Pronti, partenza…. Via!!

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Prima di cominciare con un piccolo resoconto dei primi giorni a Vancouver e delle relative impressioni, vogliamo raccontarvi come tutto è incominciato o meglio come abbiamo deciso di abbandonare la nostra tranquilla vita da “italiani medi” nella piatta e inquinatissima pianura padana per trasferirci, per qualche mese, dall’altra parte del mondo nella cosmopolita e dinamica Vancouver.

Innanzitutto ci presentiamo: alla tastiera (del pc…) e dietro la macchina fotografica ci sono sempre io Federico Rossetti da Parma, alias REDclimber, davanti alla macchina fotografica e con le gambe sotto il tavolo da pranzo Eleonora Aliani da Colorno, la mia compagna d’avventura e di vita. Il “contratto” prevedeva che il diario del nostro viaggio fosse scritto a quattro mani ma visto che mentre scrivo queste righe lei sta cercando dove andare domattina, temo che l’arduo compito di raccontarvi cosa combineremo in queste giornate canadesi graverà interamente sulle mie mani.

Week O - Pronti Partenza Via

Eleonora al Queen Elizabeth Park

Week O - Pronti Partenza Via

Federico ,,,


Tornando alla domanda… perchè abbiamo deciso di partire per il Canada??

L’idea è maturata due anni fa. In quel periodo Eleonora stava finendo di laurearsi mentre io consegnavo pizze e gironzolavo per i monti alla ricerca della mia strada nella vita. Pensando al futuro nasce l’idea di fare un’esperienza oltre confine. Io volevo vedere posti nuovi e imparare l’inglese, lei voleva imparare l’inglese e fare curriculum con un’esperienza all’estero e così iniziamo a pensare dove andare. Le discriminanti erano fondamentalmente due: un paese dove si parla l’inglese e un paese con le montagne. Sembra strano ma non ce ne sono tanti, anzi… comunque iniziamo a fissare l’atlante appeso nel bagno di casa mia e la nostra attenzione si focalizza subito sul Canada e su Vancouver in particolare. Dalla cartina ci sono segnate tante vette nei paraggi, si parla inglese e la città è una delle più vivibili del pianeta. Così iniziamo ad informarci su come entrare in Canada.

Non mi soffermerò volutamente su questa parte (molto noiosa) e burocratica, comunque abbiamo ottenuto un visto di vacanza/lavoro 6+6 (WHV Working Holiday Visa). Per chi fosse interessato QUESTO è il sito dove sbrigare tutte le procedure. Da quest’anno è cambiato tutto, quindi non vi possiamo essere di particolare aiuto.

Comunque a fine estate 2015 fissiamo la partenza, io volevo passare l’inverno a casa, lei preparare l’esame di stato e così decidiamo per il primo Marzo. A Gennaio prenotiamo il volo con Air France (via Klm): 673 euro a testa con un bagaglio da stiva in più. Andata Bologna – Vancouver con scalo a Parigi, ritorno diretto da New York (con l’idea di arrivarci in qualche modo,,, ). A/R da Vancouver costa qualcosa in più.

La settimana prima di partire è la volta dell’assicurazione e di preparare le valigie. Districarsi tra le assicurazioni è stato abbastanza complicato, noi abbiamo scelto per qualcosa che ci coprisse un po’ tutto, soprattutto per quel che riguardava la montagna. Alla fine optiamo per l’inglese True Traveller: 436 sterline (circa 560 euro) per sette mesi comprensivi degli sport invernali, trekking e alpinismo. Anche preparare le valigie non è stato facile, non tanto per lo spazio, ma per far entrare tutto nei 46 kg dei due bagagli da stiva. Con i sacchi sottovuoto infatti si comprime tutto ma al peso non c’è rimedio. Ne hanno fatto le spese soprattutto la mia attrezzatura da alpinismo. Alla fine ho deciso di portare: imbraghi per due, la mia picca classica compagna di tante battaglie, i ramponi tecnici, le scarpette d’arrampicata, un grigri (non chiedetemi perchè……….), il sacco a pelo invernale, lo zaino e vestiario vario. Al momento l’unica cosa utile è stato il sacco a pelo trasformato in una sofficissima e molto apprezzata coperta. Con il senno del poi avrei sicuramente speso 68 euro di bagaglio aggiuntivo visto che alcune cose qui sono piuttosto care.

Gli ultimi giorni scorrono tra saluti vari, piogge e preparativi. Poi arriva martedì 1 marzo e…. SI PARTE!


Il viaggio, ad essere sinceri, è una vera agonia (22 h da casa a casa) ma tutto sommato scorre tranquillo, fatta eccezione per un piccolo ritardo a Parigi causa passeggero malato. Il cielo è sereno e saluto gli Appennini finalmente bianchi, il passaggio sul Monte Bianco mette un po’ di tristezza, i progetti e sogni alpinistici devono attendere, poi solo nuvole fino ai ghiacci della Groenlandia e alle piatte e gelate pianure del Canada. Sulla costa occidentale e sulle sue montagne tornano le nuvole e così atterriamo in quel di Vancouver in un triste grigiore sotto una pioggerellina fine.

Non avevo mai fatto voli intercontinentali prima, comunque il giudizio su Air France è positivo. Dotazione di cuscino e pannetto durante il viaggio, cuffie auricolari e una discreta scelta di film (non troppi in italiano). Posti in classe economy relativamente comodi per una persona di 1.80 m e 65 kg quale sono io (dopo 10 ore diventano inevitabilmente scomodi). Un pasto e uno snack accettabili e self service infinito di bevande a piacere. Unico neo il gelato servito solo alla fila di destra!

 

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Imbarco

 

All’immigrazione attendiamo circa due ore di coda per attivare il nostro visto ma alla fine risultiamo promossi e abili per lavorare in Canada. Un taxi (25 $ per una decina di chilometri) ci accompagna alla nostra sistemazione, un accogliente studio nel quartiere di Riley Park.



Qui si conclude la prima puntata. Nelle prossime puntate i post della prima settimana con le impressioni sulla piovosa Vancouver e la ricerca di un tetto e soprattutto di un lavoro.

Federico e Eleonora

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Passaggio sul Bianco

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