« Il vero alpinista è un girovago (...). Intendo chi ama trovarsi dove nessun essere umano è mai stato prima, chi si diverte ad afferrare rocce che non hanno mai sentito il tocco di dita umane, o a gradinare su per canalini di ghiaccio la cui cupa penombra è stata consacrata alle nebbie e alle valanghe (...). In altre parole, il vero alpinista è chi tenta nuove vie. (...) costui apprezza egualmente il divertimento e la gioia della battaglia. Le placche nude e spoglie, i gradini squadrati e verticali della cresta e il ghiaccio nero e gonfio del canalino sono per lui autentico alito di vita. »
Albert-Frederick Mummery

All'anagrafe e per la storia Federico Rossetti, nato a Parma il 28 luglio del 1989. Per gli amici Federico, RED, Rossa o come preferite!
Alpinista, blogger, autore (Ferrate nelle Dolomiti Centrali è la mia prima pubblicazione), fotografo e viaggiatore.
Da piccolo mi divertivo a contare i ponti e le gallerie delle autostrade e li annotavo maniacalmente su un quadernino riportando nome e lunghezza. Forse per questo qualche anno dopo mi iscrissi a ingegneria civile.
L'ingegnere però non era la mia strada e visto che la vita è una sola, certe volte bisogna inseguire i propri sogni, e così oggi:
« Salgo le montagne alla ricerca del mio posto nel mondo »
Nell'ultimo anno ho vissuto sei mesi fantastici a Vancouver in Canada e ho viaggiato ed esplorato per i grandi parchi di Canada e Stati Uniti (35 giorni - 35 fotografie).

Al cospetto dell'immenso oceando di granito della parete dell'El - Capitain a Yosemite (USA)
Io e Eleonora al Berg Lake dopo il lungo trekking tra la Valle delle 100 cascate ai piedi del Mount Robson (CANADA)


Io e Alberto in cima al Pizzo Badile
Ho da sempre un rapporto stretto con la montagna.
La ‘leggenda’ vuole che dopo esserne stato iniziato, prima da mamma e papà, poi dai tanti anni nel Corso di Alpinismo Giovanile al CAI di Parma, mi presi una pausa con i monti. Il compagno Alberto sostiene che persi le retta via per correre dietro alle ragazze. Ciò non è del tutto vero ma fa molto figo e romanza assai la nostra storia.
La verità, NON ditela in giro, è che la ragazza (Eleonora) è stata una sola e le corro ancora dietro tra una salita e l'altra. Alpinisticamente parlando furono anni bui e tormentati, tra amori fugaci, veri rimpianti e profonde illusioni ma grazie all'encomiabile persistenza del buon Alberto feci anche qualche bella salita, di grande soddisfazione per me, alpinista alle prime armi.
Oggi sorrido ripensando a quelle piccole avventure.
La prima fu la mitica Segantini alla Grignetta, battesimo di tutti gli alpinisti o presunti tali. Fu la mia prima vera arrampicata in montagna, ci impiegammo un tempo biblico e tra tiri, soste e manovre di corde raggiungemmo la vetta all'imbrunire. Seguirono la 'quasi tragica' e fallita, almeno per me, salita all'Adamello dove dovetti rinunciare alla vetta per sopraggiunta fine della benzina, tanto qual era il mio allenamento e la bella e poi neanche tanto banale via Cerana al Caré Alto dove mancammo le doppie e ci ritrovammo in bilico su un'improbabile parete ghiacciata..
Quelle spensierate giornate alla scoperta di un mondo nuovo e misterioso stavano già smuovendo qualcosa dentro di me ma solo due veri pilastri riuscirono a rompere definitivamente quel muro invisibile: Bonatti e il Monte Bianco. Non c'è tanto da dire, lessi lo spettacolare "Montagne di una vita" del mito Walter e salimmo la Cresta di Rochefort con gran vista sul Gigante. Da quel momento tra me, l'alpinismo e la montagna furono solo rose e fiori: una salita tira l'altra, una cima la successiva, in un vortice di emozioni senza fine.

Io e la "sorellina" di ritorno dall'avventurosa salita alla Cresta SE della Cima Campelli (Val Vigezzo)

In apertura sul Canale Matteo (Appennino Settentrionale)
Perché mi piace e mi è sempre piaciuta.
Perché là, in alto, sto bene.
Perché montagna è ricerca della via migliore.
Perché mi piace faticare, spremermi nella salita e gioire in cima.
Perché è una sfida con me stesso in cui l'unica regola è tornare a casa.
Perché mi piace non dipendere da nessun altro.
Perché mi regala gioie, emozioni e soddisfazioni uniche.
Perché montagna è avventura.
Perché mi piace contare solo sulle mie braccia e gambe.
Perché montagna è spingersi nell'ignoto dove nessuno ha osato prima.
Perché mi piace collezionare vette, vie e salite.
Perché mi piace stare da solo o con poca/pochissima gente intorno.
Perché vivere la montagna mi fa crescere nel fisico e nello spirito.
Perché mi piace vedere, fotografare ed esplorare posti nuovi.