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Luca Ziliotti – Il matematico

Classe 1987, matematico, scialpinista e alpinista della domenica. E’ l’uomo della battuta pungente, della precisazione, degli zero compromessi e del sorpasso facile. Ama la bella arrampicata, le vie comode e la bella roccia. Cultore della tecnica, non cerca la performance ma l’estetica del gesto. D’inverno si dedica allo scialpinismo e al freeride mentre in estate predilige le vie normali sulle grandi montagne delle Alpi. Il capello lungo, gli occhiali fluorescenti, i jeans corti e gli smanicati sono il suo look quotidiano, senza dubbio il più cool del gruppo! Attualmente si preoccupa di mantenere sempre perfetti raggio e circonferenze dei nostri dolci di Natale preferiti nella città che fu di Romeo e Giulietta e si allena con i più forti climber italiani ma, voci non confermate, sostengono che il suo grado (arrampicatorio) sia sempre lo stesso.

Pietro Gaibazzi – la guida del futuro

Classe 1994, tree climber e alpinista. E’ il più giovane del gruppo, vanta un amore giovanile per le montagne e l’alpinismo ma dopo una settimana alle pendici dei giganti della Valle d’Aosta sparì dalla circolazione per qualche annetto. Da qualche tempo è tornato alla carica con tanta voglia di fare e scalare. Ottimo arrampicatore e grande conoscitore delle Pietra di Bismantova e di tutta la ferraglia alpinistica, fa della forza e dell’esplosività una delle sue qualità migliori, talvolta esagerando e dedicandosi a una non molto voluta pulizia dei massi lungo le vie. Tra una potatura e una difficile via d’arrampicata si dedica anche a quella strana disciplina che i cultori amano chiamare artif moderno; e tra un clif e un chiodo a pressione ha già aperto la sua prima via sulle repulsive rocce dell’amata Pietra e siamo convinti che non sarà l’ultima!

Pietro

 

 

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Pietro Del Canale – Il fisico

Classe 1989, fisico, ricercatore e alpinista all’estero. Frequenta la montagna fin da ragazzo dove abbiamo condiviso gli anni all’alpinismo giovanile al CAI di Parma. Negli ultimi anni si è avvicinato all’alpinismo grazie al corso di Alpinismo al CAI. Non cerca la grande via o le difficoltà ma predilige il piacere dello stare in montagna lungo facili vie di arrampicata o i ghiacciai e le imponenti montagne delle Alpi Occidentali. Attualmente prende il sole e dedica la sua vita alla scienza nella calda Spagna progettando qualche salita sulle cime dei Pirenei.

Eleonora Aliani – La fidanzata

Classe 1989, architetta e in montagna per amore. Nasce e vive a Colorno, nella bassissima e nebbiosa pianura padana. E’ ‘costretta’ in montagna per passare un po’ di tempo con il sottoscritto. Donna dalle risorse inaspettate ma dal lamento facile, sulle ripide salite spesso avanza solo con la promessa del panino in cima. Odia i ghiaioni e le discese sconnesse, ama le ferrate, i trekking e le arrampicate brevi e appigliate. Nel suo cuore porta i giorni passati lungo l’Alta Via Numero 4 delle Dolomiti, che le costò tanta fatica ma molte gioie e soddisfazioni e il 34 giorni passati a vagare nell’immensità dei parchi americani.

 

Eleonora

 

 

Carlo Poggesi – L’ingegnere

E’ il vagabondo del gruppo. Ieri lo trovavi in Trentino o a Perugia, oggi a Parma o in Costa Azzurra, domani chissà. E’ rimasto avvolto in un alone di leggenda il suo viaggio dalla Basilicata al Verdon – e ritorno – nell’arco di un weekend. Bonattiano di ispirazione, preferisce la ricerca dell’avventura a quella del gesto: la sua è una scalata rude ma efficace, poca tecnica tanto cuore. Unico del gruppo ad essere stato in cima al Monte Bianco e al Campo Base del K2, ultimamente fa un po’ fatica a trovare tempo per la montagna… ma quando ci va fa quasi sempre bellissime salite!

 

 

Paolo Bernardi – Il medico

Uno degli ultimi acquisti del team, il dottor Bernardi ama specificare la sua provenienza da Borgotaro invece che da Parma: del resto il suo accento inqualificabile parla prima di lui! Paolo è un alpinista completo e molto preparato, in montagna un weekend sì e l’altro pure. Alterna fasi anche lunghe in cui si butta a testa bassa su un’unica disciplina, che sia falesia, scialpinismo, scalata su ghiaccio… per cui capita non si faccia sentire per qualche mese, poi torna alla ribalta ultra-carico con le proposte più clamorose. Tanto loquace in macchina e in rifugio, quanto silenzioso in arrampicata: aspetti col fiato sospeso di sentire il suo MOLLA TUTTO, ma alla fine sai che piano piano, grazie alla sua ottima tecnica, sale dappertutto! Attualmente si fa desiderare tra le vette più alte, e voci di corridoio sussurrano che si dedichi solo a roba tosta e dura in falesia e alla nobile pratica della rincorsa del gentil sesso.

 

Misha Cattabiani – Il fotografo

Se in una giornata di nuvole basse, quasi all’arrivo del buio o un istante prima dell’alba ti capitasse di trovarti al Brico di Parma, oppure sul crinale Tosco-Emiliano, potresti incontrarlo: nella corsia Vernici accanto al PC, oppure di fianco al sentiero 00 che armeggia con cavalletto e reflex; capace di sopportare sia le raffiche del vento appenninico sia quelle delle domande spesso improbabili dei clienti. E’ grazie a Misha se il Braiola è finito in copertina al Montagne n. 68! Frequenta la montagna in tutte le stagioni ed è un bravo arrampicatore; forse ha passato troppo tempo in palestra a seguire sequenze di prese colorate, e si narra che su una via al Muzzerone, appena dopo aver esclamato <<Bellissimo questo tiro!>> sia volato una decina di metri con in mano un pezzo di argilla dello stesso colore della roccia… da allora sale con molta più circospezione! Ottimo fotografo paesaggista, ha tenuto workshop e allestito numerose mostre a tema anche lontano da Parma: ultimamente si è appassionato di antiche tecniche di stampa, tanto da entrare a far parte di un circolo ristretto e selettivo – quasi massonico – di specialisti del genere. Molte delle sue belle foto arricchiscono anche relazioni e racconti del blog!

 

Luigi Berio – Il milanese

Compare nella piattissima Parma più per caso che per scelta, e costretto alla terra del prosciutto per studiare i sassi (3° geologo del gruppo!!), inciampa negli elementi sopra citati. Per amicarseli sale l’Alpe di Succiso e altre cime dell’Appennino, si sorbisce eterne discussioni di meteo-dipendenti dalla neve e i racconti di epiche salite su meravigliose paretine appenniniche vendute come la Nord dell’Eiger. Placchista di livello, pare abbia salito ogni via possibile e immaginabile della sua amata Val di Mello, oltre che di qualsiasi altro luogo vi venga in mente. Tra i monti spicca con le scarpette, gli sci o le piccozze, ma si muove sempre con la pacatezza dei grandi. Oggi ‘abbandonato’ il granito per il macigno scambia passaggi, sicure in palestre e corsette in compagnia con frammenti delle sue scalate, e sul blog ci sta regalando piccoli scritti di grandi salite. Per ora solo dal meraviglioso mondo mellico, domani chissà. Il primo, giusto per muoversi su una placca tranquilla: Delta Minox.

 

 

Orazio Mora – Il bombarolo

Già di “Orazio” non ce ne sono tanti in giro, ma di Orazio come il nostro ce n’è solo uno e inimitabile: ha già spento le 50 candeline, ma ha ancora la carica e voglia di fare di un ragazzino! Ha una passione sfrenata per piantare i chiodi, anche laddove non ce ne sarebbe bisogno, per il solo gusto di martellare… schiodare invece gli piace molto meno. Gran chiacchierone, pronto a conversare dei più disparati argomenti, ha mille esperienze di vita da raccontare ma non è mai chiaro quali siano vere e quali… bombe! Al proposito, pare che per lavoro trasporti sostanze pericolose ed esplosive. Millanta diverse aperture di vie sia sulle Orobie sia sul nostro Appennino, ma le descrizioni sono sempre vaghe e i pettegoli sostengono si tratti di rampe e “rumeghi” di II grado… ma chiodati! E’ comunque un alpinista che si arrangia bene sia su roccia sia su neve, e la naturale propensione a ravanare e tribolare ne ha fatto un compagno ideale di Luca nella ripetizione di alcune fra le vie più avventurose di questo blog. Ultimamente è combattuto tra le uscite alpinistiche e quelle con i corsi di escursionismo del CAI, terreni di caccia evidentemente migliori per uno come lui, instancabile anche nella ricerca di donne da portare a faticare su qualche cengia traballante o a riempirsi di zecche in prati ripidissimi.

 

 

 

 

 

Matteo Giavarini – Il fisio

Con le stagioni a passo di Giava: è un passo che varia in maniera imprevedibile, a seconda di quanto il Giava ha mangiato la sera precedente, di come ha dormito, del periodo dell’anno… in genere, essendo un diesel, su roccia ha sempre bisogno di almeno due o tre tiri per scaldarsi, mentre quando cammina o sale con gli sci ogni tanto parte a razzo senza un motivo apparente: è la trasformazione in Strava-rini! Sicuramente si è messo a registrare su quel segmento per diventarne la local legend. Vista la stazza, è votato più alla discesa che alla salita, e oltre ai tempi di percorrenza e ai dislivelli (più in breve, i K) gli piace molto misurare le velocità raggiunte. Non ama improvvisare né variare attività troppo spesso, si impone precisi e rigorosi metodi di allenamento per raggiungere i risultati: c’è l’anno dei 6c e quello dei 4000, anzi i 4K. Sull’alimentazione fa però fatica a mettersi in riga… diverse volte ci ha lasciati basiti la quantità di cibo che è in grado di mangiare; e lo stesso vale per gli alcolici, che ha un’ottima predisposizione a smaltire rapidamente a differenza di Luca, che quando ha provato a tenergli testa ha finito per star male giocandosi l’ascensione del giorno dopo. Al di là delle bevute e del cronometro, è un compagno di cordata e di sciate attento e meticoloso, che capisce quando è il caso di rinunciare e quando invece si può osare qualcosa in più. Lavora autonomamente come fisioterapista, i pazienti (pz) dicono se la cavi bene ma per ora nessuno della compagnia – per fortuna – lo ha dovuto contattare!

 

 

 

Nicola Zanoli – Il romagnolo

Scialpinista di lunga esperienza e instancabile ravanatore, riesce a passare nel giro di poche ore dal fango e le pietre dei sentieri dove va a devastarsi a piedi o in MTB dopo lavoro, alla vita mondana di Parma, e viceversa. Spesso torna nella sua Romagna di cui conserva l’accento inconfondibile, ma è difficile per noi immaginarlo dentro le discoteche della Riviera, circondato dalla gente invece che da piante e ragnatele! Ha un carattere tranquillo e a volte fin troppo accomodante, tende a farsi andare bene pure le proposte più assurde, ma alla fine trova sempre il modo di divertirsi e trasmettere tutta la sua positività ai compagni. Ultimamente preferisce la MTB all’arrampicata, ma il suo livello di auto-lesionismo lo ha portato persino a fare cose molto vicine all’arrampicata con la bici in spalla. Sicuramente il suo ambiente prediletto è la neve, ha fiuto per capire dove lanciarsi con gli sci e farlo con stile. E’ pure un buon fotografo, ma gli anni passano pure per lui e ormai non si porta più la reflex nello zaino come ai primi tempi. Con la compagna Giulia si è da poco trasferito in Trentino per cominciare una nuova avventura di vita più vicino alle montagne.

 

Angelo Borsani – Il piegatore

Uno dei tanti geologi della compagnia, arriva dalle lande sotto il Lago Maggiore e ha la tipica parlata e flemma da milanese. Più che un alpinista, è un macinatore di dislivello e più in generale di chilometri: ha girato mezzo mondo con l’associazione Kalias, con cui collabora come guida geologica, guidando la jeep in avventurose traversate schivando geyser e sabbie mobili… mentre con noi principalmente beve delle gran birre! E’ stato uno dei maggiori responsabili della degenerazione della compagnia dall’alpinismo invernale allo scialpinismo: ci ha insegnato a fare le inversioni e col tempo abbiamo imparato a farle meglio di lui, ma in discesa  mantiene il primato per l’eleganza in curva, con pieghe di bacino degne di un gigantista. In bicicletta invece dà il meglio in salita, millantando di dover sempre aspettare il collega geologo Piazza. Abituato nei suoi viaggi internazionali a interagire con la gente del luogo, fa la stessa cosa anche durante le gite con gli sci, fermando tutti per chiedere info sulle condizioni, magari anche dopo che ha già fatto tre discese. Pur essendo un foresto, sono pochi gli scialpinisti di Parma che non conosce; e quando si avvicinano i weekend potenzialmente buoni, se non è in Islanda o in Oman, state tranquilli che vi scriverà per sapere dove, quando, con chi andate!