PROLOGO
Sono passati cinque anni da quando ho iniziato a scrivere su un blog, e più o meno gli stessi da quando girovago per le cime, alpinisticamente parlando. Sono piuttosto volati. Ho consegnato pizze, aperto qualche via invernale in Appennino, consegnato lettere, salito qualche bella cima sulle Alpi, fatto una capatina di un paio di mesi in Canada, e non ho avuto mai particolarmente il tempo o la voglia di guardarmi indietro.
PRIMO TEMPO: C’ERA UNA VOLTA…
L’inizio è stato fantastico. Era un mondo nuovo, ero contento solo a essere là tra i monti. Mi bastava usare una corda per sentirmi bene. Ogni giorno era una scoperta, un nuovo pianeta da esplorare.

Sul Canale Matteo in Appennino (Prima salita, 2013)
Con i miei primi soldi guadagnati a consegnare pizze mi sono comprato tutta la ferraglia, molta in realtà era roba sgangherata che trovavo su internet, che credevo portasse con sé chissà quali storie, chissà quali salite. Molta la uso ancora. Ho vaghi ricordi dal liceo di qualche teoria marxista che il lavoro rende liberi o qualcosa di simile, credo che per me sia stato così. C’è stato un momento che trasformai le sere d’inverno passate a girare con il motorino rincorrendo scarsissime mance, in un allenamento per il freddo. Giravo senza guanti tra le malinconiche strade di città invase da quella nebbia bagnata e appiccicosa che si attacca ad ogni cosa e gela. Mai idea fu più stupida. Da solo non ce l’avrei fatta. Sono stato fortunato. Ho incontrato le persone giuste nel momento giusto. Ma soprattutto ho rincontrato l’Appennino. Un luogo semplicemente perfetto, dove, credendo di fare quello che volevo, come lo volevo, quando lo volevo, sono finito, arraffando quello che le piccole cime sospese tra terra e mare mi lasciavano libero di fare, a passare le più belle giornate tra i monti.
SECONDO TEMPO: LA NORMALITÀ DI COSE NORMALI
Non so perchè ho iniziato a raccontare quello che facevo. E’ stata la naturale conseguenza. Credo fosse un inconsapevole modo di compensare quell’egoistico desiderio di salire.

Taccuino, penna e tante idee
Condividere emozioni, rincorrere storie, mostrare luoghi meravigliosi era parte del gioco. Un gioco sincero dove ogni partita era fatta di vie, relazioni, gradi, persone, avvicinamenti, storie, impressioni, dislivelli, attimi, fotografie, ricordi, emozioni. Salivo, scrivevo, salivo, scrivevo. Una sequenza tanto naturalmente perfetta quanto scandita da azioni e gesti metodicamente tutti uguali, ma dai frutti inevitabilmente tanto diversi. Le relazioni erano diventate quasi più importanti della scalata stessa. Erano parte e fine di essa. Mentre arrampicavo talvolta mi perdevo a vagare tra le parole, immaginavo come raccontare questo passaggio, quel tiro, quella via. Non credo che mi perdessi nulla. Ci sono momenti che mi abbandono completamente all’arrampicata, veramente pochi in realtà – per la maggior parte del tempo guardo il vuoto sotto di me o dove piazzare la prossima protezione – ma è solo quando arrampico trovando le parole giuste per raccontare quel fermo immagine che rappresenta l’attimo di una scalata che mi sento veramente completo. [spacer height=”1px”]
Le relazioni sono diventate il mio modo di ringraziare di essere lì, uno strumento che consenta ad altri di avere la possibilità di sentire qualcosa di simile. Un guazzabuglio di parole e immagini, un sincero e silenzioso invito a tracciarsi la propria strada nella neve profonda.
EPILOGO
Non sono mai stato ossessionato dai gradi, ancora oggi sono piuttosto imbarazzato da chi mi chiede qualcosa a riguardo. Non ho avuto mai particolari obiettivi, volevo semplicemente andare ovunque, salire ogni cosa con le mie forze passando da una cima alla successiva.

La felicità delle piccole cose (Appennino, inverno 2018)
Ogni passo doveva essere propedeutico al gradino successivo. Saltare i gradini si può, spesso è più facile, qualche volta si inciampa. Io preferisco godermi il viaggio fermandomi su tutti i piani. Non scalavo mai in falesia, solo vie lunghe, solo montagne, solo quelle che ero sicuro di fare, dove ero sicuro non sarei mai sceso. Se questa via non la faremo oggi, tornerò domani. Era spensieratezza, era ingenuità, era il mio modo di andare in montagna. Tornare a casa era l’unica cosa importante. Ho conosciuto la morte fin da piccolo e nel profondo l’idea mi segue, silenziosa come un’ombra, rumorosa come il rombo di una valanga, tagliente come i cristalli di qualche placca cattiva su cui dondola una corda stracciata nel momento di capitolare. Poi arriva il momento in cui si presenta quel pensiero, che hai sempre scacciato nell’angolo più angusto dei tuoi pensieri, evitato come le folle in montagna, dimenticato come la più triste delle sconfitte. Ma quando rimane solo lui a galla, unico ciottolo di ghiaccio a crogiolarsi al caldo sole di maggio sulle calme acque del Lago Palo, capisci che devi affrontarlo. E così l’idea che non puoi salire ogni cosa, un po’ perché probabilmente non ne avrei mai le possibilità, un po’ perché non ne avrai mai il tempo, un po’ perché forse un giorno il braciere che alimenta la fiamma di questa avventura esaurirà la sua forza, ti corrode fino a farti smuovere e capisci che devi darti almeno un paio di obiettivi, un paio di cime da raggiungere, un grumo di storie da raccontare. Così ho preso un foglio e ho iniziato a scrivere. Ne è venuta fuori una lista, a dire la verità piuttosto lunga…. e la prima riga era «Vie Normali Valle d’Aosta».)
Il progetto «Vie Normali Valle d'Aosta» in poche parole:
Vie normali Valle d’Aosta è un progetto editoriale che prevede di salire tutte le 1000 vie normali
alle cime di questa regione, senza limiti di quote e di gerarchie, e poi tradurre l’esperienza in
una collana di 8 volumi, dove troveranno posto le relazioni tecniche, fotografie e tracciati che
descriveranno in maniera dettagliata e precisa le salite effettuate. Una collana di otto guide
escursionistiche-alpinistiche tra le più complete mai realizzate sulle montagne della Valle d’Aosta
L’idea me la propose Andrea Greci qualche anno fa. ‘Ho un progettone‘ mi disse. ‘Ok‘ gli risposi. Lo ascoltai. Era certamente una roba gigantesca. Mi piaceva. Era quello che andavo cercando da un po’. Un grande progetto facendo quello che mi piaceva: scalare, fotografare, raccontare. Poi ci pensai per bene, era una cosa veramente enorme. Rimandammo. Poi arrivò la lista… Ne tornammo a parlare e decidemmo di provarci, trasformando il progetto in qualcosa di più di una semplice collana di guide di montagna: un lungo viaggio nel tempo e nello spazio a cavallo delle cime della Valle d’Aosta. Un’innovativa sinergia tra editoria tradizionale, condivisione e partecipazione.
Da qualche giorno abbiamo lanciato il progetto e iniziato la raccolta fondi su una piattaforma di crowdfunding.
L’avventura è iniziata ma per essere realizzata ha veramente bisogno di tutti.
Sostenila anche tu con una donazione, una condivisione, un commento.
Perché sostenere il progetto? Il progetto è qualcosa di veramente grande, più di 1000 cime da salire (ogni cima sarà raggiunta, non useremo vecchie relazioni o informazioni riportate) per ottenere la specifica relazione, i consigli, le fotografie, le curiosità. L’idea è pubblicare un libro all’anno dopo le salite compiute nella stagione precedente, tra primavera e autunno, per un totale di 8 volumi. Ci siamo dati la scadenza temporale di 10 anni (che detta così fa un po’ impressione!!), considerando che per i gruppi più grandi che contano più di 200 cime una singola stagione difficilmente sarà sufficiente. Il progetto va però incontro a una serie di necessità economiche dettate dalla logistica e soprattutto dal grande impegno temporale (oltre alle salite, c’è tutta la parte di ricerca delle stesse e poi la scrittura vera e propria) e per questo abbiamo deciso di iniziare una campagna di crowdfunding (una raccolta fondi online) dove i tantissimi appassionati di montagna, escursionismo, alpinismo e Valle d’Aosta con un loro piccolo/grande contributo possono aiutarci a portare a termine questo importante progetto. In cambio del sostegno su produzionidalbasso, una serie di magliette, libri e qualche iniziativa molto particolare.
Noi siamo già partiti e presto muoveremo i ‘primi’ passi su qualche cima, non aspettate troppo .
Ogni contribuito è importante!!
Per scoprire il progetto -> www.vienormalivalledaosta.it
Per sostenere il progetto -> www.produzionidalbasso.com/project/vie-normali-valle-d-aosta-le-guide
Per seguire il progetto -> www.facebook.com/vienormaliVDA
#vienormaliVDA
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