[CANADA USA TRIP – DAY 3] : JASPER NATIONAL PARK e MALIGNE VALLEY

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Dopo il lungo trekking su e giù per la Valle delle Cento Cascate (il racconto qui) all’interno del Mount Robson Provincial Park, siamo di nuovo in viaggio direzione Jasper National Park. Il viaggio è breve, il parco dista poche decine di chilometri ma le cose da vedere nel pomeriggio sono tante e il tempo poco. Costeggiamo il Fraser River (il fiume) verso sud lungo la panoramica strada che segue la sponda settentrionale del Moose Lake. Dopo pochi chilometri siamo all’ingresso del Parco dove acquistiamo il permesso per i nostri giorni di permanenza nei parchi nazionali (prezzi, è conveniente l’opzione Family/Group che vale per un intera macchina o il Pass Annuale per chi soggiorna per più di una settimana). Dopo il gate in pochi chilometri raggiungiamo il piccolo paese di Jasper, il cuore pulsante del parco. Una delle “attrazioni” principali del luogo sono gli animali e le persone ne sono totalmente rapite da formare ingorghi lungo le strade principali alla vista di qualche quadrupede dal pelo folto. Alla vista di un cervo dalle gigantesche corna a pochi metri dal lato della strada cediamo anche noi alla tentazione e armati di macchina fotografica ci avviciniamo al grande animale. Quando però un turista dal chiaro accento americano ci si avvicina e ci chiede se era un orso e alla nostra risposta negativa rimonta in macchina senza degnare il nostro bellissimo animale di uno sguardo, fa sembrare questa nostra caccia tanto stupida quanto priva di particolare significato.

Jasper National Park

Moose Lake

Il poco tempo e il meteo turbolento ci impongono delle scelte e così, escluso qualsiasi tipo di trekking, ci lasciamo guidare dalle mete più turistiche e consigliate: il Maligne Canyon e l’omonima strada panoramica lungo la Maligne Valley. Il Maligne Canyon si trova a pochi chilometri dal paese ed è una meta molto frequentata dal facile accesso e breve giro a piedi. Personalmente non ci è piaciuto particolarmente ma una fermata la merita di certo evitando magari di percorrere l’intero trekking ma solo la prima parte che è la più interessante. Dal parcheggio il sentiero conduce direttamente al ponte sul Canyon nel punto dove raggiunge la profondità massima di 55 metri. Scendendo lungo il comodo sentiero si “toccano” da vicino le acque turbolente che ne hanno scavato le parete di calcare con forme sinuose e colori chiari. Noi siamo arrivati al quinto ponte ma si ci può fermare al terzo o al quarto senza perdersi nulla.

Jasper National Park

Una piccola cascata al Maligne Canyon

Ritornati al parcheggio continuiamo lungo la Maligne Road che si addentra nella bella valle tra le montagne che purtroppo non ne vogliono sapere di liberarsi dalle nubi. La prima fermata è il Medicine Lake, un incantevole specchio d’acqua circondato da un enorme e tetro cimitero di tronchi anneriti, lascito di un gigantesco incendio di qualche anno fa. Il lago è di notevole importanza per i suoi rapidi cambiamenti del livello dell’acqua e vanta un inesplorato sistema di grotte che lo collega al Maligne Lake. Seguiamo la strada che ne costeggia la sponda orientale per poi addentrarsi nel bosco. Al calar della sera raggiungiamo le sponde del Maligne Lake. È piuttosto tardi e siamo gli unici in giro ad eccezione di un tranquillo turista dagli occhi a mandorla che scatta fotografie con la sua immancabile macchina fotografica. Da canto nostro abbiamo solo il tempo di fare due passi sulla riva prima che il buio ci avvolga e ci costringa al ritorno. Col senno del poi il posto meritava qualche oretta in più e un giro in barca.

Jasper National Park

Maligne Lake

Alla luce dei fanali, guidando piano e con prudenza per evitare spiacevoli collisioni con animali, ritorniamo a Jasper. Vorremmo fermarci a mangiare qualcosa ma non resistiamo al pensiero di una doccia calda dopo qualche giorno e così proseguiamo verso il nostro alloggio: il campeggio Wapiti poco fuori dal paese. Il campeggio è enorme ma bisogna prenotare con anticipo perché si riempe quasi sempre durante l’estate, soprattutto nei weekend. Il ranger ci accoglie con la consuete gentilezza, ammonendoci di fare attenzione che la mattina prima un orso e un lupo gironzolavano per il campeggio ma allo sguardo un po’ terrorizzato di Eleonora ci tranquillizza dicendoci che ora sono andati via. La piazzola è bella, abbiamo anche la corrente (non servono prese particolari se non il trasformatore per le prese canadesi) e il fire pit (lo spazio dove fare il fuoco con legna inclusa). Purtroppo sono le 10 passate ed è troppo tardi per accenderlo (e scaldarci). Montiamo la tenda alla luce della frontale, doccia veloce e ci chiudiamo nei sacchi a pelo, pronti per una nuova giornata!!

–> Continua…

 

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