che merita di essere ripetuta in condizioni migliori!
Prima di salutarci qualche piccola informazione di servizio per chi abbia letto queste parole e non abbia mai messo piede in Appennino Tosco-Emiliano. Le montagne sono piccole, le vie brevi, le condizioni da cogliere, l’ambiente mai severo, le difficoltà decisamente non estreme MA alla fine quello che conta è lo spirito che ci spinge a salire dove nessuno ha mai osato prima e che ci fa vivere vere avventure sulle montagne di casa sull’orlo dei 2000 metri. E come sempre, chi cerca trova!
e una piccola anteprima della prossima puntata…
certe giornate hanno bisogno di essere assaporate, metabolizzate e alla fine raccontate. Senza fantasia partiamo con una piccola anteprima dall'inizio del viaggio sui primi metri dello sperone e probabile nuova via, per ora senza nome (ci stiamo lavorando 😉 ), al Sassofratto in Appennino Tosco-Emiliano. Buona Montagna #iceappennino #neverstopexploring #redclimber
Posted by REDclimber.it on Sunday, February 26, 2017
Seguono le relazioni delle salite.
RONDINAIO (PARETE NE) - VIA "ANGELI DEL GHIACCIO" D.DAMATO, A.BIFFIGNANDI, G.CAMPANELLA (19/02/2017) (180 m, TD+ 75/80° NE)
L1: si sale il conoide nevoso in centro parete (come per la via Pesi) sino alla prima fascia rocciosa e si sosta sul margine destro di quest’ultima (1 vecchio chiodo con cordino presente) 60 metri, 50/55°.
L2: superare direttamente le rocce tramite un breve salto ghiacciato e puntare la seconda fascia rocciosa; costeggiarla sulla sinistra sino a raggiungere l’ingresso di un poco marcato canale 45 metri, 60/65°, presente vecchio chiodo di sosta.
L3: fino a qui la via presenta dei tratti in comune con la classica via Pesi che ora piegherebbe decisamente a sinistra sfruttando le debolezze della parete; si prosegue invece diritti puntando inizialmente un canalino chiuso da evidente diedro. Non raggiungere il diedro ma ben prima,deviare a destra in aperta parete su terreno ripido; si va a sostare alla base dell’ultima fascia rocciosa che precede la cuspide sommitale in prossimità di un diedro/placca che sale verso destra; sosta da allestire, circa 50 metri, 65/70° usato un chiodo di via poi tolto.
L4: tiro chiave; salire ora il diedro con andamento leggermente obliquo da sinistra verso destra, inizialmente appoggiato poi via via più verticale; sorpassata una placca si giunge ad un pulpito erboso che precede l’ultimo breve risalto; superarlo (tratto con roccia delicata) e proseguire su neve per pochi metri sbucando direttamente alla croce di vetta dove si sosta. 30 metri, 75/80° prevalentemente in dry tooling (possibilità di diversi agganci in fessura e su buone zolle di terra, utili warthog), lasciato un chiodo prima del passo chiave.
RONDINAIO (PARETE NE) - VARIANTE CODELUPPI-IOTTI alla VIA "ANGELI DEL GHIACCIO" G. CODELUPPI, D.IOTTI (25/02/2017) (180 m, TD 75/80° NE)
L1: si sale il conoide nevoso in centro parete (come per la via Pesi) sino alla prima fascia rocciosa e si sosta sul margine destro di quest’ultima (1 vecchio chiodo con cordino presente) 60 metri, 50/55°.
L2: superare direttamente le rocce tramite un breve salto ghiacciato e puntare la seconda fascia rocciosa; costeggiarla sulla sinistra sino a raggiungere l’ingresso di un poco marcato canale 45 metri, 60/65°, presente vecchio chiodo di sosta.
L3: sino a qui la via presenta dei tratti in comune con la classica via Pesi che ora piegherebbe decisamente a sinistra sfruttando le debolezze della parete; si prosegue invece diritti puntando un canalino chiuso da evidente diedro.
Variante Iotti-Codeluppi: salire l’intero canale(50/55°) e raggiungere il diedro dove attrezzare sosta (1 chiodo più 1 friend entrambi tolti). 40 mt
L4: abbassarsi qualche metro dalla sosta, procedere lungo evidente cengia nevosa che obliqua taglia i salti rocciosi verso sinistra. Risalire dunque uno strapiombante passaggio tra due protuberanze rocciose (3 mt), passando tra esse aggirare a sinistra il prossimo dente roccioso (passaggio chiave TD molto poco proteggibile) puntare quindi all’evidente canalino nevoso che porta in cresta (10 mt a sinistra della Croce di vetta). Sosta su spuntone con cordino appena uscito dal canale. 30 mt
BACINO DEL LAGO BACCIO (EST) - VIA "GHIACCIO AD OGNI COSTO" D.DAMATO, G.CARABELLI, A.BIFFIGNANDI (26/02/2017) (200 m, TD+/ED- 90° E)
AVVICINAMENTO: come per il canale sinistro alla Grotta Rosa; la via è la prima evidente goulotte situata tra questo e la via Misto Rossi, incassata fra severe quinte rocciose.
L1: portarsi all’attacco del conoide basale,risalirlo e senza percorso obbligato entrare nell’orrido roccioso che caratterizza la via; mantenere la sinistra e con pendenza crescente raggiungere l’evidente nicchia posta sotto una fascia strapiombante; 100 metri, 60°, presente sosta su chiodi con cordino e maillon.
L2: usciti a destra dalla nicchia si sale fino ad incontrare dopo poco un primo breve risalto verticale con ghiaccio delicato; superatolo si prosegue a destra su bella colata per svariati metri poi si piega leggermente a sinistra sino a guadagnare un pulpito alla base di due diedri/golulotte più verticali; qui si può scegliere se salire la goulotte di destra oppure seguire il diedro di misto a sinistra; entrare nel diedro con passo delicato, all’inizio appoggiato poi via via più verticale e stretto sino ad uscire in una caratteristica grotta alla base del tiro finale; 45 metri,75/80°, roccia orribile e scarse possibilità di protezione (quasi indispensabili warthog), sosta interamente da attrezzare nella grotta.
L3: dalla grotta spostarsi due metri a destra e salire il diedro sovrastante con ghiaccio verticale e strapiombante per circa una decina di metri (possibilità di agganci in fessura) poi la pendenza diminuisce e si prosegue per goulotte sino al pendio sommitale; 45/50 metri, 90°, sosta da attrezzare su pendio sommitale, usati due friends e warthog;
NB: tutto il materiale, sia alle soste che lungo i tiri è stato portato via; per una ripetizione portare una bella selezione di chiodi, warthog, due/tre friend medio – piccoli ed un paio di viti corte;
Angeli del Ghiaccio e Ghiaccio ad ogni costo, foto e relazione A. Biffignandi
Variante Iotti-Codeluppi, foto e relazione D. Iotti
Cronistoria dell’inverno appenninico 2016/2017:
26/01 Ghiaccio o neve? Dubbio amletico in Appennino – Condizioni neve e ghiaccio Appennino Tosco Emiliano
20/01 Cascate bye bye, è arrivata la super neve! – Condizioni neve e ghiaccio Appennino Tosco Emiliano
13/01 BRRRR Condizioni neve e ghiaccio in Appennino Tosco Emiliano – Focus Cascate di ghiaccio
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